57 CAPITOLO

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Intanto io ed Victor passeggiammo verso casa accompagnati da un'animata discussione. "Tu sei pazzo!" Dissi guardandolo accigliata.

"Se non farò io da esca nessuno lo farà e soprattutto nostro padre e noi che vuole!" Mi rispose lui.

"Lui ti farà del male! Anche se sei il più forte sei vampiri, non sei abbastanza forte da affrontare lui!" Dissi a tono alto.

"Quello infatti é compito tuo Nancy! Tu devi dargli il colpo di grazia!" Disse urlandomi contro.

Ero furiosa e lui era tremendamente testardo, non saremmo mai riusciti a ragionare a mente fredda.
"Voglio fare tutto da sola ok?! Non voglio l'aiuto di nessuno, se sono io colei che può ucciderlo, allora io dovrò essere la sola ad affrontarlo." Dissi urlandogli contro.

"No! Non te lo permetterò, noi dobbiamo combattere insieme!" Disse lui.

"Io sono tutto ciò che serve per eliminarlo, basto io, quindi che ti piaccia o no io svolgerò questa missione da sola."Dissi guardandolo.

"Adesso sei tu quella pazza!" Disse a tono alto, era furioso quanto me, ma non potevo biasimarlo, aveva paura, paura di perdermi ancora una volta.

"Non vuole mettere a rischio la vita di nessuno!" Dissi guardandolo.

"Anche se sei la più forte, non significa che tu sia immortale!" Mi disse lui.

"Non sarò immortale, hai ragione, ma di certo tu rischi la pelle molto più di quanto possa rischiarla io." Gli risposi.

"Che tu voglia o no, non ti lascerò affrontare quel pazzo da sola." Disse rivolgendo il suo sguardo alla strada davanti a sé.

"Sono già morta Victor e di sicuro non morirò ancora." Dissi guardando anch'io davanti a me. Proseguimmo il cammino verso casa accompagnati dal silenzio. Non potevo lasciarlo fare da esca, se non avrei fatto in tampo a salvarlo non sarebbe riuscito a sopportare le torture che nostro padre gli avrebbe fatto. Dopo vari minuti di silenzio Victor decise di rivolgermi la parola, ma questa volta sembrava essersi calmato.

"Io non voglio perderti ancora." Disse lui, io lo guardai sott'occhio, ma non glielo feci notare.

"La conversazione é chiusa Victor, sono stanca di discutere." Dissi riportando lo sguardo sulla strada.

"Perché cazzo sei così testarda!?" Mi disse accigliandosi. Dopo non molto giungemmo finalmente a casa, ma io arrivai con qualche minuto di anticipo e quindi la prima cosa che feci fu raggiungere la cucina e nutrirmi di sangue. Quando ero solo un licantropo mi sarebbe venuto da vomitare, ma adesso, dovevo dire che non era poi così male, o forse continuava a disgustarmi, ma la necessità di berne mi faceva autoconvincere che fosse buono. Era tutta una questione psicologica. Dopo aver placato la mia sete di sangue salii al piano superiore e raggiunsi la mia camera, non appena aprii la porta vidi Victor che sedeva sul letto.

"Ma cos... Tu non sei più veloce di me, come hai fatto?" Gli chiesi.

"Questo é vero, non sono più veloce di te, ma sono abbastanza furbo da approfittare delle tue distrazioni." Mi rispose. Lo guardai perplessa e confusa, non capivo dove volesse andare a parare.

"Spiegati meglio, non credo di aver capito." Dissi chiudendo la porta alle mie spalle ed appoggiandomi con la schiena ad essa.

"Eri così distratta e presa dai pensieri che non mi hai sentito arrivare, queste tue distrazioni potrebbero essere uno svantaggio per noi. Tu hai dei sensi straordinari e devi imparare ad usarli nel minor tempo possibile e nel modo più impeccabile." Disse guardandomi.

"Imparerò." Gli risposi staccando così le spalle dalla porta a cui era poggiata.

"Non senza qualcuno che ti alleni." Disse lui.

"Mi allenerai tu suppongo." Gli dissi ancora, ma con una certa freddezza.

"Certamente, sarò io ad insegnarti e inizieremo proprio adesso." Disse alzandosi dal letto, dopo pochi secondi non lo vidi più, mi affacciai alla finestra e lo vidi farmi segno di raggiungerlo sul retro del giardino. Senza esitare lo raggiunsi e mi fermai proprio di fronte a lui.

"Avevi detto che volevi che io riposassi per un po', ma se vuoi allenarti oggi stesso per me non é un problema." Dissi guardandolo con freddezza.

"Ho cambiato idea. Ti insegnerò a combattere da vero vampiro, a prevedere un attacco e migliorare i tuoi sensi e riflessi." Mi disse.

"Bene, se è questo quello che vuoi, ma credo che qui non ci sia spazio a sufficenza, meglio trovare un posto più spazioso ed isolato." Dissi guardandolo. Lui acconsentì alla mia proposta e senza dirmi nulla sparì, ma io riuscii a seguirlo e in pochi secondi ci ritrovammo in un punto del bosco non troppo lontano da casa.

"Qui é perfetto non trovi?" Chiese guardandomi.

"Sembra di si, ma sappi che non smetterò di essere arrabbiata con te. Tu non mi ascolti mai!" Gli dissi a tono alto.

"Adesso ti ho ascoltata, siamo qui nel bosco, dove volevi no?" Disse ironico, ma la sua ironia in quel momento non faceva altro che alimentare la mia rabbia, ma lui continuò: "Oh, mi raccomando, non farmi troppo male."

Quella frase per me fu come versare alcool sul fuoco; la vista mi si incupì e infuriata lo sfidai quasi all'ultimo sangue. "Che l'allenamento abbia inizio allora!" Urlai contro di lui pronta ad attaccarlo.

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