35 CAPITOLO

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"Non dirmi che non sai cos'é." Disse guardandomi.

"Ripeto, ho già sentito questa parola in giro, forse da nostro padre, ma non so cosa sia o almeno non lo ricordo." Gli risposi guardandolo, poi continuai: "Saresti cosi gentile da spiegarmelo tu?" Gli chiesi.

"Certo, ma prima avrei qualcosa da chiederti." Disse lui guardandomi.

"Dimmi pure." Dissi guardandolo.

"Ricordi qualcosa di quando eravamo prigionieri?" Mi chiese.

"Si, ho qualche ricordo confuso, ma si." Gli risposi.

"Mi hai detto una cosa molto importante." Disse lui guardandomi dritto negli occhi e la sua aria era abbastanza seria.

"Parla pure allora." Dissi incrociando il suo sguardo. Sapevo perfettamente di cosa volesse parlarmi, ma speravo con tutta me stessa che lui non lo ricordasse.

"Mi hai detto che mi ami." Disse lui facendosi più vicino a me, io arrossii leggermente poi abbassai lo sguardo per l'imbarazzo.

"I-io cosa?" Dissi fingendo di non ricordare, ma lui poggiò la sua mano sulla mia e la strinse leggermente.

"Mi hai detto "ti amo"." Disse poi incrociando le sue dita con le mie.

"Mi dispiace ma... Io... io non ricordo." Dissi tenendo lo sguardo basso.

"Dovresti, perché per me é stato davvero importante. Ho sentito il cuore tremare per qualche secondo." Disse prendendo la mia mano e poggiandola sul suo petto, il lo guardai arrossendo ancora di più.

"Io non posso ancora credere che tu ti sia innamorato di una come me, io che sono tua sorella." Dissi guardandolo.

"Io non ti ho mai considerata come sorella, per me eri un'amica, una migliore amica." Disse guardandomi negli occhi e portandomi una ciocca di capelli dietro l'orecchio, poi continuò: "E sappiamo bene entrambi che prima o poi uno dei due finisce per cadere nella trappola dell'amore."

Le sue parole mi fecero provare un vuoto allo stomaco, furono le parole più belle che qualcuno mi avesse mai detto, ma dopotutto non aveva tutti i torti, non eravamo cresciuti come fratelli e ciò aveva reso la reazione di Victor più che naturale, l'amore l'aveva catturato, ma probabilmente la prossima vittima sarei stata io. "Victor io non so davvero cosa dirti." Dissi guardandolo.

"Allora non dire nulla, lascia che sia io a parlarti di cosa provo ogni volta che ti guardo." Disse accarezzandomi delicatamente il viso, poi continuò: "Mi sono innamorato di te sin dal primo giorno, sei stata un colpo di fulmine, ho provato ad esserti fratello, ma più litigavamo e più mi piacevi, sei l'unica che riesce a darmi testa e non immagini quanto questo mi faccia impazzire, non sai quanto sei bella quando ti arrabbi."
Disse sorridendomi nel modo più dolce e sincero del mondo. Arrossii pesantemente, non mi sarei mai aspettata parole del genere, soprattutto dette da lui, sembrava così romantico ed innamorato, ma la realtà era che noi eravamo fratelli e che quindi tra di noi non ci sarebbe potuto essere nulla.

"Victor non vorrei scoraggiarti così d'impatto ma..." Lui non mi lasciò finire che intervenne quasi subito.

"Il nostro è un amore impossibile, era questo ciò che volevi dire?" Disse guardandomi. Lo guardai per qualche minuto senza rispondergli, poi abbassai il capo ed annuii. Lui mi guardò per qualche secondo poi abbassò il capo annuendo a malincuore. "Non potrò fare altro che dimenticarti allora." Disse.

"Io non voglio che tu mi dimentichi, voglio solo che tu ti ricorda che io sono tua sorella." Dissi poggiandogli una mano sulla spalla.

"Ci proverò, ma non ti prometterò nulla." Disse guardandomi.

Lo guardai con sguardo malinconico poi decisi di cambiare argomento per non farlo sentire peggio di quanto non si sentisse già. "Allora adesso mi dici cos'è un Alpha?" Gli chiesi.

"L'Alpha é un licantropo che possiede più forza di tutti gli altri e che generalmente é il capo branco, di solito gli Alpha sono lupi di genere maschile." Mi spiegò velocemente.

Lo guardai incuriosita. "Ma io non ho un branco e soprattutto non sono un uomo." Gli risposi, poi restai per qualche minuto in silenzio a pensare. "Forse colui a cui è stato prelevato il campione di sangue era un Alpha." Gli dissi guardandolo.

"Probabile. Chi uccide l'Alpha diventa il nuovo Alpha ed eredita tutto il suo potere." Mi spiegò lui.

"Allora papà ha ucciso un licantropo, adesso é tutto chiaro!" Dissi accigliata.

"Già e credo che il trattato di pace sia stato infranto in questo modo. Nostro padre ha ucciso l'Alpha che guidava il branco di Stefan." Disse guardandomi.

Mi accigliai al solo pensiero, la rabbia che cercavo di controllare era davvero troppa. "Nostro padre é un gran bastardo! Sta facendo riaccendere la rivalità tra le due specie!"

"È non dobbiamo permettere che accada, anch'io non desidero altro che la pace." Disse Victor.

"Non possiamo perdere altri licantropi! Dobbiamo darci una mossa." Dissi guardandolo.

"Nemmeno i vampiri, non sono tutti bastardi come credi, molti la pensano come me, soprattutto coloro che sono cresciuti orfani." Disse lui.

"Restano pur sempre più pericolosi e spietati dei lupi mannari. Nostro padre ha ucciso un lupo mannaro innocente, senza alcuna ragione!" Gli risposi.

"Forse perché la ragione sei stata tu, il sangue dell'Alpha è stato iniettato in te." Disse lui.

"Smettila di difenderli! Sai benissimo che ho ragione. Io sarei potuta restare un essere umano e vivere la mia vita come tutti gli altri, lui non aveva alcun diritto di farmi questo! Mi avevi detto che avresti combattuto al mio fianco, ti stai già tirando indietro?!" Gli chiesi a tono alto e accigliata.

"Certo che no! Ma non voglio che tu parli in questo modo di noi vampiri. Tu sei accecata dall'odio verso nostro padre e ciò ti porta ad odiare tutti i vampiri; voglio solo che tu capisca che non tutti i vampiri sono cattivi come nostro padre." Disse guardandomi. Lo guardai senza dire una parola, non aveva tutti i torti, ero accecata dall'odio per i vampiri a causa dell'odio che provavo per mio padre, ma volevo comunque certezze concrete che mi avrebbero dato campo libero nell'affrontare l'epocale battaglia che si sarebbe tenuta fra i vampiri e i lupi mannari.

"A me basta sapere che ci sarai tu al mio fianco, qualsiasi cosa accada." Dissi guardandolo dritto negli occhi.

"Nulla, nulla mi farà cambiare idea sulla decisione che ho preso. Lotteremo insieme e non permetterò mai a nessuno di farti del male." Disse incrociando il mio sguardo.

"Non volevo sentire altro." Dissi prima di stendermi sotto le morbide e calde coperte.

Lui si alzò dal letto e mi guardò.
"Questo pomeriggio andremo nel branco del tuo amico, lì sapranno dirci di più." Disse lui.

"Davvero credi che possano dirci di più?" Chiesi guardandolo.

"Sicuro, in fondo colui che é stato ucciso é il loro capo branco." Rispose lui.

"Credo che adesso il nuovo capo branco sia il padre di Stefan, tutti li rispettano e li proteggono a costo della vita." Dissi guardandolo.

"Loro pensano che il signor Tylor sia il nuovo capo branco, ma il vero capo branco sei tu." Disse guardandomi, poi prese il vassoio che era poggiato sul letto e camminò verso la porta della camera per poi andare via, ma io lo chiamai.

"Victor aspetta." Dissi guardandolo, lui si voltò verso di me e mi guardò, continuai: "Scusa se spesso sono poco gentile." Gli dissi.

Lui mi sorrise dolcemente.
"Scusami anche tu, spesso anch'io non sono molto amichevole con te." Disse prima di lasciare la camera e chiudere la porta alle sue spalle. Stare sola mi aiutò a riflettere bene sulla situazione in cui mi aveva coinvolta mio padre. Io ero il nuovo capo branco dei lupi mannari a cui Stefan apparteneva, ma se il padre di Stefan era ritenuto capo branco, allora colui che era stato ucciso sarebbe stato probabilmente suo nonno, questa era l'unica teoria sensata che mi era passata per la testa. L'unica cosa in cui speravo era la fiducia del branco nonostante tutto.

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