•Ti amo davvero•

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ALESSANDRO POV'S
Io ero lì, e riuscivo ad ascoltare tutto.
Giustamente lui non lo sapeva.
Anche se non potevo farlo da fuori, dentro ridevo come un pazzo ascoltando le sue promesse da ragazzina.

Ovviamente ero triste, perché avrei voluto svegliarmi e tirarlo sul letto per baciarlo.

Ma era più forte di me. Qualcosa mi teneva gli occhi chiusi, e la mente oscurata.
Non provavo dolore. Ma avevo una leggera paura di non riuscirmi a svegliare.

Tutta la giornata con quel rumore fastidioso della macchina del battito cardiaco mi faceva venire mal di testa, ma se l'avrebbero spenta, addio caro Me.
Ci provavo sempre. Non sapevo dove mi trovavo, era buio, ma immaginavo di aprire gli occhi, ma niente funzionava.

«Sai? Sono sempre qui vicino a te ma mi manchi, mi manchi tantissimo. Dai. Svegliatii. Voglio che ritorni a prendermi in giro.»
Lo volevo tanto anche io.

Ad un certo punto, non riuscivo più ad ascoltare niente, tutto si faceva opaco, e non sentivo più il resto del corpo.
La macchina del battito cardiaco era impazzita.
Era un rumore fisso.
Sentivo a malapena Andrea allarmarsi, andare di fretta a chiamare un dottore urlando per il corridoio.
«Amore mio, tranquillo, sto bene. Non mi fa male niente...» cercavo di urlare, ma le labbra erano serrate.

Sentii un dottore che disse che con urgenza dovevano portarmi in sala operatoria.
"Non di nuovo" pensai.
Ma praticamente non avevo scelta. O quella operazione, o avrei detto addio ad Andrea.
Preferivo rischiare che arrendermi.
Ovvio se non ci fosse stato Andrea senza problemi avrei lasciato stare, ma provavo a tenermi in vita per lui.
Questo significa lottare.
Per vederlo ancora ridere, e per baciare ancora quella bocca da diciassettenne idiota appena diventato gay.

Ero nella sala operatoria, riuscivo a percepirne l'odore.
Mi rasarono una parte di capelli.
"Non i miei bellissimi capelli" pensai.

I dottori sapevano benissimo qual'era il mio problema.
Sentivo parlare di una botta, ed un trauma cranico che mi aveva causato qualcosa al cervello.

Nonostante ero mezzo-morto, riuscivo a sentire un dolore forte alla testa.
Mi stavano operando.
Non avrei mai immaginato che mi avessero operato al cervello.
Durante l'operazione sentivo le voci sempre più lontane e la sensibilità del corpo sempre meno presente.

"Caro Andrea mi sa che non rivedrò mai più il tuo bel sorriso, i tuoi bei occhi nocciola, non penso che toccherò più i tuoi capelli morbidi e le tue labbra carnose. Scusa se ti ho fatto diventare ciò che non saresti dovuto essere. Penso che è momento di salutarti, ma almeno sono riuscito a salvarti da Luca e a dimostrarti quanto ti amo. Perché ti amo, e sei la cosa più bella della mia vita." pensai.

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