Capitolo II

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"Christian?" da quando avevamo incontrato i due ragazzi Christian era diventato più distante e si era chiuso: "Si dimmi."
"Va tutto bene? Da quando abbiamo incontrato quei due strani ragazzi sei diventato più... distratto..."
"Si... sì tutto bene! Scusa piccola se ti sto facendo preoccupare."
"Va bene, non importa. Se sei stanco andiamo pure a casa."
"NO!" a quel urlo sobbalzai per lo spavento: "Si ma stai calmo." risposi d'istinto: "Scusa! Sono solo sovrappensiero..." mi disse con un'espressione abbattuta.
"Va bene non importa, comunque andiamo a casa lo stesso."
"Perché?" mi chiese confuso e dispiaciuto.
"Quando ti riprenderai usciamo ancora va bene?"
"... va bene..."
"Bravo cagnolino!" dissi ridendo.
"Ehi!"
"Sto scherzando scemo!" dissi ridendo e gli schioccai un bacio sulle labbra.

Poco dopo, mentre camminavano verso la moto incontrammo, provate a indovinare chi? Esatto! Clara, che tristezza...
Clara: "Ma che coincidenza!"
Io: -Oh no, non ora...- pensai: "Ma ciao! Che piacere vederti." dissi in una maniera talmente falsa che io stessa mi sorpresi dalla mia falsità.
Clara: "Ovviamente carina. È sempre un piacere vedere una bellezza come me." si scostò i capelli con forza per farsi bella.
Io: "Certo come no." dissi stringendo i denti.
Clara: "Allora dove state andando piccioncini?" spostò l'attenzione su Christian spingendomi via e in quel momento tutto il mio odio represso nei confronti di Clara uscì prepotentemente.
Io: "Non penso siano affari che ti riguardano carina." dissi la parola 'carina' in maniera disgustata, ma lei non prestava attenzione a me, donava tutte le sue attenzioni a Christian e in più gli donava la sua lurida sensualità sotto i miei occhi. Guardai Christian severamente, per essere sicura che quella ragazza non gli facesse effetto, ma non sembrava curarsi di ciò che faceva Clara e fu un sollievo per me.
Clara: "Allora Christian, esci ancora con questa sfigata? Non penso che tu ti diverta. Potresti dedicarti a qualcuno di più sostanzioso non credi? Dopotutto, tutte ti cadono ai piedi, come me con i ragazzi."
Christian: "Ognuno si dedica a chi più gli piace, io la penso così. Nel mio caso, è lei la persona a cui mi dedico di più."
Clara: "Oh come sei dolce e antiquato, mi piace questa cosa di te." gli fece un sorriso sensuale.
Io: "Bene, mi fa piacere, ma lui non è interessato a una snobbetta come te, quindi addio!" e stavolta trascinai Christian via con tutta la mia forza, e forse anche più di quello che mi aspettavo, dato che stavo quasi per ribaltarlo.

Appena tornammo davanti a casa gli chiesi insicura: "Pensi veramente ciò che hai detto?"
"Perché non dovrei?"
"Non so, ho come la sensazione che potrei perderti da un momento all'altro..."
Mi baciò dolcemente e mi disse: "Tu non mi perderai mai, anche se dovessimo allontanarci l'uno dall'altra io sarò sempre tuo e ti proteggerò sempre." mi sorrise.
Gli sorrisi a mia volta timidamente e ci salutammo.
Mi avviai verso casa mia e mi ritrovai di nuovo quel Raphael davanti alla porta: "Che ci fai tu qui?" dissi spaventata. Stavo per andare a chiedere aiuto, ma prima che mi muovessi il ragazzo mi prese entrambi i polsi per bloccarmi, come se avesse previsto tutto: "Aspetta! Volevo solo conoscerti." disse con tono gentile: "E per quale ragione scusa? Non hai già la ragazza? E poi come sai dove abito?"
"Chi? Michelle? Ma no lei è mia sorella!" disse eludendo la mia terza domanda.
"Che? Ma non vi somigliate affatto! E come sai dove abito?" dissi sorpresa e ripetendo la domanda un po' più forte, come se parlassi a un sordo.
"È vero, ma siamo pur sempre fratelli!"
"Ok, ma ti ripeto, dato che sei sordo, COME SAI DOVE ABITO?" chiesi quasi urlando.
"Ne riparliamo dentro?"
"Non vedo per quale ragione io debba far entrare uno sconosciuto in casa mia."
"Per favore, è importante."
"Io non ti conosco e tu non conosci me, come puoi dire che è importante?"
"È una lunga storia, possiamo entrare?"
"No."
"E' davvero importante."
Esitai un attimo prima di rispondere, lo squadrai dall'alto in basso, ero sospettosa e diffidente.
"Uff! E va bene!" sbuffai. Accettai, dopo averci pensato su per qualche minuto, pur di farlo parlare e ci accomodammo dentro casa, ma rimanemmo vicino alla soglia.
"Allora che vuoi?"
"Solo conoscerti!"
"E come sai dove abito?" ripetei per l'ennesima volta.
"Segreto!"
"CHE COSA? E io che speravo in una risposta dopo 30 volte che te lo ripetevo." lo squadrai di nuovo con sospetto.
"Per la precisione l'hai ripetuto 4 volte."
"Allora mi hai ascoltata e hai pure fatto finta di niente?"
Rimanemmo in silenzio per qualche minuto: "Allora? Che devi chiedermi?"
"Ti stavo solo ammirando! Quanti anni hai?"
"Ma perché hanno tutti il vizio di 'ammirarmi'? Siete tutti dei pervertiti per caso?" dissi facendo il segno delle virgolette sulla parola ammirarmi: "Comunque 18"
"Che scuola frequenti?"
"Un liceo."
"Che liceo?"
"Ma cos'è un interrogatorio?"
"Più o meno."
"Cosa vuoi da me?"
"Niente."
"Puoi anche andare allora."
"Non posso farlo." lo guardai storto
"Perché?" dissi lentamente per far risuonare di più la minaccia incombente. Non rispose, si limitò a guardare altrove.
"Perché mi segui?" dovevo pur sapere qualcosa.
"Non è esattamente così."
"Allora come sai dove abito?"
Non rispose: "Allora?" lo incentivai.
"Voglio aiutarti."
"Aiutarmi su cosa? E impara a rispondere alle domande." dissi ormai alterata.
"Lo scoprirai presto, ora voglio solo conoscerti... domani facciamo colazione insieme al bar qui vicino?"
"Devo proprio?" mi inviperii.
"No ma io ti aspetterò e non mi offenderò se non verrai, troverò altri mezzi per conoscerti!"
"Perché ci tieni tanto?" 
"A fare cosa?"
"A conoscermi!"
"Perché appena ti ho vista ho capito che sei... interessante."
"Da cosa?" chiesi preoccupata.
"Dagli occhi!"
"Che hanno?" mi spaventai.
"Ho visto un riflesso viola."
"Cosa?" ero in panico, non volevo che qualcuno scoprisse il mio segreto.
"Tranquilla, è interessante come cambia il tuo umore, allora per domani?"
"Ci penserò su..." dissi titubante.
"Tieni ti do il numero così quando deciderai me lo farai sapere."
"Posso anche non farlo sai?"
"Decidi tu, intanto tieni." il ragazzo mi porse un foglietto con dei numeri sopra, era molto gentile con me e ciò mi insospettiva.
"Grazie."
"E di che? A domani!"
"Ciao." risposi solamente. -Ma perché la gente strana mi gira sempre attorno?-

In camera continuavo a fissare il numero decidendo se memorizzarlo o meno sul cellulare.
La mia curiosità mi spingeva a memorizzarlo e a confermare l'appuntamento, ma l'istinto mi diceva di non fidarmi: -Cosa faccio?-

Angeli Custodi-Tutto sta cambiandoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora