49 ~ Frappuccino

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Passo una riga di eye-liner sulla palpebra destra, poi mi guardo allo specchio. Truccarmi mi ricorda i tempi in cui lavoravo per Owen. Scuoto la testa e mi sciacquo la faccia. Non riesco più a vedermi senza ripensare a quando stavo con Mitchell perché mi pagava. Non so come farò a liberarmi di questo peso.

Quasi intuendo i miei pensieri, lui bussa alla porta del bagno.

"Kay, ci sei? Sei là dentro da almeno trenta minuti!"

Sbuffo e getto l'eye-liner nel cestino. Oggi non mi trucco.

"Arrivo, ho finito".

Apro la porta e Mitchell mi sorride in tutto il suo splendore. Indossa una camicia grigia e un paio di jeans chiari. È bellissimo.

Prende il mio volto tra le mani e sfiora le mie labbra con le sue "sono felice che tu ti senta a tuo agio qua. Ma ho dei bisogni da espletare".

Scoppio a ridere ed esco dal bagno "Mit! Certe cose puoi anche tenerle per te".

Lui ride mentre chiude la porta dietro di sé.

Oramai pronta, comincio a girovagare per i corridoi della sua casa. Mitchell ha detto che voleva farmi vedere una cosa bellissima. Chissà cos'è e chissà perché mi ha chiesto di vestirmi comoda.

La mia mente rimane colpita da un post-it giallo attaccato allo schermo del suo computer. Quasi senza pensarci lo leggo. Dice "Chiamare Stephanie Gotte entro sabato pomeriggio".

Stephanie Gotte? Ma non è la più famosa wedding planner di New York? Perché Mitchell la vuole chiamare? Non vorrà sposarmi? Oh mio dio! No! Non sono ancora pronta per il matrimonio, non voglio sposarmi a venticinque anni. Sono giovane, ho bisogno di divertirmi e vivere con spensieratezza. Ma lui è quello giusto. So che è quello giusto, ma non sono ancora pronta a compiere quel passo. Come faccio a rifiutare una richiesta a del genere? In fondo io lo amo...

Mitchell interrompe i miei pensieri uscendo dal bagno "allora, Kay, sei pronta?".

Mi stampo un sorriso sulla faccia "certo"

Mi accompagna sul retro della casa, dove sono legati alla staccionata due cavalli già sellati.

Lo osservo perplessa "non vorrai portarmi a fare una cavalcata?".

Lui sorride "È esattamente quello che voglio fare. Nel posto dove ti voglio portare, si può arrivare solo a cavallo".

Sbatto le ciglia "io non salirò su nessuna di quelle bestie urlanti".

Mitchell scoppia a ridere "sei impossibile! Io ti preparo la più bella sorpresa del secolo e tu ti rifiuti di andarci?"

Scuoto la testa "i cavalli mi fanno paura".

Lui mi si avvicina e il calore del suo corpo mi fa eccitare immediatamente "un tempo ti facevano paura anche le relazioni serie".

Pianto un dito nel suo petto e sbuffo "mi fanno ancora paura, ma visto che ci tieni tanto, verrò con te".

Lui fonde le sue labbra con le mie e mi mordicchia leggermente il labbro superiore "Brava, non sai quanto sia importante per me".

Un brivido mi percorre la schiena. Non vorrà chiedermi di sposarmi in uno sperduto luogo dimenticato da Dio dove potrebbe uccidermi se gli dovessi rispondere di no? La mia mente annulla quell'ipotesi assurda. Mitchell non mi ammazzerebbe mai, lui può permettersi i sicari.

Il suo corpo si stacca dal mio e Mitchell mi fa salire sul cavallo. Devo ammettere che stare sulla sella è meno scomodo di quanto si possa pensare.
Poi lega il mio cavallo al suo e monta in groppa a sua volta.

"Tieniti forte e non fare nulla di avventato; ti guido io" esclama colpendo leggermente i fianchi del cavallo con la scarpa e dando il via al movimento. Il mio cavallo segue a ruota il suo e non devo in alcun modo preoccuparmi di impartirgli ordini.

"Come si chiama?" Chiedo improvvisamente colta da un moto di amore nei confronti della creatura che mi trasporta.

"Frappuccino" mormora Mitchell girandosi a guardarmi.

Io scoppio a ridere "l'hai chiamato Frappuccino?"

Mitchell scrolla le spalle "adoro i frappuccini. Sono buoni e dolci. Non sei d'accordo?"

Annuisco "si, ma è comunque un nome insolito".

"Anche Kayla è un nome insolito" ribatte Mitchell tornando a concentrasi sulla strada. Mi sta facendo attraversare una radura accanto a casa sua e sono certa che prima o poi ci sarà una steppa in cui vorrà galoppare o fare qualcosa di simile. Mi opporrò.

"Mia nonna si chiamava Kayla. La madre di mia madre. Era molto buona e gentile, molto giudiziosa. Probabilmente mia mamma ha pensato che chiamandomi come lei, sarei stata una persona bella come lei"

Vedo Mitchell scuotere la testa "sono certo che hai soddisfatto le sue aspettative".

Probabilmente no. Vorrei rispondere ma non dico nulla. Mia madre voleva una figlia in gamba. Una di quelle che vanno al college e poi all'università; una di quelle che sposa un uomo che la ama e ha tanti bambini felici.
Io ero una prostituta, non ho fatto il college né l'università, non voglio sposarmi e non voglio bambini. Ho già Lorie a cui badare ed è sufficiente.

Il cavallo di Mitchell si avventura in una foresta e il mio sguardo vaga preoccupato per i grandi alberi che scorrono al nostro fianco.

"Ma si può sapere dove mi stai portando?"

Mitchell sbuffa "come sei impaziente"

"Voglio solo sapere come mai mi stai facendo attraversare una foresta in Nebraska, quando si potrebbe arrivare ovunque in auto" borbotto.

Lui sghignazza "Lo scoprirai presto. E non vedo l'ora di vedere la tua faccia".

Pochi secondi dopo, la foresta termina improvvisamente e si presenta davanti a noi, la vista di un grandissimo lago.

"Wow" esclamo meravigliata.

Mitchell sorride "la vedi quell'isoletta al centro del lago?"

Annuisco mentre i miei occhi si posano su un cumulo di sassi al centro del lago.

"Su quell'isoletta ho pescato il mio primo pesce"

Non so perché Mitchell mi stia dicendo tutto questo. Soprattutto considerando che non mi interessa minimamente. Però il panorama è spettacolare: le montagne verdi che circondano il lago si riflettono sulla sua superficie lucida, i sassi colorati brillano dal fondo e mille pesciolini di tutte le forme sguazzano divertiti.

"E adesso?" Domando guardandomi intorno. Non vedo niente che possa in qualche modo intrattenermi; solo natura.

Mitchell sprona nuovamente il cavallo, che entra nel lago lentamente. Vedo le sue gambe affondare nell'acqua chiara.

"Adesso ti porto nel mio rifugio segreto"

Mi aggrappo con foga alla criniera di Frappuccino mentre anche lui entra nell'acqua.
Il freddo del lago mi penetra fino alle ossa.

"Tu sei pazzo!" Esclamo trattenendo il respiro.

Lui scrolla le spalle "Non importa cosa sono, basta che sia con te".

Arrossisco. Quando dice queste cose il mio cuore prende a battere così forte che mi sembra sia l'unico rumore del pianeta. Vorrei che ci fossimo solo noi due. E vorrei che fossimo felici. Sempre.

Spazio autrice
A chi di voi non è mai stato in Nebraska, consiglio vivamente di farci un salto. È un posto dimenticato da Dio, ma ogni tanto è bello perdersi nella natura di quei paeselli disabitati in mezzo al nulla.

Affari di Cuore | #1 Serie "Cuore"Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora