•Bello addormentato•

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ANDREA POV'S
Ero affacciato alla finestra quando mi giro verso il suo viso e
«Sai? Sono sempre qui vicino a te ma mi manchi, mi manchi tantissimo. Dai. Svegliatii. Voglio che ritorni a prendermi in giro.»
Ma come sempre lui non si muoveva.
Era fisso.
Le sue labbra chiuse e i suoi occhi serrati.
Stavo malissimo a vederlo così.

A rompere questo dannato silenzio fu la macchina del battito cardiaco che si ferma su un rumore fisso e segna una linea retta verde, su uno sfondo nero.

Mi paralizzai poi subito corsi fuori per chiamare un dottore
«Aiuto, vi prego. Un dottore.» gridai attirando l'attenzione di tre dottori di cui due vennero ad aiutarmi.
«Cosa è successo Andrea?» disse il dottore impegnato a staccare un tipo di filo.
«Niente, ero lì seduto e la macchina ha iniziato a suonare.. Cosa significa?» chiesi con ansia tenendo la sua mano libera da ogni flebo e da ogni apparecchio.
«Significa che non riesce a svegliarsi da solo, e che dobbiamo aiutarlo noi.. Dobbiamo provare ad aiutarlo noi.» disse accentuando l'ultima frase.

Il mondo mi cadde addosso alla frase "Non riesce a svegliarsi da solo."
Uscimmo dalla stanza con la barella e gli tenevo la mano fino alla sala operatoria.
«Prima che entra. Quanto è pericolosa questa operazione..?» chiesi al dottore tirandogli il camice mente l'altro era già entrato con Ale.
«É molto difficile, ma tutto dipende da lui. Se ce la farà a rimanere, e non si lascerà andare.» disse per poi aprire le porte e sparire.

Le porte si chiusero e mi provocarono un venticello che mi causò brivido lungo la schiena.
Non mangiavo già da un giorno.
Andai vicino alla macchinetta e presi un Kinder Bueno, tanto per tenermi sveglio e magari in forze.

Dopo varie e varie ore, entrò un altro dottore.
Non mi limitai nemmeno un po' a chiedere qualcosa.
Tanto mi avrebbero risposto «Non possiamo dirle niente»
Ma andate a fanculo teste di cazzo.
Appena entrò attraverso le porte sentii urlare «Lo stiamo perdendo. Libera, libera.»
«Eh. Sai Ale.. Io lo immaginavo che l'operazione era difficile, ma non pensavo che tu avresti lasciato andare così. Tu non puoi morire, non ora e non così. Ti prego, lotta un altro po'. Immagina quando ti sveglierai quanto sarà bello baciarci, abbracciarci. No? Ti amo Ale. » pensai piangendo..« E Ti ringrazio per avermi fatto diventare gay..» continuai con la faccia piena di lacrime e un piccolo sorriso.

Mi sedetti per terra vicino alla porta.
Avevo paura, volevo che si svegliasse.

ALESSANDRO POV'S
.. Non sapevo come dovevo fare per svegliarmi.
L'avrei fatto volentieri. Mi stavo rompendo le palle con tutto questo buio.
Non facevo altro che pensare ad Andrea. E come stava. Cosa faceva. Cosa pensava.
"Ah quell'idiota. Quanto vorrei baciarlo." pensai.

Ad un certo punto sento voci come "Libera, libera.."  le sento come un eco che si sparge dappertutto anche se ero nel nulla.
"Libera cosa?"
"Sto morendo?"

«Ah.» dico poco dopo.
«Ah» ancora.
Sentivo bruciature sul petto, e rimbalzi, come una calamita che mi tirava via il cuore.

Dopo qualche minuto, tutto tornò regolare.
Sentivo il battito cardiaco ritornare regolare, e i dottori che dicevano
«Bravo ragazzo.»
Ma perché? Che avevo fatto?
Continuavo a sentire il dolore alla testa, probabilmente stavano ricucendo.
E poi il nulla.

I dottori ripetevano tra di loro che mi sarei svegliato tra qualche ora.
Non potevo crederci, ce l'avevo fatta e potevo tornare a guardare gli occhi di Andrea.
Nel frattempo ero lì, da solo, ad aspettare come un cretino il risveglio del bello (ovvio) addormentato, ovvero io.

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