Due colori, ma una sola fede

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Era la cosa più dolce che mi avessero mai detto. La frase che ogni ragazza sulla faccia della terra vorrebbe sentirsi dire e io non me l'aspettavo per niente. 

Il mio viso avvampò e per l'imbarazzo distolsi i miei occhi dai suoi, rivolgendoli all'orlo del vestito che mi stavo rigirando fra le dita. 

"[Ho detto qualcosa di sbagliato? O forse ho interpretato male i segnali?]" sembrava così indifeso e dispiaciuto.

Risollevai lo sguardo cercando nel contempo di riportare il mio cuore, che stava esplodendo, ai battiti normali "[Oh no no!! Io... Credo proprio di provare le stesse cose... è solo che non sono abituata ad essere scelta diciamo... Sono stata rifiutata così tante volte che due mani non bastano per contarle...]"

"[Non potrei mai immaginare qualcuno che non ti voglia. Dai vieni qui]" e col più amabile sorriso che potesse farmi, mi tirò nuovamente verso di lui allungando le labbra verso le mie, che questa volta ricambiarono appassionatamente. 


Avrei voluto congelare il tempo in quel momento esatto e non farlo finire mai, ma ben presto si avvicinarono le tre e mezza e fummo costretti a ricomporci e a uscire per raggiungere la contrada. Nel breve tragitto Caspar accese la videocamera per vloggare. Eravamo in una via secondaria, dove non c'era nessuno che avrebbe potuto prenderci per pazzi a vederci parlare con un pubblico immaginario.

"[Ciao a tutti, oggi io e Joe siamo arrivati in Italia per un weekend last minute e per incontrare alcune nostre amiche]" io mi stavo tenendo leggermente più avanti a lui sia per far strada che per non essere inquadrata, ma improvvisamente mi raggiunse e riprese anche me "[anzi vi devo dire la verità: questa è la mia ragazza Erica! So che per molti di voi è un fulmine a ciel sereno e probabilmente vi starete chiedendo da dove salta fuori, ma col tempo imparerete a volerle bene come ne volete a me]"

"[Dai smettila, lo sai che mi piace di più stare dietro l'obiettivo]" ridendo e coprendomi il viso con il braccio, cercai di sottrarmi all'inquadratura, mentre Cas spegneva la macchina e mi prendeva i fianchi. "[Non pensi sia un po' affrettato sventolare tutto ai quattro venti?]"

"[Ormai ti hanno già fotografato con me, tanto vale fugare ogni dubbio, no? E poi non vedo perché dovrebbe rimanere un segreto. Abbiamo chiarito le cose oggi, ma ci siamo conosciuti ben due mesi fa]" replicò strizzando l'occhio. 

Alzai le mani in segno di resa "[Se ne sei sicuro tu! Dai andiamo così finiamo in fretta. Ah non spaventarti del disagio che vedrai in sede: ti bombarderanno di domande e ti sembreranno un po' fuori di testa, ma sono fantastici!]"

Per chi non ha mai avuto a che fare con le contrade e il Palio può essere difficile capire cosa porta delle persone a volersi vestire da rinascimentali e suonare strani strumenti come la chiarina, ma per chi ci è nato è tutto il loro mondo e per quello stemma e quei colori sono disposti a spendere gran parte del loro tempo libero.

La mia sede si trova in un bellissimo palazzo storico con un entrata monumentale, la cui porta però viene aperta solo d'estate e nelle occasioni speciali, per tutto il resto dell'anno si usa quella piccola laterale. Forse non ero pronta io per l'interrogatorio delle altre ragazze e prima di entrare feci un profondo sospiro. 

"Ma buongiorno amo, come va?" mi salutò con un abbraccio Mirko, il nostro capogruppo, un ragazzo alto, biondo e con gli occhi azzurri che tutti gli altri gruppi danza ci invidiavano, ma che, purtroppo per noi, non aveva nessun interesse nelle donne. "E lui chi è?? Su cosa ci devi aggiornare di preciso??" 

Nel frattempo Greta, che magicamente era arrivata in orario, e Viola uscirono dalla stanza in cui teniamo i vestiti, con in mano alcuni di questi da provare e, spostando lo sguardo da Caspar a me, mi sorrisero maliziose.

"Lui è Caspar, non sa una parola di italiano perché è sudafricano, ma ora vive a Londra e... possiamo dire che è il mio ragazzo..." spiegai velocemente abbassando il tono sull'ultima frase.

"Come come come? E non ci hai detto niente fino ad ora?? Vai pure a prendere il tuo vestito che lo facciamo subito sentire a casa!" Greta sa l'inglese alla perfezione e temevo proprio che sarebbe stata lei a fare gli onori di contrada, visto quanto ami fare gossip, ma so anche che lo ha sempre fatto senza cattive intenzioni e ridendo lasciai Caspar nelle loro mani. 

Per fortuna nessuno aveva ancora scelto il mio vestito preferito: rosso porpora con le passamanerie oro e una cintura degli stessi colori sotto il seno, era perfetto per ballare senza strascico o mantello. Uscii dalla sala prove indossandolo, ricordandomi di prendere un foulard da dare a Cas in modo che si ricordasse quali fossero i colori per cui tifare. Pensavo che avrebbe avuto difficoltà ad interagire con gli altri, ma i miei timori erano del tutto infondati: stava tranquillamente chiacchierando con Greta e Viola, mentre Mirko era andato fuori a fumare.

"Ok Eri te lo approviamo, anche se potevi dircelo subito che è pure famoso. Comunque gli stavamo dicendo che se ritorna per il Giuramento o il Palio ci toccherà almeno farlo sfilare" disse Viola girandogli attorno me per valutare quale abito potesse stargli bene. 

"Ma siete terribili!! Penserà che siamo delle scoppiate e mi mollerà ben prima della sfilata per sottrarsi a tutto ciò!" l'avevo avvertito che la normalità non faceva per noi e lui mi sembrava parecchio divertito. 

Gli allungai il foulard, mentre mi prendeva la mano e mi faceva girare su me stessa "[Se posso fare coppia con te, allora mi vesto anche io a Maggio. Comunque cosa ci devo fare con questo fazzoletto colorato?]"

"[Innanzitutto non è un semplice fazzoletto colorato. É il foulard della contrada, serve a ricordarti quali sono i colori per i quali devi tenere, se non vuoi essere linciato da me]" e mi esibii nel mio sorriso migliore.  "[Per farti un esempio è al pari delle sciarpe per i tifosi di calcio. La contrada è una fede che non si tradisce (a parte qualche caso sporadico che non dovrebbero neanche essere considerati contradaioli) e questo è utile per far capire agli altri a chi sei votato]" 

Non era del tutto convinto, ma lasciai perdere il discorso per il momento, tanto l'avrei tartassato molte altre volte fino a portarlo allo sfinimento.

Finita la prova vestito, tornammo a casa per stare un altro po' da soli e poi lo accompagnai in hotel. Dopo aver mangiato sarei dovuta tornare in contrada per l'ultimo allenamento in vista dello spettacolo di sabato mattina, poichè la sera successiva ci sarebbe stata la cena in sede da Sofia come ogni anno a cui avevamo deciso di portare anche i ragazzi, tanto per sconvolgerli un altro po'.

Era il mio turno di fare la macchina e quindi passai a prendere prima la mia amica e poi Joe e Caspar, sparando nel tragitto a volume altissimo la playlist de Il Pagante per caricarci al punto giusto. Parcheggiammo proprio mentre finiva Faccio After dietro alla macchina di uno degli sbandieratori, Michele.

"Buonasera ragazze, scelta soft come colonna sonora eh?! Non pensavo veniste anche voi..." squadrò i nostri accompagnatori dalla testa ai piedi come se avessero la peste e concluse con tono distaccato "... e in compagnia anche!"

"Si certo quando c'è da bere e fare del casino ci siamo sempre! Comunque loro sono Joe e Caspar, sono venuti a trovarci da Londra quindi non potevamo lasciarli a casa" spiegò Sofia, senza approfondire il fatto che in realtà fossero i nostri fidanzati e forse avrebbe fatto meglio a specificarlo fin da subito visto ciò che successe più tardi. 







Strangers in Their WorldWhere stories live. Discover now