Capitolo XVI

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Il giorno seguente passò velocemente.
Feci le solite cose, tra cui anche l'allenamento sfiancante. Raphael quella volta mi insegnò a controllare le due parti racchiuse dentro di me, l'angelo e il demone.
"Elettra a seconda della tua decisione tu puoi decidere se trasformati in angelo o demone, hai entrambe le parti dentro di te e puoi imparare a essere una delle due o tutte due insieme, devi solo mantenere la mente lucida, prova a trasformati in angelo."
"Ma non sono pericolosi gli angeli demoniaci se stanno solo da una delle due parti?" chiesi.
"Non se mantengono la mente lucida, ricordando chi loro siano. Se lasci che una delle tue due parti prenda il controllo, tu ti dimentichi chi sei e andando avanti nel tempo, quando il tuo Io interiore viene messo da parte, dentro di te si crea una guerra di coscienze infinita. Quelle volte in cui la parte che ha preso il sopravvento sull'angelo demoniaco in questione perde il controllo sull'individuo nel duo insieme, allora esce di prepotenza l'altra parte che in passato perse la guerra e fu rinchiusa in una prigione psichica e il vero Io interiore torna a galla confuso, spaventato, spaesato non sapendo più chi lui sia e sparisce subito dopo che una delle due parti riprende il sopravvento, dato che tornano a lottare per avere il controllo. Essa può essere la stessa parte di prima o l'altra a meno che il vero Io sia abbastanza forte da riprendere il controllo di se stesso e delle sue due parti in contrasto per rimettere in ordine la sua mente e l'ordine tra l'angelo e il demone in sé."
"E' un po' complicato, meno male che ho studiato psicologia, almeno ci ho capito qualcosina."
"La Psiche è sempre stata complicata."
"Ma l'Io come fa a riprendere il controllo se non sa nemmeno chi lui sia?"
"Ovviamente l'individuo in questione ha bisogno dell'aiuto di persone che conosceva prima di cambiare."
"Ecco perché siamo pericolosi se perdiamo il controllo di noi stessi. E' come una malattia psichica insomma."
"Se vogliamo metterla sul piano umano sì, è come una malattia psichica. Se l'Io perde il controllo sull'Es e il Super-Io allora il soggetto entra in quello stato di disordine psichico chiamato malattia psichica."
"Freud! Tu stai parlando degli studi di Freud."
"L'hai conosciuto?"
"Sono troppo giovane per averlo conosciuto, l'ho studiato. Tu l'hai conosciuto?"
"Solo attraverso i suoi saggi. E' stato il primo a dare una spiegazione logica a ciò che in passato veniva definito stregoneria, quello che in realtà doveva essere una malattia."
"Quindi la stregoneria esiste?"
"Si, ma non in modo così diffuso come pensavano all'epoca gli uomini."
"Ah ok... Quindi se io so chi sono e mantengo sveglio il mio Io, posso tranquillamente trasformarmi in quello che voglio senza rischiare la mia salute mentale e la salute degli altri?"
"Esatto, prova."
"E chi si aspettava che mi saresti tornato utile Freud, anche in cose al di fuori del mondo umano."
Provai a trasformarmi in angelo tenendo ben a mente chi io fossi, il risultato non fu eccezionale: "Hai un po' di lavoro da fare, però almeno la maggior parte del tuo corpo è diventata angelica. Prova a trasformati in demone ora."
Stesso risultato.
"Per essere la prima volta che fai questo genere di trasformazioni, è venuto meglio di quel che pensassi."
"Grazie." Ci allenammo sulle trasformazioni tutto il tempo dell'allenamento fino a che non divennero quasi perfette.
Alla fine ricevetti l'indizio tanto bramato, quella volta Raphael mi disse: "Io sono qui per proteggere e non per far del male."
"Tutto qui?"
"Non va bene?"
"Non mi aiutano tanto i tuoi indizi per farmi capire chi e cosa sei..."
"So che ci arriverai, perché so che sei molto intelligente."
"E va bene." dissi esasperata e anche per quello mi scervellai tutta la giornata.
Verso sera andai di nuovo al boschetto a godermi il tramonto spettacolare e a rilassarmi, ma qualcosa mi diceva che quella sera non sarebbe stata come tutte le altre e che non avrei dovuto essere lì. Scacciai quella sensazione e mi godetti la serata, non volevo preoccuparmi, come già sapevo, però, qualcosa doveva andare per forza storto...

Quando stavo per tornare a casa sentii come dei battiti d'ali che mi seguivano, più andavo avanti più questo suono aumentava.
Andai sempre più veloce fino a correre, ero spaventata e quel suono mi seguiva dovunque. I miei tentativi di fuga furono vani, finché a un certo punto non trovai davanti a me una sagoma ormai nota, un angelo dalle ali nere.
Mi nascosi dietro un albero lì vicino nella speranza che non mi avesse vista: "È inutile..." iniziò l'angelo: "Non puoi nasconderti ai miei occhi. " aveva una voce profonda e dolce, il suo tono era calmo. Sarebbe stato piacevole e rassicurante ascoltarlo, se non fosse che ogniqualvolta che appariva mi parlava in maniera minacciosa, difatti usò di nuovo un tono intimidatorio: "Mia cara non potrai scappare ancora per molto." mi feci coraggio e da dietro l'albero e urlai: "Che cosa vuoi da me? Chi sei?"
"Voglio te! Chi sono non ha importanza, se non vieni ora dovrai lottare contro le persone a te più care Elettra Bianchi!"
"Come sai il mio nome?" lo aggredii con la voce e uscendo dal mio nascondiglio pronta a lottare, senza però trovare l'angelo.
-Ma perché non sei stata zitta? E perché non sei rimasta nascosta? stupida!- mi maledissi.
Dietro di me sentii del vento e mi sentii prendere il collo da un braccio possente e l'altra mano mi bloccò le braccia dietro la schiena: "Il tempo sta per scadere..." mi sussurrò all'orecchio: "O vieni ora o sarai sotto il mio mirino e non solo..." detto questo mi lasciò e volò via.
Mi girai nella speranza di riuscire a vederlo in faccia, volevo vedere con chi avevo a che fare, ma era già sparito.
Caddi a terra stanca e mi accasciai al suolo svenuta, l'ultima cosa che ricordo era una voce che sentii da lontano urlare qualcosa che non compresi.

Mi svegliai in una stanza non mia, era tutto buio. Mi chiesi dove fossi finita, ma l'odore di zolfo che c'era mi diede già la risposta: "Kevin?" chiamai, ma non ricevetti risposta.
Mi alzai, ma nel rimettermi in piedi mi girò la testa, perciò mi sdraiai di nuovo e aspettai un momento per riprendermi e infine mi alzai e iniziai a girare, conoscevo quella camera, era quella di Kevin e come sempre era buio pesto.
Mi trasformai per vedere meglio al buio, usai la mia parte demoniaca riuscendo finalmente nell'impresa e per la prima volta riuscii a vedere cosa c'era nascosto in quell'oscurità che avvolgeva l'ambiente.
-Quegli allenamenti sono serviti.- pensai.
Vidi una stanza grande, ordinata e molto accogliente con un armadio ad angolo, nell'angolo opposto alla porta, un letto matrimoniale appoggiato a un muro al centro della camera, in entrambi i lati della spalliera due comodini con una forma strana: al posto dei piedini avevano delle zampe artigliate dalla forma ondulata, la parte centrale del comodino era intagliata con immagini di torture che venivano inflitte ai peccatori: chi veniva arso vivo, chi tagliava arti ai peccatori, chi veniva scuoiato vivo e tanti altri orrori che non intendevo guardare.
-Se anche solo le immagini mi fanno venire il voltastomaco, figuriamoci se vedessi dal vivo certi orrori.- pensai.
Ai fianchi del letto c'erano due tappeti di quelli pelosi e morbidi e di fronte al letto una scrivania. Mentre studiavo la camera non mi resi conto che qualcuno entrò, infatti mi sentii delle braccia avvolgermi dolcemente sui fianchi e il corpo possente che mi teneva era più alto di una testa rispetto a me, appoggiò il suo viso nell'incavo del mio collo e: "Wow! E chi si aspettava di trovare uno spettacolo simile entrando in stanza." stavo per tirargli un calcio nei gioielli di famiglia, ma riconobbi la sua voce: "Stavo per mollati un calcio dove non batte il sole." gli dissi minacciosa.
"Avrei corso il rischio." mi diede un bacio sulla guancia.
"Perché mi hai riportata qua?" chiesi fredda.
"Per aiutarti, però non mi aspettavo di trovarti trasformata in demone, non eri un angelo demoniaco?" chiese curioso.
"Sì lo sono, ma a seconda della mia volontà posso essere sia l'uno che l'altro, me l'ha insegnato oggi Raphael. Ho trovato più intelligente diventare demone per vedere in questo buio perenne e finalmente riesco a vedere cosa nasconde."
"Beh devo ammettere che sei allettante. Non sapevo che voi angeli demoniaci aveste queste capacità." mi disse con sorriso malizioso: "Il solito pervertito..." sospirai.
"È la mia natura." mi disse ammiccando.
"Vorrei tornare indietro, quello che ho passato qui mi fa ancora soffrire."
Il suo viso accennò una leggera delusione, ma sparì immediatamente: "Va bene, ma promettimi che d'ora in avanti farai più attenzione." mi disse protettivo e appoggiando le sue mani sulle mie spalle.
"Promettere qualcosa a un demone non porta mai niente di buono." gli dissi prendendolo in giro, le sue labbra si piegarono in un sorriso astuto: "Non preoccuparti, io sono un pezzo di pane, dovresti saperlo ormai, soprattutto dopo ciò che ti ho svelato di me l'altra volta." rispose alla mia provocazione ironico.
"Se lo fossi di certo non avresti fatto quello che hai fatto. Anche se hai un po' di sangue angelico, non significa che tu sia un angelo."
"Hai ragione, ma che ci posso fare, quando qualcuno o qualcosa mi piace deve essere mio e tu... beh è inutile dirlo, hai già provato l'esperienza di quello che provo per te."
"Purtroppo." dissi ferma.
Lui non disse niente, si limitò a sorridermi ambiguamente.
"Va bene te lo prometto." dissi infine.
"Tanto so che non manterrai mai la promessa. E questo è uno dei tanti motivi per cui tu mi piaci così tanto." disse con un sorriso maligno, soddisfatto di questo mio lato ribelle e allo stesso tempo dolce e protettivo, regalandomi una carezza sulla guancia: -Ma come diavolo fa?- mi chiesi.
"Andiamo." dissi alla fine.

Angeli Custodi-Tutto sta cambiandoWhere stories live. Discover now