Finally happiness

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"...thanks for watching and subscribe. Byeeeee!" chiusi la schermata di Video Player, mi tolsi le cuffie e continuai a fissare la Going Merry che andava in fiamme sullo sfondo del mio MacBook Air. Mi aveva inviato il video prima di caricarlo per ottenere la mia approvazione. 

Gli scrissi un semplice "Go." perché non c'era nulla di cui potevo lamentarmi. Mi aveva difeso come mai nessuno aveva fatto precedentemente, ma lo stesso avevo paura che non bastasse. Avevo smesso di leggere i commenti pieni di odio che invadevano le mie bacheche in quanto ripetevano tutti più o meno le stesse cose: "non te lo meriti, sei una puttana, ma chi ti credi di essere, ecc ".

I ragazzi avevano cercato di arginare la cosa direttamente sui social, ma era servito ben a poco. Addirittura Zoe e Alfie anche se non mi conoscevano avevano parlato in mio favore. Non avevo detto nulla ai miei genitori o alla maggior parte dei miei amici per non farli preoccupare inutilmente. L'unica fortuna era che fra i miei conoscenti, Joe e Caspar non fossero molto famosi e quindi tutta la polemica era rimasta lontana dalle loro orecchie. 

Speravo veramente che il video ribaltasse la situazione perché la mia autostima stava colando a picco e avere Cas lontano certamente non aiutava. La sera dell'upload dovevo andare in contrada così forse sarei riuscita a distrarmi. Avevo detto della mia disavventura solo a Viola che mi diede un forte abbraccio non appena varcai la soglia. 

Finito l'allenamento accesi il 3G, che avevo tenuto spento fino a quel momento per poter rimandare la scoperta delle reazioni il più possibile. Non potevo più ritardare l'inevitabile e conveniva che lo facessi vicino alla mia amica piuttosto che da sola nella mia camera. Sbalordita sollevai lo sguardo verso Viola che mi prese il telefono dalle mani per vedere da vicino. 

Aveva funzionato. Mi stavano chiedendo scusa. Certo c'erano ancora alcuni che non credevano alla mia versione, ma la maggior parte si. Incominciai a saltellare in mezzo alla strada davanti alla sede gioendo in silenzio visto che erano ormai le 23.30 e la vicina aveva una certa propensione a chiamare i carabinieri per un po' di confusione. 

Non potevo essere più felice. Diedi la buonanotte alla mia amica con un sorriso che mi andava da un orecchio all'altro e composi il numero del mio pineapple preferito che ormai avevo imparato a memoria. 

"[Ehi pessimista! Visto che è andata bene? Cosa ti avevo detto io?]"

"[Tu non puoi capire quanto io mi senta leggera adesso.]" volevo urlare di gioia con tutta l'aria che avevo nei polmoni. "[E comunque ricordati che è sempre meglio essere pessimisti e rimanere sorpresi dai risvolti positivi piuttosto che essere ottimisti e rimanere delusi!]

"[Seh seh rimani pure delle tue idee. In tutti i casi dobbiamo festeggiare. Cosa si fa?]"

"[Ah io adesso vado a dormire che domani festeggio con due ore di neurofisiologia.]" gli feci una smorfia attraverso lo schermo. "[E poi sei in pigiama anche tu quindi non far finta di essere un nottambulo che sta fuori fino alle 4 di mattina a sbronzarti.]"

"[Faccio sempre tempo a cambiarmi e ad uscire.]" cercò di mascherare lo sbadiglio stringendo le labbra, ma ormai l'avevo colto sul fatto.

"[Ah sei molto credibile. Va bene dai sono arrivata a casa, ci sentiamo domani. Grazie per avermi tirato fuori dai casini, sei il ragazzo migliore che si possa avere.]"

"[Lo so.]" sorrise compiaciuto "[Buonanotte, a domani.]"



Nei due mesi successivi per fortuna non successe nulla di che e finalmente anche le lezioni finirono per le vacanze. Avevamo deciso di partire il giorno dopo Santo Stefano per passare almeno il Natale in famiglia: sia io che Sofia avevamo le nostre tradizioni da rispettare e nulla al mondo avrebbe potuto prevaricarle. Saremmo state via per due settimane e questa volta, a differenza dell'anno precedente, ognuna aveva la sua valigia visto che saremmo state anche in due case diverse.

I ragazzi non sarebbero riusciti a venirci a prendere perché avevano dei meeting già programmati da tempo. Non avremmo avuto nessun problema ad organizzarci per conto nostro soprattutto perché non volevamo pesare su di loro e anche perché volevamo riprendere confidenza con le tratte della metropolitana, ma fummo costrette ad accettare che ci mandassero qualcuno ad aspettarci sennò avevano minacciato di lasciarci a dormire per strada. Uscendo dalla porta automatica degli arrivi cercammo con lo sguardo chiunque fosse venuto per noi; ci aspettavamo un signore distinto che ci avrebbe fatto da autista e invece chi troviamo che tiene in mano un foglio con i nostri cognomi scritti elegantemente col pennarello nero?! Zoe Sugg. 

"[Finalmente vi conoscoooo!!!]" ci corse incontro allargando le braccia per stringerci in un abbraccio di gruppo. Era così piccolina che sembrò quasi scomparire in mezzo ai nostri voluminosi piumini e alle nostre sciarpe pesanti. 

"[Non ci aspettavamo che venissi tu. Eravamo già pronte ad un imbarazzantissimo viaggio con uno sconosciuto]" confessò Sofi staccandosi dalla stretta. 

"[Infatti i vostri ingrati morosi volevano fare così, ma quando Joe me l'ha detto, ho colto l'occasione di incontrarvi, visto che chissà quando ci avrebbero presentato ufficialmente.]" i suoi occhi azzurri brillavano mentre ci spiegava il motivo della sua presenza. 

"[Ma non c'era bisogno che ti disturbassi a venire fin qui da Brighton solo per portarci in città. Avremmo potuto vederci un altro giorno tanto staremo qui per due settimane]" mi sentivo un po' in colpa per averle fatto fare tutta quella strada e pensai che più tardi avrei dato una bella strigliata a Caspar per averglielo permesso.

"[Davvero non c'è problema, anche perché tanto dovevo venire a Londra per filmare con Tan e così ho solo anticipato l'orario]" fin dal primo momento in cui ci aveva visto ci aveva sommerso di sorrisi e stava continuando a farlo anche ora che si era incamminata verso l'uscita. 

Sistemammo le valigie nel bagagliaio della Mini e ci accomodammo io sul sedile posteriore e Sofi davanti con la cognata appena conosciuta. Mentre scrivevo a mia mamma per confermarle l'arrivo in Inghilterra realizzai che non solo stavo andando a casa di Caspar Lee, ma che mi ci stava portando Zoe Sugg e per poco non lasciai uscire un urlo di gioia dalle mie labbra. Mi sembrava ancora tutto un'illusione e invece era tutto vero.

"[Ragazze voi non avete le chiavi vero?]" Zoe cercò di sovrastare la voce di Ant Payne di Capital FM che usciva potente dagli speaker. 

"[Eh no perché l'ultima volta che abbiamo visto Joe e Caspar non avevamo ancora DTR...]" Sofi fece una pausa girandosi per ottenere il mio assenso prima di rispondere con un briciolo di indignazione "[e poi speravamo che fossero a casa ad aspettarci.]"

La nostra autista esplose in una risata cristallina "[Mi sa che vi dovrete abituare, ma non preoccupatevi li sgriderò per bene quando li vedo e comunque adesso ci penso io a voi. Avete fame?]" ci chiese prima di imboccare la rotonda e immettersi ufficialmente nel traffico di Londra.

Strangers in Their WorldWhere stories live. Discover now