86 CAPITOLO

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David mi guardò impalato, non sapeva come avrei reagito alla sua risposta, ma la verità era che non lo sapeva nemmeno lui.
"Non né ho idea, mi dispiace." Mi rispose il ragazzo.

"Tranquillo, non importa, ero solo curiosa." Dissi abbassando il capo e ripensando a mio padre. Avrei tanto voluto trovare un modo per salvarlo ma ormai il suo corpo non era altro che cenere sparsa chissà dove. Peter notò il mio viso malinconico e mi si avvicinò poggiandomi una mano sulla spalla.

"Hey basta, non pensarci più." Mi disse, come se fosse stato facile.

"Peter, sono stata io la causa della sua morte, come posso non pensarci?!" Dissi guardandolo.

"La magia é stata la causa della sua morte e anche dell'odio che provavate nei suoi confronti. La stregoneria ti ha costretta ad ucciderlo, prima ancora che la stregoneria lo spingesse ad uccidere voi." Disse Stefan. Ultimamente era molto silenzioso, parlava pochissimo, dopo non molto si alzò e uscì dalla sala e tutti noi lo guardammo andare via.

"Scusate se mi intrometto, sembra una questione molto seria questa di cui state parlando, vorrei tanto sapere di che si tratta." Disse il ragazzo guardandoci.

"Saprai tutto a tempo debito." Gli rispose Peter, poi continuò: "Piuttosto, come facciamo a raggiungere il regno delle streghe?" Chiese guardando il ragazzo.

"Whinterold? Bisogna raggiungere Londra, ai confini di Londra c'é un regno di nome Riften, un regno che non è visibile all'occhio umano, solo creature sovrannaturali o speciali riescono a vederlo e sapere della sua esistenza." Gli rispose David.

"Hey aspetta un attimo, cosa c'entra Whinterold con il regno di Riften?" Gli chiesi leggermente confusa.

"Riften é il nome dell'intero regno, ovvero quello delle streghe, quello dei vampiri e quello dei licantropi." Rispose il ragazzo.

"Cosa? Io credevo che il regno dei vampiri fosse questo e che i licantropi non avessero un regno." Dissi guardandolo. A quelle parole il ragazzo scoppiò in una tremenda risata divertita. "Cos'hai da ridere?" Dissi leggermente accigliata.

"Perdonatemi principessa, ma questo regno non può mai competere con quello di Riften. Riften é grande quasi mezzo mondo, ogni regno e il doppio, anzi, il triplo di questo. I sovrani possiedono un palazzo dieci volte più grande. Questo é solo un piccolo paesino sconosciuto in confronto." Disse David. Guardai Peter perplessa e lui guardò me nello stesso modo.

"Bene, allora non vediamo l'ora di vedere questo bellissimo regno." Disse Peter guardandolo.

"Rimarrete sbalorditi da ciò che vedrete."
Disse il ragazzo. Ero molto confusa da ciò che avevamo scoperto, ma anche molto curiosa di saperne di più.

"Quando iniziamo il viaggio?" Chiese Peter guardandolo.

"Anche domani stesso, ho con me tutti gli strumenti che occorrono." Rispose il ragazzo.

"Perfetto, dobbiamo armarci per bene anche noi allora, sarà un lungo viaggio. Dissi alzandomi dalla sedia.

"Va bene, informo Stefan e Victor di prepararsi per domani." Disse Peter alzandosi e uscendo dalla sala. Io lo guardai uscire dalla sala poi mi voltai verso David.

"Dì ai tuoi di non essere in pena, questa sera sarai nostro ospite qui al palazzo." Dissi prima di girarmi verso la porta per andare via, ma lui mi chiamò, così mi fermai.

"Principessa." Disse guardandomi, io mi voltai verso di lui e lo guardai.

"Chiamami Nancy. Cosa c'é?" Gli chiesi.

"Avete solo diciassette anni, ma parlate come una donna molto più matura, perché?" Mi chiese. Lo guardai sorpresa dalla sua domanda, ma non avevo una risposta da dargli.

"Credo di essere stata costretta a crescere velocemente, a comportarmi e riflettere in questo modo." Dissi guardandolo. Lui si avvicinò di qualche passo e mi guardò con uno sguardo colmo di malinconia, come se riuscisse a percepire e a provare ciò che provavo nel mio stato d'animo.

"Non capisco, siete una principessa, avete un grande regno, persone che vi rispettano, che vi adorano, un fratello che vi ama." Disse guardandomi.

"Mi sarebbe bastato avere una famiglia unita come la tua, questo è il motivo principale per cui non potrai mai capire perché sono diventata ciò che sono."
Gli risposi, poi mi rigirai verso la porta e lasciai la sala. In realtà David da quelle parole aveva capito molto, la sua principessa era così e non lo sarebbe diventata se avesse vissuto in una famiglia felice. David rimase per qualche minuto a testa bassa poi con aria decisa raggiunse la sala principale, dove ci riunimmo tutti.

"Altezza, starò fuori per qualche minuto." Disse David inchinandosi di fronte al suo re.

"Si, certo vai pure." Gli rispose Victor guardandolo, poi riprese immediatamente a firmare e compilare alcuni moduli reali. Io intanto mi sedetti sull'erba in giardino a pensare e ripensare la stessa maledetta scena, la morte di mio padre, coprii il viso con le mani e strinsi forte i denti.

"Perdonami papà, perdonami." Dissi con un groppo in gola e trattenendo le lacrime.

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