Just some English guys

77 4 0
                                    

"[Grazie ragazzi, non sapevamo più cosa fare per liberarcene]" disse Sofia esibendosi nel suo sorriso migliore.

"[Oh non preoccupatevi, il nostro animo da principi azzurri è venuto a galla.]" affermò ridendo Joe "[eravamo appena entrati e mentre ci stavamo avvicinando al bancone, abbiamo sentito dire <<No no>> , ci siamo girati e chi era? Proprio le due ragazze che ci avevano appena consigliato della buonissima pasta in pericolo.]" 

"[Ahahahahhahah! Comunque per ringraziarvi vi offriamo un drink.]"proposi subito dopo "[Si di solito è l'uomo che dovrebbe farlo, ma noi siamo alternative!]"

Chiamammo il nostro barista e gli ordinammo 5 drink con dei nomi impronunciabili, ma che erano veramente buoni. 

"[Non ci siamo ancora presentate: io sono Erika e lei Sofia.]"

"[Presumo voi sappiate già i nostri nomi visto il selfie che ci avete chiesto prima!]" sentenziò Caspar "[Siete qui in vacanza come noi?]"

"[Esattamente! E poi oggi è il mio compleanno quindi anche per festeggiareeeeee!!]" urlò di gioia Sofi rovesciando metà del suo cocktail addosso a Joe.

Si beh questo era il nostro quarto bicchiere e per quanto potessero essere leggeri, ormai l'alcol stava facendo effetto.

"[Oh scusa scusa scusa! Non volevo...]" e intanto, mentre noi altri ci cacciavamo a ridere, cercò di tamponare la sua maglia con dei fazzoletti presi dalla mia pochette senza cadere giù dalla sedia. 

"[Dai non preoccuparti al massimo profumerò un po' di vodka per il resto della serata. C'è di peggio ahahahahahah! Adesso però mi sa che te ne dovrò offrire uno. Non va bene bere un drink a metà"] le strizzò l'occhio Joe.

"[E tu ne vuoi un altro?]" mi chiese Caspar.

"[Nono grazie sarebbe il quinto e poi chi la riporta in hotel questa qui!! Meglio che una delle due rimanga un po' sobria anche perché abbiamo un po' di strada a piedi da fare e non vorrei perdermi e finire chissà dove]" 

C'era rimasto un po' male, ma si consolò facilmente ordinando altri due drink per sé e Oli, che ci chiese quanti anni avevamo e di che parte dell'Italia fossimo.

Risposi io perché ormai Sofi aveva occhi solo per Joe. "[Ne abbiamo 21 e siamo di una piccola città nel nord Italia, dubito l'abbiate mai sentita nominare, vi risparmio il nome.]"

"[Si anche perché non siamo proprio portati per la geografia. Quindi avete un anno in meno di me. Vi facevo più grandi!]" confessò lo spilungone.

"[Tutto merito del trucco ahahahahahah]" affermai ridendo.

"[Ma quindi siete qui solamente in vacanza e non per lavoro?]" indagò Sofia.

"[In teoria doveva essere solo una vacanza, ma poi una radio, scoprendo che eravamo a New York, ci ha chiesto di andare in onda lunedì mattina. Ci toccherà non devastarci domenica sera purtroppo!]" spiegò Oli con fare sconsolato. E tutti ci mettemmo a ridere.

Rimanemmo lì a parlare con loro per delle ore. Ero convinta che le persone famose fossero altezzose e piene di sé invece loro tre erano solo dei normalissimi ragazzi estremamente alla mano. Forse senza il senso della misura sul bere, ma fa lo stesso.

Quando tirai fuori l'Iphone per guardare l'ora e scoprii che erano già le 3 di mattina, Caspar me lo prese dalle mani e si mise a scattarsi dei selfie a caso con gli altri due. "[Dai che mi intasi la memoria!! Ridammi il telefono]" cercai di riprenderlo, ma lui era troppo alto e lo teneva nella mano alzata. 

"[Te lo ridò dopo che ci siamo fatti una foto insieme]" sì aveva decisamente bevuto troppo.

"[Ah adesso sei addirittura tu che mi chiedi una foto? Mmmm.... fammi pensare non lo so. Ahahahahahahhah. Dai facciamo questo selfie. Basta che lo fai tu perché io non ho mai imparato!]" e così acconsentii a quella strana richiesta. 

Quando furono quasi le 4 decidemmo che era ora di tornare in albergo. I ragazzi ci chiamarono un taxi, nonostante noi volessimo tornare a piedi, tanto non era tanto distante e camminare ci avrebbe fatto smaltire un po' di alcol, ma loro insistettero per evitare altri brutti incontri come quello di inizio serata. 

Prima di andare, Caspar mi prese per un braccio e mi disse di guardare tra le note e i promemoria del mio telefono perché c'era una sorpresa. 

"[Mi devo preoccupare??]" lo guardai con fare sospettoso.

"[Fidati di me!!]" e mi strizzò l'occhio.

Li salutammo e salimmo sul taxi che in pochi minuti ci riportò in albergo.

Appena arrivate in camera, ci guardammo in faccia e solo allora realizzammo che avevamo passato tutta la serata con dei ragazzi che fino quel momento avevamo visto solo attraverso uno schermo e ci avevano anche offerto da bere. E iniziammo, silenziosamente vista l'ora tarda, a saltare sul letto.

Poco dopo mi ricordai di quello che mi aveva detto Caspar. Presi l'Iphone e guardai note e promemoria: mi aveva lasciato il suo numero e i riferimenti della loro intervista di lunedì mattina. 

OH MIO DIO! Avevo il numero di Caspar Lee sul MIO smartphone. 

Strangers in Their WorldWhere stories live. Discover now