93 CAPITOLO

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Ci risvegliammo dopo qualche ora in un appartamento, legati su delle sedie. "Ma cosa... dove siamo?" Dissi guardandomi intorno e notai che anche Peter e gli altri erano nelle mie stesse condizioni. "Peter! Stefan! David! Svegliatevi!" Ma nessuno di loro riusciva a muoversi, erano ancora privi di sensi. "Merda!" Cercai di liberarmi in qualche modo, ma le catene che ci legavano erano d'argento e questo piccolo particolare rendeva le cose un po' più complicate. "Cavolo come farà Stefan?! Devo riuscire a liberarmi." Dissi ancora fra me e me.

"Ti sei svegliata finalmente." Mi disse un ragazzo avvicinandosi. Io lo guardai accigliata e continuai nel tentativo di liberarmi.

"Ci hai portati tu qui?! Cosa vuoi da noi!?" Gli chiesi con tono poco simpatico.

"Si, ma non da solo, fratelli venite, la ragazza ha ripreso conoscenza!" Disse il ragazzo io lo guardai e dopo poco notai altri tre ragazzi entrare dalla porta, tutti e tre identici a colui che si era accorto del mio risveglio.

"Ma... C-cos... Siete quattro gemelli?" Chiesi loro non riuscendo a credere ai miei occhi.

"Si, incredibile vero?" Mi chiese uno di loro sorridendo.

"Smettila di essere amichevole con loro."
Gli disse uno dei suoi fratelli. Io li guardai leggermente confusa, per quanto potessero essere uguali esteticamente, ognuno di loro aveva un carattere tutto suo.

"Emh... Mi state confondendo." Dissi guardandoli uno ad uno, poi continuai: "Chi siete e perché ci avete portati qui?"

"Noi siamo i guardiani di Soletude, ed é nostro compito capire chi entra e chi ha intenzione di lasciare il nostro regno." Mi spiegò uno di loro.

"Oh capisco, ma noi siamo solo di passaggio, dobbiamo raggiungere il regno di Whinterold." Dissi guardandoli.

"Whinterold, il regno delle streghe. Perché siete diretti lì?" Mi chiese ancora uno di loro.

"Per risolvere un conto in sospeso." Gli risposi. Uno di loro prese una sedia, la girò al contrario e si sedette di fronte a me.

"Se avete intenzione di uscire da questo regno, dovrete raccontarci tutto." Disse il ragazzo che si era seduto davanti a me.

"Non ho ancora capito se volete farci del male oppure no." Dissi guardandolo.

"Io sono contro la violenza, ma ciò dipenderà da voi, in ogni caso, dato che sono un gentiluomo, mi presento, il mio nome è Jake." Disse sorridendomi.

"Io sono Nancy e se volete che vi racconti perché dobbiamo raggiungere Whinterold dovete liberare me e i miei amici da queste catene." Dissi guardandoli.

"Va bene." Disse Jake, l'unico gemello di cui conoscevo il nome. Si alzò e venne da me, mi liberò dalle catene e lo stesso fece con i tre ragazzi.

"Oh finalmente, iniziavano a pizzicarmi i polsi. Grazie." Dissi loro.

"Adesso racconta." Disse Jake affiancato dai suoi tre fratelli.

"Siamo diretti lì per vendicarci delle streghe, coloro che praticano la magia nera." Dissi loro.

"Sono molte coloro che la praticano, non sarà facile. Cosa vi hanno fatto?" Mi chiese uno dei fratelli.

"Hanno quasi portato alla distruzione il mio piccolo regno, hanno tentato di scatenare una guerra fra licantropi e vampiri, ma ciò che mi fa arrabbiare di più e che... Ho dovuto uccidere mio padre per liberarlo dalla possessione di una strega. Questo non glielo perdonerò mai. Sono diretta lì per compiere la mia vendetta." Dissi guardandoli, poi continuai: "E per giunta, hanno ucciso anche i cari dei miei amici, ecco perché mi hanno accompagnata."

"Possiamo comprendere il tuo stato d'animo, è successo lo stesso a noi anni fa." Disse Jake guardandomi.

"Zitto Jake, stai parlando troppo!" Disse uno dei suoi fratelli, il più arrogante.

"Dylan sai bene che il mio potete e riconoscere un cuore puro o oscuro, questa ragazza ha un cuore pure e anche i suoi amici, quindi c'é da fidarsi!" Gli rispose Jake.

"Hai un dono straordinario." Dissi guardandolo, poi gli sorrisi.

"Grazie." Disse ricambiando il sorriso, poi continuò: "Loro comunque sono Eddy e Lory."

"Piacere mio." Sentii i ragazzi mugulare, così mi voltai verso di loro e mi alzai per raggiungerli, Peter aveva preso conoscenza. "Peter, finalmente." Dissi appoggiandogli una mano su una guancia. Lui aprì lentamente gli occhi e mi guardò.

"Nancy stai bene grazie al cielo. Cos'é successo?" Mi chiese ancora mezzo stordito.

"Va tutto bene tranquillo, siamo ospiti di quattro guardiani del regno." Dissi guardandolo.

"Guardiani del regno?" Mi chiese confuso.

"Si, ma ora ce ne andremo, dobbiamo solo aspettare che Stefan e David si riprendano." Gli risposi.

"Va bene." Disse lui voltandosi verso i due ragazzi ancora privi di sensi.

"Sarete nostri ospiti per questa notte, é pericoloso camminare di notte nei boschi di Solitude." Disse Dylan, uno dei gemelli.

"Vi ringrazio, ma non serve, davvero. Viaggiare anche durante la notte ci farà raggiungere la nostra meta prima del previsto." Dissi guardandolo.

"Insistiamo nel farvi restare, avrete l'opportunità di riposarvi, riprendere forze e mettere qualcosa sotto i denti." Disse Jake guardandoci.

"Beh, sarebbe da scortesi rifiutare una proposta tanto generosa, va bene, resteremo." Dissi guardandoli.

"Non potrei essere più d'accordo." Disse Peter sorridendo. I quattro fratelli sorrisero e quando anche David e Stefan si svegliarono ci mostrarono le nostre camere. Dopo una notte di riposo, la luce del giorno ci diede segno che era giunto il momento di riprendere il nostro viaggio, così ci alzammo e ci preparammo per affrontare un altro misterioso regno. Una volta pronti scendemmo al piano si sotto dove trovammo i quattro fratelli seduti a tavola intenti a fare colazione.

"Buongiorno ragazzi, noi adesso dobbiamo proprio andare, grazie per la gentilezza e l'ospitalità." Dissi guardandoli.

"Credi che questa roba sia tutta per noi?" Ci chiese Dylan.

"Sedetevi e fate colazione con noi, vi aspetta un lungo viaggio." Disse Jake.

"Davvero? Grazie mille! Siete fin troppo gentili." Dissi guardandoli e sedendomi a tavola accanto a Jake.

"Finalmente si mangia!" Disse David sedendosi accanto a Dylan.

"Sembra un sogno! Stavo per impazzire dalla fame." Disse Stefan unendosi a noi e lo stesso fece Peter. Tutti ci precipitammo a tavola e divorammo tutto ciò che i ragazzi avevano messo in tavola, era da giorni che non mangiavamo.

"Cavolo, eravate davvero affamati." Disse Lory guardandoci sconvolto.

"Non sai quanto." Gli rispose Peter ancora con la bocca piena.

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