Capitolo VII

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Avevo il fiato corto e non riuscivo a mettere bene a fuoco le immagini.
Mamma: "Tesoro parla che ti succede?" chiese mia madre preoccupata, ma io la sentivo lontana, ero persa in quella visione, ero ancora semicosciente, come se fossi in una bolla.
Papà: "Elettra cosa hai visto?" arrivò poco dopo mio padre.
Io: "...Chi... chi è quel ragazzo?..." riuscii a dire solamente con sguardo perso.
Mamma: "Quale ragazzo? Tesoro ti prego dicci che cos'hai visto." chiese mia madre preoccupatissima.
Papà: "Amore portiamola giù e lasciamola tranquillizzare ora, ok?"
Mi accompagnarono in sala facendomi da appoggio per evitare di farmi perdere l'equilibrio, mi fecero sedere sul divano, affianco a me rimase mia madre ad abbracciarmi e mio padre prese un bicchiere d'acqua da darmi.
Alla porta suonarono e mio padre andò ad aprire nervoso, erano Christian e Kevin.
Christian: "Che cosa è successo? L'ho sentita gridare fino all'altra parte della strada."
Papà: "Christian? Kevin? Ma che diavolo ci fate voi qui?" chiese scettico.
Kevin: "All'Inferno si vedono tutte le paure ma non i sogni e sono venuto a chiedere che cosa sta succedendo."
Mamma: "Ma a voi che importa? Posso capire forse Christian ma tu?"
Kevin non rispose ma li vidi entrare e sedersi affianco a me. Mi ero appena ripresa e mi misi la faccia tra le mani con i gomiti appoggiati alle mie ginocchia.
Christian: "Mi dici che è successo piccola?" mi mise un braccio intorno alle spalle, quella volta avevo sentito il suo calore familiare che il giorno prima non sentivo e non ne comprendevo il motivo, forse era Kevin che mi prendeva in giro, ma non sentivo nemmeno la sua aura e la sua gentilezza nei miei confronti, forse ero stata ingannata, ma da chi? Non sapevo più di chi fidarmi.
Ancora scossa però mi allontanai: "Stammi lontano!" gli gridai spingendo via il suo braccio con rabbia e alzandomi per allontanarmi da lui.
Christian: "Ma che ti prende?"
Io: "Sei veramente tu?" chiesi dubbiosa.
Christian: "E chi altri dovrei essere scusa?" chiese confuso.
Mi avvicinai lentamente e toccai il suo viso, aveva l'aria confusa ma si fece toccare. Quando fui sicura allora tornai a sedermi affianco ai ragazzi, mi raggomitolai sotto il braccio di Christian e iniziai a parlare.
Io: "Un sogno orrendo... riportava una figura maschile alata, con ali nere e un altro ragazzo inginocchiato... il ragazzo alato parlava di un torto che gli ha fatto l'altro ragazzo... parlava di un debito da pagare... di una persona a lui cara e mi sono sentita morire..."
Le facce di mio padre e di mia madre erano un enorme punto interrogativo, Christian aveva un'espressione indagatrice e Kevin aveva un'espressione ambigua, come se nascondesse qualcosa. Come se sapesse a cosa mi stessi riferendo.
Christian: "Mi dispiace averti lasciata sola, d'ora in avanti ti starò sempre accanto." e mi abbracciò. Il suo abbraccio era dolce e rassicurante come lo era sempre stato.
Io: "Christian." mi sorse il dubbio del giorno prima.
Christian: "Dimmi piccola."
Io: "Ieri... dove ti trovavi?"
Christian: "A casa perché?" si mise di fronte a me per guardarmi in faccia. Era confuso.
Io: "Quindi non sei venuto qui?"
Christian: "No perché?" la sua espressione cambiò da indagatrice a preoccupata: "Che cosa è successo?"
Io: "Kevin?"
Kevin: "Ero a palazzo, perché?" anche lui cambiò espressione, da ambigua diventò preoccupata.
Io: "Allora chi è venuto ieri?" iniziai ad agitarmi, volevo correre lontano e sfogarmi: "Kevin, dov'era tuo padre?"
Kevin: "Non lo so... aspetta, perché ti interessa?"
Papà: "Cucciola?" lasciando tutti a bocca aperta io mi alzai e iniziai a correre senza nemmeno pensare, era come se il mio corpo si muovesse da solo tirai fuori le ali e uscii volando e dirigendomi verso il parco a tutta velocità, prima di uscire sentii mio padre chiamarmi, ma era come se fosse un sussurro, non lo ascoltai, me ne andai, mi sentivo morire dentro, avevo come l'impressione di aver tradito Christian con quel bacio, e avevo la sensazione che quella persona tramutata in Christian fosse il Signore dell'Inferno, ero disgustata all'idea.

Mi fermai e vidi il parco, scesi facendo rientrare le ali e mi incamminai verso di esso.
Qualcuno mi prese una spalla e io spaventata mi trasformai immediatamente senza rendermene conto, pronta a combattere, ma quando mi girai vidi Raphael: "Raphael?" dissi spaventata. "Allora avevo ragione sul fatto che tu fossi speciale!" mi disse con un sorriso a trentadue denti. "Io... non volevo che tu scoprissi..."
"Non preoccuparti! Ci facciamo un giro?"
"V-va bene..." ero confusa e terrorizzata.
"Meglio se torni umana in modo che nessuno ti scopra." mi disse sorridente, Raphael aveva un sorriso rassicurante e gentile.
Feci quello che mi chiese e ci incamminammo.
"Non sei sorpreso?"
"No."
"Perché non ti sei spaventato nel vedermi in quella forma?"
"Diciamo che sono abituato."
"Oh, hai una vita piuttosto mondana allora." dissi sorprendendomi.
"Più o meno."
"Tu sei un angelo?"
"In un certo senso, perché questa domanda?"
"Per via di Christian." guardai il cielo come se cercassi qualcosa in esso: "Quando ti ha visto ha avuto una reazione strana, non aveva mai fatto così..." dissi continuando a fissare il cielo sovrappensiero: "Capisco... in effetti ci conosciamo, ma solo una volta ci siamo visti. Mi sono sorpreso che si ricordasse di me, con tutti gli angeli che ci sono in cielo... io difficilmente mi facevo vedere, restavo sempre isolato sin da quando sono nato."
"E ora che ci fai qui sulla Terra?" mi fece un sorriso: "Per un incarico."
"Non posso sapere di che si tratta vero?"
"Perspicace, ma qualcosa potrei dirtela oppure potrei rendere più interessante la questione. Tu vieni ad allenarti con me e tutte le volte che verrai ti darò qualche indizio per scoprirlo." mi disse con un sorriso furbo. Ci pensai per un momento: "Che cosa ci guadagno?"
"La verità."
"Nient'altro?"
"E la capacità di controllarti di più."
"Imparerò anche a controllare tutti i poteri che ho?"
"Non è quello che ho detto?"
"Non esattamente."
"Ho capito. Si imparerai a controllare tutti i tuoi poteri e anche la tua trasformazione, ma ci vorrà parecchio tempo."
"Quanto?"
"Secoli."
"Cosa?"
"Già, l'unico modo per poter controllare tutto quel potere è allenarsi letteralmente per secoli. Il potere che portano dentro di sé gli angeli demoniaci è immenso."
"D'accordo. Non importa. L'importante è che io non faccia male a nessuno a cui tengo. Quindi ci sto!" mi aveva messo di buon umore.
"Molto bene! Sono contento che tu abbia deciso di accettare il mio aiuto. Allora ci vediamo domani per le 11. Sono circa tre ore di allenamento." mi disse sempre sorridente: "Cosa?"
"Spiacente oramai hai accettato, non puoi tirarti indietro." mi disse sicuro di sé e sorridendo divertito: "E va bene..."
"Ottimo, ora è meglio se torni a casa, ti accompagno."
"Grazie..." d'improvviso mi ricordai che ero in giro in pigiama: -Oh no, mi hanno vista tutti in pigiama non ci credo... perché non mi sono controllata?- sprofondai nella vergogna più totale.

Angeli Custodi-Tutto sta cambiandoWaar verhalen tot leven komen. Ontdek het nu