Capitolo XXI

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Appena tornammo a casa e salutai Linda e Jack, chiamai subito Christian.
"Pronto?"
"Christian ti devo parlare,  vieni davanti a casa mia."
"Va bene." e chiuse la chiamata.
"Kevin se mi senti vieni e non farti sentire o vedere." dissi sotto voce. 

Poco dopo, davanti al vialetto di casa mia vidi la figura di Christian avvicinarsi. Gli andai incontro per avere delle spiegazioni.
"Di cosa hai bisogno?"
"Non si usa più salutare?" mi lanciò un'occhiataccia che mi era indifferente.
"Che vuoi?"
"Non importa, ciao, io ti saluto perché sono educata. Ora voglio sapere cosa ti sta succedendo."
"Che intendi?"
"Lo sai, oggi non eri in te, ti sei comportato malissimo e poi voglio dei dettagli in più riguardo quel patto."
"Io sono sempre stato così come oggi e riguardo il patto io l'ho saldato."
"Non l'hai saldato, l'ho fatto io per te chiudendo la nostra storia, ma tu hai qualcosa di diverso."
"Cosa?"
"Sei più cattivo, più impulsivo, ma che ti prende? Di solito non ti comporti così come hai fatto oggi."
"Sto benissimo.
"Ah si? E allora cos'è quell'aura oscura che ti circonda?"
"Quale aura oscura? Io sto bene. Hai bisogno di altro?"
"Sì. Il patto."
"Cosa vuoi sapere?"
"Perché hai stretto quel patto?"
"Non sono affari che ti riguardano."
"Io invece credo di si dato che l'oggetto del tuo patto sono proprio io." glielo dissi stringendo gli occhi in segno di minaccia.
"Solo perché sei l'oggetto del patto non vuol dire che tu debba sapere tutto."
"Ah no? Se io sono stata coinvolta devo sapere il motivo."
"Non c'è bisogno."
"Dimmelo!"
"No."
"Voglio almeno sapere la causa di quello che devo subire per colpa tua dannato bastardo!"
Mi guardò sorpreso, non si aspettava che io reagissi in quel modo, ma ormai doveva sapere che io ero testarda e se volevo una cosa, in un modo o nell'altro l'avrei ottenuta. 
Ci pensò su un attimo poi decise di darmi qualche informazione in più: "Ho stretto quel patto perché ho preso qualcosa che non dovevo prendere sia all'Onnipotente che a Lucifero." mentre parlava, guardava in basso, come se si sentisse in colpa.
"Che cosa hai preso?"
"Il libro sacro e il libro maledetto, dove c'erano informazioni che noi angeli non potevamo sapere."
"E io sto subendo tutto questo per dei libri?" chiesi allibita.
"Non sono dei libri qualunque, sono libri con dentro tutta la conoscenza che esiste in tutti i mondi esistenti, io volevo sapere."
"Cosa?"
"Tutto."
"Tutto?"
"Sì, tutta la conoscenza esistente al mondo." rimasi in silenzio a fissare un punto nel vuoto. In quel silenzio sentivo anche la leggera presenza di Kevin.
"Posso andare ora?"
"No, ho bisogno di sapere un'altra cosa."
"Cosa?"
"Klaus."
"Non ho nulla da dire di lui." disse alterandosi.
"Non dire sciocchezze, io so che tu sai qualcosa che non vuoi dirmi."
"NON SONO AFFARI CHE TI RIGUARDANO!" Urlò ormai arrabbiato.
"Ah no? Non credi che io abbia il diritto di conoscere colui che mi perseguita da mesi ormai?"
"Non andare troppo in fondo a questa storia, ti cacceresti solo nei guai e ne hai già tanti di guai."
"Uno dei quali è proprio Klaus come problema, quindi devo sapere."
Fu a quel punto che Kevin intervenne.
Kevin: "Che succede qui? Come mai tanta tensione?"
Christian: "Che ci fai tu qui? Non sei il benvenuto."
Kevin: "Ehi angioletto non ti allargare, non vorrai mica che ti lasci da solo con la mia ragazza." Christian non disse nulla, ma sembrava che la frase avesse fatto scattare qualcosa in lui.
Kevin: "Non le farai del male, devi vedertela con me se vuoi anche solo sfiorarla."
Io guardai Kevin confusa, perché aveva detto che stavamo insieme?
Christian: "Lei mi ha chiesto di venire, la conversazione era privata."
Kevin: "Certo certo. Senti che ne dici di rispondere alla domanda senza fare troppe storie e la finiamo qui?"
Christian: "Che ne sai se mi ha fatto una domanda o no?"
Kevin: "Passavo di qui per caso e ho sentito l'ultima parte di conversazione. Avanti rispondi."
Christian: "Perché non glielo dici tu?"
Kevin sembrava aver colto qualcosa da quella frase, ma fece finta di niente: "Perché l'ha chiesto a te non a me." disse semplicemente.
Io: "Ora basta, ditemi che sta succedendo e ditemi chi è e cosa vuole da me questo Klaus!" mi alterai.
Christian: "Klaus è l'Angelo della morte e questo dovrebbe bastarti."
Io: "Già lo sapevo, che altro sai di questo tizio?"
Christian: "Non insultarlo così altrimenti..." si fermò sapendo che stava per dire qualcosa di importante ma che non voleva dirmi.
Io: "Altrimenti?"
Christian: "Niente."
Io: "Sei un pessimo bugiardo."
Kevin: "Klaus perseguita le sue vittime perché vuole qualcosa da loro, non per vendicarsi come gli angeli vendicatori, non è vero Christian?"
Christian: "Non lo so e non mi interessa."
Kevin: "Sei proprio un pessimo bugiardo come dice Elettra."
Christian: "Me ne vado, non infastiditemi più." e se ne andò.

"Kevin, hai visto anche tu quell'aura intorno a lui vero?" chiesi dopo un po'
"Sì e non mi piace."
"Sai perché abbia quell'aura?"
"Un'ipotesi ce l'ho, ma devo verificare."
"Kevin."
"Dimmi stella."
"Perché hai detto che io sono la tua ragazza?"
"Non lo so, mi sembrava giusto dirlo in quel momento. Christian non è in sé come hai potuto vedere." ci fu un lungo silenzio e poi dissi: "Grazie per avermi protetta." mi guardò stranito. 
"Che c'è?" chiesi..
"Non sono abituato ai ringraziamenti."
"Non hai mai ricevuto un grazie?"
"No."
"C'è sempre una prima volta." dissi.

Angeli Custodi-Tutto sta cambiandoWhere stories live. Discover now