20 CAPITOLO

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"È Andy! Finalmente una risposta!" Aprii il messaggio e lo lessi, ma ciò che lessi mi lasciò davvero delusa, Victor dopo non molto si svegliò, assonnato mi guardò, lasciai cadere il cellulare dalle mani, non riuscii a dire nulla, ero troppo sconvolta per parlare. Lui confuso si mise a sedere accanto a me, prese il cellulare e lesse il messaggio.

"Si é trasferito." Mi  disse, poi mi guardò. Io gli risposi semplicemente annuendo, sentivo un enorme groppo in gola e gli occhi che si riempivano di lacrime, ma non volevo che lui mi vedesse in quello stato, era una promessa che avevo fatto a me stessa. "Hey." Mi disse guardandomi, poi continuò: "Non é mica la fine del mondo?"

"No, non lo è, ma di certo, non sarà più lo stesso la mia vita senza di lui, mi mancherà tantissimo." Dissi mentre una lacrima mi rigò il viso, era più forte di me, piangere mi avrebbe sicuramente aiutata a sentirmi meglio, anche se questo non faceva parte della mia filosofia. Victor si intristì e non esitò nell'abbracciatmi.

"Hey, adesso ci sono io, ok?" Disse accarezzandomi dolcemente i capelli.

"Proprio quando eravamo più uniti, proprio quando stavo per innamorarmi; lui è andato via e non sono nemmeno riuscita a salutarlo." Dissi in lacrime, affondando il viso nel petto di Victor e stringendolo sempre più forte.

"Io ci sarò sempre per te. Niente, niente sarà mai in grado di separarci, te lo prometto." Mi disse. I nostri sguardi si incrociarono le sue parole mi fecero bene al cuore e mi strapparono un piccolo sorriso.

"Ti ringrazio." Gli risposi con un filo di voce. Lui mi tenne ancora stretta a sé, sarebbe stato bello sentire il suo cuore battere, mi avrebbe fatta sentire più umana, ma ormai di umano in noi non c'era quasi più nulla, una cosa era certa, anche se non sentivo il suo cuore battere sapevo che in fondo avrebbe fatto di tutto per me.

"Perchè non me ne ha parlato prima?" Gli chiesi.

"Forse non voleva che tu ci restassi troppo male." Rispose lui.

"Saperlo così mi ha fatta stare peggio. Quindi suppongo che il nuovo ragazzo abbia preso il suo posto in classe." Dissi guardandolo.

"A quanto pare, quel tipo non mi piace affatto." Disse lui.

"Lui è come noi, è un lupo mannaro." Gli dissi.

"Lo so, è questo mi preoccupa. Scopriremo di più avendo a che fare con lui più spesso." Disse. Io annuii alle sue parole, poi continuò: "Che ne dici se ti eserciti a chiudere la mente? Almeno sarai impegnata a fare cose più importanti che a pensare al tuo amico umano." Io annuii ed iniziammo subito ad allenarci, ma solo dopo vari tentativi riuscii a far si che lui non leggesse ciò che stavo pensando.

"Allora? Cos'ho pensato?" Gli chiesi facendogli un piccolo sorriso. Lui mi sorrise e scosse leggermente la testa, poi continuai: "Non ci sei riuscito vero?" Gli sorrisi.

"Beh, in effetti no, impari molto in fretta. Vedrai, col tempo ti verrà naturale, non ti servirà concentrati." Mi disse lui.

Passammo l'intero pomeriggio a letto e a chiacchierare, il nostro rapporto sembrava migliorare giorno dopo giorno e ciò non faceva altro che rendermi felice. Il sole ormai basso fece spazio al buio e alle stelle. La convivenza con Victor non era poi così male come immaginavo, anzi, era molto piacevole la sua compagnia e soprattutto adoravo vederlo ai fornelli, quando cucinava si impegnava al massimo. Giunta l'ora di cena, ci accomodammo a tavola, lui mi servì come un vero e proprio gentleman, dopodiché si sedette di fronte a me. Lui si cibava come al solito di sangue, molto raramente toccava cibo commestibile.

"Da dove le prendi queste sacche di sangue?" Gli chiesi.

"Me le procurano, non sono io che vado a prenderle." Mi rispose lui.

"È davvero così buono?" La mia curiosità sulla vita di un vampiro diventava sempre più profonda.

"Lo è, ma come esiste cibo diverso per gli umani esiste anche sangue diverso per noi vampiri. Il tuo sangue è molto raro, ci sono vampiri in giro che non esiterebbero nell'ucciderti. Non devi mai, mai fidarti di un vampiro e se serve, non fidarti nemmeno di me." Mi disse.

"Io di te mi fido già e nulla riuscirà a farmi cambiare idea, tu sei diverso, lo so, lo sento." Gli dissi. Lui restò a guardarmi sorpreso dalle mie parole, il suo sguardo trapassò il mio e ciò mi fece venire profondi brividi lungo tutta la schiena, non potei fare a meno di arrossire e abbassare il capo.

"Sono pur sempre un vampiro. I vampiri e i licantropi sono nemici da secoli." Disse distogliendo lo sguardo da me.

"Lo so ma, il nostro é un caso diverso, noi siamo diversi." Gli risposi.

"Solo perché siamo gemelli, non vuol dire che tu durante la Luna Piena non possa sbranarmi e io durante una crisi di fame non possa staccarti la testa." Mi disse.

Alzai il capo e lo guardai un po' delusa.
"Allora, tu non ti fidi di me."

"Non é di te che non mi fido, ma del lupo che é in te, non sai ancora controllarti, anche se so che imparerai molto in fratta." Disse.

Nonostante sapessi che in fondo aveva ragione, io non la pensavo come lui, mi fidavo ciecamente di lui e sapevo che non mi avrebbe mai fatto del male, nemmeno durante una crisi di sete. Non dissi nulla, mi alzai e lavai l'unico piatto sporco, il mio. Dopodiché salii al piano superiore e mi feci una bella doccia rilassante, pensai a ciò che mi aveva detto Victor. Quel ragazzo non faceva altro che confondermi, prima mi rassicurava, poi mi diceva che non dovevamo fidarci l'uno dell'altro, non sapevo come comportarmi con lui. Qualche ora dopo decisi di mettermi a letto e di rilassarmi e dopo non molto anche Victor mi raggiunse.

"Hey, sei già a letto?" Mi chiese chiudendo la porta dietro di sé.

"Si, sotto le coperte si sta davvero bene sai?" Dissi accoccolandomi fra di esse.

Lui mi sorrise e si avvicinò alla porta del bagno.
"Vado a farmi una doccia." Mi disse prima di lasciarmi nuovamente da sola. Io annuii poi rimasi a fissare il soffitto per qualche minuto, mi ricordai della conversazione che stavamo affrontando fuori scuola e che non avevamo avuto modo di portare al termine. Non appena mi raggiunse e si stese accanto a me, mi girai verso di lui e decisi di continuare la conversazione lasciata in sospeso.

"Senti Victor, fuori scuola stavamo parlando di una cosa ma..." Lui mi interruppe, si girò anch'egli verso di me e continuò ciò che stavo dicendo.

"Lo so, vuoi sapere com'è essere un vampiro." Mi disse. Il suo sguardo era così intenso, mi fece rabbrividire, sentivo il freddo della sua pelle anche se c'era qualche metro di distanza fra noi, era davvero bello dovevo ammetterlo. Arrossii e solo dopo qualche secondo annuii timidamente alle sue parole.

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