Capitolo 4

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Entrai nella stanza, e su uno dei mobili che scorrevano su tutta la parete destra vi trovai del disinfettante assieme ad una benda e dei cerotti.

Stark era quasi un maniaco della perfezione, neanche noi ragazze che lavoravamo alla Stark Tower potevamo essere imperfette, per questo era tanto infastidito dalla piccola ferita sul mio braccio.

Ripensando alla sua espressione sul volto non sembrava averlo fatto per premura nei miei confronti, ma io interpretai comunque così la cosa.

Il Signor Stark era una persona di pochi sentimenti, o almeno così sembrava. Una persona abbastanza rigida e, a mio parere poco seria, ma questo non importa visto che l'argomento riguarda la sua vita privata.

In quel momento mi piaceva pensare che anche Stark si preoccupasse delle persone che ha vicino, o in genere dei suoi dipendenti. Che l'avesse fatto per premura, e non per etica professionale.

Dopo aver medicato la ferita, ringraziai Jarvis della cortesia e tornai in sala. Come in tutte le feste la musica era altissima, tanta gente ballava altra addirittura dormiva sui divanetti.

Ancora non avevo capito perchè non vidi nessuno oltre Maria del personale, lei se ne stava sola all'ingresso di quello ero sicura, ma dei dipendenti del secondo e terzo piano neanche le tracce.

Uscii fuori per prendere un po d'aria, e anche per controllare se uno di loro non fosse nel parcheggio. Notai con piacere che ero poggiata alla stessa ringhiera bianca, della prima serata, ma adesso la prospettiva era leggermente diversa.

Curvai l'angolo sinistro delle mie labbra, in un mezzo sorriso, ripensandoci.

-Non è opportuno che lei si poggi sempre sulla stessa ringhiera, finisce per sporcarmela e poi toccheranno a me le spese per ridipingerla.-

Quella voce maschile che poteva essere riconosciuta subito, ancora una volta alle mie spalle

-Signor Stark non credo che..- mi voltai per rispondere sorridendo, alla ennesima sua battutina.. ma quando vidi che in mano sorreggeva due bicchieri pieni di shampagne mi bloccai, soffermando lo sguardo su di essi

-Lei sa bene quanto lavoro abbia io ogni giorno, sa bene che sono estremamente impegnato notte e giorno, magari la notte in attività diverse.. però, pur sempre impegnato.- disse

-Così avrei pensato ad una cosina che farebbe felice lei, e più libero me!- aggiunse subito dopo, gironzolando per tutta la terrazza quasi come se il discorso fosse più vago, che serio

-Felice me Signor Stark?-

-Ho due opzioni- disse continuando a gironzolare

-Lei potrebbe prendere la paga che gli spetta, nonostante sia qui da poco, e tornare alla sua vecchia vita. So che odia lavorare quindi per quest..-

-M-ma io non odio lavorare qui Signor Stark- aggiunsi io interrompendolo

-Beh è quello che hai detto all'inizio, comunque, potresti scegliere di licenziarti e andare a lavorare nel.. palazzo accanto casa tua a pochi isolati da qui- disse mentre usava quel tablet, proiettando le immagini di quello che diceva, davanti i nostri occhi

-O potresti scegliere di avere ecco.. una piccola promozione e passare al settimo piano, avere così una camera qui, quella dove ti sei cambiata, avere la vista che sognavi e un lavoro di sicuro migliore come mio personale consulente e operatore.- disse muovendo le immagini che si muovevano, in aria. Subito dopo spostò lo sguardo su di me, troppo sbalordita dalle sue parole per rispondere

-Mi cade lo shampgane Signorina Preasley quindi lo prenda forza- disse

Smuovendo di poco la testa, come per tornare al mondo reale da quello che sembrava essere un sogno presi velocemente lo shampagne sussurrando un minuscolo "si"

-Si cosa lo shampagne o la promozione?- domandò lui velocemente

-I-io credo entrambi Signor Stark- risposi, sorridendo come un ebete non sapendo bene che fare

-Immaginavo che lo shampagne gli avrebbe fatto dimenticare di avere due opzioni e che ancora doveva scegliere, ah beh ma che ne posso sapere io di psicologia.. il rosso è solo un colore è lo shampagne è solo shampagne giusto?- mi domandò, sempre con quel tono serio, che allo stesso tempo divertiva un mondo

Si avvicinò col bicchiere al mio, e fece incontrare i due creando un adorabile suono cristallino. In poche parole un Cin Cin molto ironico

-Si goda nuovamente la serata Signorina Preasley, è la prima di una lunga serie- rispose tornando dentro, tra la folla

Io rimasi li come una scema, col bicchiere che pendeva dalle mie mani a cui non avevo dato ancora nemmeno un sorso.

Aveva fatto tutto lui praticamente, io ero solo rimasta ferma ad ascoltare quello che diceva.

Ero in uno stato confusionario, di nuovo.

Non dissi niente, non sapevo cosa dire ne al signor Stark ne a me stessa, così presi il bicchiere di shampagne e avvicinandolo alle labbra, ne sorseggiai la maggior parte.

Aveva questo eccentrico modo di fare, nessuno sapeva spiegarsi bene il perché.

Quando la serata finii iniziai a raccogliere le prime cose dai tavoli gettandoli dentro un sacco della spazzatura enorme

Non bastava il lavoro al computer, bisognava anche pulire dopo i party.

Si erano fatte le 05:00AM del mattino quando finii di pulire tutta la stanza, ero davvero distrutta quasi non mi reggevo in piedi.

Legai il sacco con uno dei fili di Plastica attaccati sotto il sacchetto, provai a spostarlo per gettarlo fuori ma era davvero troppo grande e troppo pesante per me.

Stanca di tutto il lavoro fatto, mi poggiai sulle ginocchia, per terra, davanti all'enorme sacco dell'immondizia. La stanchezza aveva ormai persuaso ogni parte del mio corpo, che fragile restò a terra ormai senza forze.

Ero sveglia dalle 06:30AM della mattina precedente, se passava ancora un ora e mezza avrei fatto un'intera giornata senza chiudere occhio.

Entrai in uno stato quasi incosciente, non ero abituata a non dormire, quindi quella giornata fu in assoluto la più pesante della mia vita.

Sentii in lontananza la voce di Jarvis, discutere con quella del Signor Stark. Subito mi domandai cosa ci facesse ancora sveglio, poi sentii dei forti rumori metallici, quasi come fossero dei passi, poi buio.

Quando mi svegliai, mi ritrovai in una camera a dir poco gigantesca, a dormire su un vasto letto a tre piazze.

Subito mi sollevai, ritrovandomi seduta sul soffice materasso, domandandomi smarrita dove fossi.

Project  A.R.C ||Tony Stark||Where stories live. Discover now