23. Bet

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POV'S HARRY
Sento la vibrazione di un cellulare così, per farla smettere, apro gli occhi cercando di capire da dove proviene. Il telefono di Aria è illuminato, mi avvicino notando che ci sono alcuni messaggi.
6:24 a.m c'è scritto in alto a destra del suo telefono, devo andarmene, penso guardando la ragazza addormentata acoccolata al mio petto. Poso le labbra sulla sua fronte sussurrando "scusa."
Scendo dal letto ed entro in camera mia buttandomi sul letto, ho sonno cazzo.
"Harry! Sono le sei emmezza alzati!" Urla la voce di mia mamma.
"Si." Borbotto infilando la testa sotto al cuscino, lasciami dormire per la miseria.
Appena non sento più le urla di mia mamma tiro un sospiro di sollievo e, chiudendo gli occhi, mi addormento.
"Harold! Giuro che non uscirai per i prossimi vent'anni se non ti alzi!" l'odio che provo in questo momento è indescrivibile.
"Mamma.." Mugulo.
"Mamma niente! Alzati immediatamente." La sua voce è terribilmente dura, così decido di aprire gli occhi.

Il volto di mia mamma è la prima cosa che vedo, il suo sguardo e duro ma si addolcisce appena incontra i miei occhi.
"Sono bello?" Ridacchio.
"Molto." Sorride dolcemente mia mamma e mi lascia un bacio sulla guancia. Mi alzo dal letto e prendo una camicetta gialla insieme ad un paio di skinny neri. Mi trascino verso bagno e passando noto la camera di Aria, la porta è aperta, sarà sicuramente già a scuola penso. Entro in bagno, mi lavo la faccia, i denti e mi aggiusto per quello che posso i capelli.
"Harry!" Urla nuovamente mia mamma.
"Cristo santo! un minuto." Scatto, faccio i miei bisogni e vengo percosso da un'ansia indescrivibile, sento il cuore accelerare e il respiro affnarsi, che diavolo?
Mi passo una mano sulla fronte ma non è calda, sto impazzendo.
Decido di scendere in cucina per prendere un bel bicchiere d'acqua, sento il liquido scorrere, come un fiume in piena, nella mia gola. Poggio il bicchiere sul tavolo e sento il cuore stringersi, mi piego in avanti accasciandomi a terra. Cosa cazzo mi succede?
"Ma che cazzo è?" Sibilo.
"Harry ti ho det-" Il suo discorso si blocca appena mi vede, si avvicina e mi guarda preoccupata.
"Harry? Che succede che cos'hai?" Il dolore cessa e riesco finalmente a respirare bene. Non so cos'è stato ma non mi piace per niente.
"N-niente." Balletto, mi alzo e sbatto un po' di volte le palpebre, ora sto meglio.
"Harry!" Mi richiama.
"Nulla mi sono fatto male, tranquilla." Non è niente, cerco di ripetermi nella mente anche se, effettivamente, ho paura.
"Sei sicuro? Vuoi restare a casa?" Mi accarezza una guancia sorridendo.
"No mamma." Le bacio la guancia e prendo lo zaino.
"Ciao,tesoro!" Alzo gli occhi al cielo per il suo soprannome ed esco di casa e prendo la moto. Destinazione scuola.
Nel cortile ci sono pochi ragazzi, non mi pare di riconoscerne qualcuno.
Entro a scuola notando dei ragazzi parlare tra di loro, mi sento fissato penso guardandomi attorno e noto Jasmine che, praticamente, non mi toglie un attimo gli occhi di dosso. È irritante questa cosa. Sbuffo e vado avanti quando vedo Louis parlare, si diciamo parlare, con un ragazzo biodino e dal piercing al labbro, aspetta è quello che ci stava provando spudoratamente con Aria qualche giorno fa o ieri, diamine non lo so. Ho perso la coniezione del tempo.
Mi avvicino e riesco a sentire la voce particolare di Louis contro il ragazzo.
"..Quindi ora vai da lei e ti scusi, cazzo!" Sibila, di cosa sta parlando?
"Amico, sai che non li avrei mai fatto niente." Si giustifica l'altro.
Mai fatto niente a chi scusa?
"Non me ne frega un cazzo Hemmings." Ribatte Lou.
"Era solo un fottuto obbligo Louis." Si lamenta.
"Senti, non mi importa se è stato un obbligo o quant'altro ma ora le vai a chiedere scusa. Non mi piace che si scherzi con le mie amiche." Borbotta.
Il ragazzo sospira, dal tono duro di Louis, sussurrando qualcosa di incomprensibile mentre il castano dagli occhi blu sgancia un sorriso vincitore e lo sorpassa.
"Louis, ehi!" Lo saluto, appena si accorge della mia presenza sorride.
"Hey ciao, come va?" Lo guardo fisso negli occhi rispondendo con un banale bene quando mi viene in mente l'attacco che ho avuto prima di uscire di casa.
"Sta mattina mi è successa una cosa strana." Inizio, Louis piega la testa di lato e mi incita a continuare.
"Ho avuto una sensazione strana mentre mi lavavo i denti poi mi è mancato il respiro e ho avuto il battito accelerato." Spiego preoccupato ma allo stesso tempo curioso.
"Haz, lo hai detto a tua mamma vero?"
"Ehm.." È l'unica cosa che dico.
"Stai scherzando spero. Harry non è una cosa da niente. Devi dirglielo." Mi consiglia, ordina, forse è il termine più appropriato.
"Louis non farla diventare una cosa che non è." Mi lamento anche se mi piace sapere che ci tiene tanto a me. Oggi come oggi è raro trovare un amico che ti sia vicino nel momento del bisogno senza criticati, cosa che, naturalmente, vale anche per me. Gli starò sempre vicino, nel senso d'amico, ovvio.
"..mi stai ascoltando?" Sbuffa infastidito il mio amico.
"Scusa, che hai detto?" Domando.
"Ho detto che sei Jasmine non la smette di fissarti la faccio smettere io." Ride leggermente e io mi giro per notare, in effetti, la ragazza fissarmi.
"Sono curioso in che modo la farai smettere. " Ghigno.
"Oh, nello stesso modo che faresti tu." Ribatte a sua volta.
"Vuoi scommettere?" Piego la testa di lato, provocandolo.
"Mi sembra ovvio." Ride.
"Chi perde deve..." Rifletto qualche secondo. "Anzi non deve portarsi a letto nessuno per un mese." Concludo con un sorriso furbo, vincerò io.
"Inizia a metterti in astinenza, allora." Ride, lo spingo da una spalle e ci avviamo in classe.
*HEI, usciamo oggi?* È di una certa Megan, almeno così l'ho salvata.
*Uhm si, certo, ma dove andiamo piccola?* Poso, nuovamente, il telefono sotto al banco e mi immagino quanto sarebbe bello andare a letto con Aria. Quel carattere forte coperto dalla dolcezza dei suoi lineamenti. Il modo in cui non si accorge di niente e di come tutti ci provino con lei.
"Haz!"
"Dimmi." Mi giro verso Louis e capisco dal suo sguardo che vuole divertirsi.
"Che ci inventiamo?" Incrocio le braccia appoggiandole sul tavolo e lo fisso in attesa che parli.
"Hai presente una gara sul corridoio più scivoloso della scuola?" Ottima idea amico, penso. Ma perché non rendere il tutto più interessante?
"Facciamo un'altra scommessa?" Chiedo.
"Si."
"Allora decido io la penitenza." Aggiunge in seguito.
"No, io." Ribatto.
"Allora, se riesci a fare qualcosa di sporco ad una ragazza, Emily, senza che nessuno se ne accorga, prima di me, mentre io faccio lo stesso con Floor, decidi tu." Com'è che siamo finiti a scommettere nuovamente per decidere la penitenza di un'altra scommessa?
"Ci sto, amico." Tanto la professoressa è stupida. Posso farcela. Mi alzo mentre la professoressa scrive qualcosa alla lavagna, credo qualcosa di francese penso. Intanto arrivo davanti alla ragazza riccia che è concentrata a seguire la lezione.
"Hey." Dico piazzandosi davanti al suo banco e, mettendo, i gomiti sul banco facendo così in modo di bloccare il suo sguardo. Ha degli occhi celesti con sfumature grigie, i capelli ricci marroni scuro, le labbra sono carnose delimitate da una linea scura, gli zigomi alti e indossa una maglietta attillata verde erba e un jeans.
"Ciao." Vedo un leggero rossore dipingersi sul suo volto così, giusto per divertirmi un po', le sorrido.
"Allora, Emily, te l'ho già detto che il verde ti dona?" Ovviamente non ho mai dato attenzioni a questa ragazza anche se, ripensandoci, non è poi così male.
"N-no, g-grazie." Il suo viso assume un colorito più scuro di prima così mi lecco le labbra preparando la mia seduzione.
"No? Impossibile. L'ho detto a molte stelle ma mi è sfuggita la più brillante?" Ammicco. Non dice niente, abbassa lo sguardo sul quaderno, con piccolo sorriso, poi riposa lo sguardo su di me passandosi una mano tra i capelli che ondeggiano per qualche secondo nell'aria.
"Sei in inbarazzo? Se vuoi me ne vado." Dico, fingendo un tono dispiaciuto. Emily scuote la testa per poi parlare.
"No, puoi rimanere. Se vuoi." Aggiunge sussurando l'ultima parte.
"Voglio, voglio." La tranquillizzo con un sorriso, è fatta ormai. Guardo verso Louis, stanno parlando anche loro, ora Louis le ha nesso una mano sulla sulla guancia. No, devo vincere io.
"Enily ho paura che il tuo ragazzo si arrabbi con te se ci vede assieme."
"Non ti preoccupare, non credo si accorga di me." Sussurra malinconia perdondosi per qualche secondo tra I suoi pensieri.
"Stronzo." Dico, mi avvicino di piu e l'abbraccio come per conforto.
Lei ricambia velocemente e, dopo qualche secondo, ci stacchiamo essendo a due centimetri di distanza mi avvivino e le lascio un bacio sulla guancia.
"Si, molto stronzo." Continuo spostandomi di più verso la bocca.
"Harry." Ansima. "Che stai facendo?" Chiede senza fiato.
"Non so che sti facendo?" Domando in modo provocatorio.
Appoggio delicatamente le mie labbra sulle sue, chiudo gli occhi cercando di godermi il bacio. Non è bello penso mentre, lei, ricambia.
Porto la mano sul suo viso per poi farla sendere piu giù, sul collo, sul seno e poi sulla coscia.
"H-Harry, ci vedranno." Sussurra, fortunatamente è al fondo in ultima fila. Difficilmente ci vedranno.
"No, rilassati." Alludo.
Indroduco la mano all'interno dei pantaloni e sorrido.
Sento l'odore della vittoria.

[....]

"Ma quella era una puritana, cazzo." Si lamenta il castano.
"Oh, mi spiace." Dico in tono finto.
La campanella suona e ci spostiamo nell'altra classe.
"Se perdi devi andare in giro con una gonna hawaiana."
"Inizia a comprarla." Mi sfida.
Sento di nuovo quella sensazione sta volta più leggera.
"Lou." Dico piano, si gira verso di e mi guarda preoccupato.
"Harry, ehi."
"Di nuovo."
"Cosa? Ti fa male?" Annuisco.
"Vuoi andare in infermeria?" Chiede, sento il dolore affievolirsi sempre di più fino a scomparire.
"No, adesso sto bene." Dico in un sospiro, Lou mi guarda scrutandomi attentamente e noto come il blu dei suoi occhi rispecchi il verde dei miei creando un colore, al dir poco, stupendo.
"Si lo so che mi ami, ma placa gli ormoni." Scherza.
"Allora, vogliamo fare la gara?"
"Sicuro? Harry ma se stai mal-" lo interrompo immediatamente, non sono malato. Do voce ai miei pensieri ma Louis, essendo un cazzone protettivo, continua a dire che, forse, non sono nelle condizioni più adatte per questo genere di cose.
"Louis, lo sai che vuol dire questo?" Domando.
"No."
"Vuol dire che ho vinto io." Dico fiero.
"Ci tieni proprio a fare questa gara." Riflette. Forse ha ragione. Non so bene cosa mi sta capitando ma conunque non voglio fare il depresso o correre da mammina. Poi una sfida che sarà mai?
"Si ci tengo allora andiamo?" Annuisce.
"Perfetto."
Ci inventiamo strategie per uscire tutti e due dalla classe e, una volta fatto, andiamo nel cirridoio più scivoloso della scuola. È più scivoloso perché, per sbaglio, hanno sbagliato le ordinazioni e visto che il rimborso era piuttosto basso allora le hanno ultilizzate.
Ci togliamo le scarpe e le appoggiamo vicino al muro, a quest'ora sono tutti in classe quindi non dovrebbero esserci problemi.
"Sei pronto? " Domando al mio amico. "Si, sei un cazzone. Se ti succedesse qualcosa mi sentirei terribilmente in colpa, stronzo." Dice ma so che, per una parte non è serio. Dall'altro canto so che non se lo perdonerbbe mai ma conunque ora sto bene, non dovrebbe preoccuparsi.
"Tre, due, uno." Inizio.
"Via!" Dice lui e iniziamo a prendere velocitá nel corridoio.
Louis ora è poco più avanti di me allora cerco di raggiungerlo prendendo più velocitá.
"Sto arrivando." Lo avviso ridendo.
"Si, fottiti." Sono praticamente attaccato a lui quando una voce mi, ci, distrae. Per girarmi mi sbilancio appongiandomi su di Louis che, naturalmente, cade facendomi fare la sua stessa fine.
"Cazzo." Diciamo all'unisono.
"Ragazzi!" Ride un accento irlandese, fottuto Niall . Penso alzandomi.
"Ho fatto il video, oddio è fantastico." Viene verso di noi con uno stupido sorriso sulle labbra.
"Cancellalo." Sbuffo cercando di prendere il suo cellulare.
"Mai." Dice e digita qualcosa sul telefono.
"Niall giuro su Dio che ti ammazzo se lo pubblichi."
"Ops." Indietreggia e inizia a correre.
"Niall! Cazzo!" Gli urlo contro.

[...]

All'uscita della scuola vedo Aria e di fronte a lei Zayn insieme a Blait.
Lei li saluta sventolando una mano a destra e a sinistra per due o tre volte poi si gira e, senza neanche accorgesene, si sposta i capelli dalla viso, è tremendamente dolce.
Appena mi accorgo cosa ho appena pensato scuoto la testa e vado verso la mia moto.
Sfreccio veloce e sento il freddo tagliarmi la pelle, quanto odio il freddo. Aumento di più quando noto Aria camminare tranquillamente, mi concentro su di lei qualche secondo ma forse le ho dedicati troppi secondi di attenzioni perché vedo, all'ultimo, una curva che, essendo coperta di ghiaccio, mi fa scivolare. Cado troppo velocemente e non riesco a mettere le mani per attutire la caduta.
"Porca troia." Dico, sono caduto di spalla e al 100% è rotta, ma mi fa male dappertutto, anche la testa.
"HARRY!" Sento gridare da lontano.
Si Harry un cazzo.

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