24. accident

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POV'S ARIA
Harry è per terra, ha un taglio sulla tempia e gli esce sangue dal naso. Sono paralizzata. Non so cosa fare.
"Harry. "È l'unica cosa che dico in lacrime, sento il cuore stringersi.
"Oddio! Cos'è successo? " Un signore si ferma con la macchina e mi raggiunge.
"I - io non lo so." Balletto.
Mi igginocchio e li prendo il viso tra le mani.
"Harry."
"Signorina calma, adesso chiamo il pronto soccorso. " Annuisco alle parole del signore mentre lacrime calde scivolano sul mio viso e cadono sul suo insanguinato.
"Signorina lo conosci? Chiama i suoi genitori." Obbedisco quando mi ricordo di aver dimenticato il cellulare. Chiedo al signore il suo che me lo impresa e chiamo Darren.
"P - papà. "Piango, lui mi chiede se sto bene ma non riesco a parlare allora il signore mi fa segno di passaregli il telefono, lo faccio, e guardo di nuovo il riccio.
"Si si lei sta bene, mi chiamo Paul, e che un ragazzo, credo Harry, ha fatto un'incidente. Okay si, è nella seconda curva, si li. Abbiamo già chiamato. "
Non sento più niente e suppongo abbia chiuso la chiamata.
Non ci posso credere, non ci voglio credere. E se non si risveglia? E se morisse? No, cazzo devo stare calma. Calma.
Sento le sirene del 118 avvicinarsi intanto si è formato un gruppetto attorno ad Harry, il signore e me.
"Signorina deve sposarsi." Faccio come mi dice e lo guardo mentre lo caricano su una barella.
"Chi ha chiamato?" Domanda uno con un giacca dove sopra è cucita un croce rossa.
"Io. Ma non ho visto com'è successo." Dice il signore.
"Tu l'hai visto?" Mi chiede.
"S-si, ha girato all'ultimo su una curva ed è c-caduto. " Singhiozzo.
"Va bene." Stava per rientrare ma lo fermo.
"Posso venire? Sono la sorellastra. " Annuisce e mi fa salire nello stesso momento in cui vedo la macchina di mio padre. Il signore indica l'ambulanza probabilmente per far riconoscere a mio padre che siamo noi.
"Stia tranquilla. Non è grave. " Mi rassicura.
"Speriamo." Sussurro.

[...]

E poi ci sono giorni in cui credi che tutta ti stia cadendo addosso, schiacciandonti per renderti miserabile e tu sei lì, cercando di tenere questo grosso peso sulle spalle anche se non ce la fai più ma cerchi di resistere. Cerchi di aggrapparsi a qualcosa o a qualcuno. Ma come si fa i ad aggrapparsi alla propria, unica, ancora se la vedi distesa sul letto, con il viso insanguinato e incosciente? Non si può ecco, bisogna lasciare che il modo continui a crollarti addosso fino a che di te non rimarrà niente. Ma da quel niente si può risorgere, si può rinascere sempre con la propria ancora, quell'ancora che per la maggior parte di volte vuoi uccidere, disintegrare, riempirla di insulti, quell'ancora che ti fa sorridere quando hai volto coperte di lacrime, quell'ancora che ti accarezza dolcemente una guancia intrappolandoti con gli occhi, quella dolcezza che a volte ti chiedi come fa ad avere, quell'ancora per cui hai un'attrazione inspiegabile, quell'ancora che seppur litigate a morte per mesi, per un minimo problema c'è sempre l'altro.
La mia ancora è Harry ed io? Io non sono altro che una nave che sta affogando lentamente nel mare di problemi. Adesso non ho Harry, adesso affogherò, oppure adesso posso trasformarmi nell'ancora di cui Harry ha bisogno, quell'ancora che non cadrà o che forse cadrà, ma se davvero deve cadere voglio che cada con lui perché sono sicura che farà tutto meno male con lui al mio fianco, con Harry al mio fianco.
Ora sono qui, con le braccia strette a Gemma piangente, e il mio viso coperto di lacrime nere appoggiato alla sua spalla.
Non diciamo niente, non c'è niente da dire. Lui è nella stanza davanti a noi e noi aspettiamo, ormai da due ore. Vorrei scrivere a Blait o a Rose, a Louis, a Zayn, a chiunque ma non le forze e poi non il cellulare. D'altronde come tutte le persone in sala operatoria.
Ci sono pure Des e Anne, l'ultima sta piangendo abbracciata a Darren e Des guarda un punto fisso, ad occhi vuoti. Non vedo molto bene il verde dei suoi occhi ma di certo non è il verde che mi sono abituata a vedere in suo figlio, sarà quel verde scuro che ti risucchia in un'aspirale di tristezza.
Gemma si stacca da me e si pulisce gli occhi, arrossati più che mai, l'albume di norma bianco è piano di capillari gonfi rossi, le iridi opache il tutto ricoperto da uno spessore d'acqua e sale che non sembra voleresene andare.
"V-Vado a b-bere qualcosa." Dice in un singhiozzo. Annuisco lentamente, si alza e si dirige verso le macchinette, sembra uno zombie ma alla fin fine non credo di essere dirversa da lei, probabilmente sono orribile ma poco importa. In queste condizioni tutti starebbe di merda, Harry a parte lui è perfetto in qualsiasi modo. Già Harry. Mi maledico per pensarlo sempre, vorrei uno stacco e cercare di non pensare a lui ma semplicemente non riesco.
Quando vuoi che quella sensazione al petto sparisca ma man mano che passa il tempo aumenta e non voglio nemmeno sapere fino a che punto arriverà. Darren viene vicinoa me, mi guarda, io guardo lui, è stanco e distrutto e non oso nemmeno immaginare come si senta Anne.
"Hai avvertito i suoi avvertito i suoi amici?" Chiede, la sua voce è roca come se l'avesse persa per un lungo tempo o forse sono solo lacrime ingoiate per cercare di essere forte.
"A-adesso lo faccio." Parlo a voce bassa, quasi come se avessi paura di perderla. Poi mi abbraccia, il classico abbraccio del padre. Quello forte che ti fa sentire al sicuro, protetta.
Passano alcuni minuti e non posso fare a meno di non sentire i singhiozzi dei due genitori divorziati.
"Mi dispiace piccola, sono sicuro che si rimetterà." Annuisco.
"Non ho il cellulare." Dico a mio papà.
"I dottori ci hanno dato quello di Harry, vuoi usare il suo?"
"Non so la password." Dico.
"Ah, aspetta." Aggiungo e lo prendo, lo riavvio e come previsto si apre la prima pagina senza blocco.
C'è un messaggio di una certa Megan.
*Non lo so, da Nando's? Poi se vuoi andiamo a casa ;) * Troia.
*Ehi, quindi va bene?*
*Lo prendo per un sì.*
Ci sono anche dei messaggi da parte di Louis e altre ragazze che scelgo di ignorare.
*Hazz! Ci vediamo? non so che fare ;(.*
*Ho capito. Starai scopando con qualcuno Hahha.*
I messaggi di Louis mi fanno sorridere di poco. Non so se chiamarlo oppure no, credo che è meglio una chiamata.
"Pronto?" Lo voglio qua e mi viene da piangere di nuovo.
"L-Louis."
"Harry? Sei tu?"
"N-No." Balletto, non mi sembra di avere una voce da uomo.
"Aria? Tutto bene?" Scuoto la testa sapendo che non può vedermi e prendo un respiro profondo.
"Io, si. Harry no." Non piangere, calma.
"Allora, cosa cazzo vuol dire Harry no?" Chiede preoccupato.
"È i-in ospedale."
"Come in ospedale?" Urla.
"Non prendermi per il culo." Allontano il telefono dall'orecchio a causa della suo timbro troppo alto.
"L-Louis è così. È caduto dalla moto. Ti prego avverti gli altri e vieni." Lo supplico.
"Okay, cazzo ma com'è possibile?" Impreca.
"È caduto." Spiego, l'immagine della moto che sfreccia velocemente sull'asfalto mi fa venire i brividi.
"Va bene, tranquilla arrivo." Mi rassicura.
"S-Si." Sospiro.
"Tranquilla." Ripete anche se so bene che lui non è così tranquillo.
Ho bisogno di un abbraccio. Intanto il dottore sta parlando con Anne, Des e Darren così mi avvicino per poter sentire.



JUST BROTHER?Where stories live. Discover now