•Me lo stavano porando via•

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«Eccola» dissi tra me e me.
L'avevo trovata.
Cercai di vedere attraverso la finestrella, dov'era Ale.
«Ma guarda te. Povero. Tutto per colpa mia. Cazzo.» dissi per poi accertarmi che non ci fosse nessun dottore nei paraggi.
Così spinsi quella porta ed entrai.

Era disteso sulla scomoda barrella, era lì da solo, in attesa dei dottori che lo operassero.
Intravidi dei dottori portarlo in un'altra stanza.
Cercai di entrare anche in quella, ma una dottoressa mi fermò dicendo «Mi dispiace ma qui non puoi entrare.»
«No lei non capisce, quel ragazzo sta così per colpa mia, per favore..» dissi prendendole un braccio.
«La capisco, molte persone litigano e poi rimpiangono, succede a tutti.» disse per poi lasciarmi lì da solo.
Mi sedetti per terra aspettando tutto il tempo possibile l'uscita da quella stanza.
«Si, a tutti succede, ma io sono uno stronzo, e questo non doveva succedere a lui cazzo.»

Aspettai ore e ore, quando vidi tre dottori entrare di corsa con una bombola e delle fasce. Non so cos'erano, ma mi alzai di fretta e chiesi cosa stesse succedendo.
Ovviamente la dottoressa di prima rispose «Ci sono delle complicazioni ma non possiamo dirle altro, mi dispiace.»
Iniziai a piangere. Sì perché piano piano mi stavano portando via la parte più bella della mia vita.
Questo ragazzo era riuscito a farmi dimenticare tutto della mia famiglia, di quella di Lola, delle ragazze.
E io l'ho ripagato così.
«Me l'hai dimostrato che mi ami amore mio.» dissi cercando di asciugare le lacrime.
Decisi così di andare da Luca.

Cercai dappertutto la sua stanza quando poi lo trovai.
Poi decisi di ritornare indietro, quel ragazzo era causa persa
«Ehi, femminuccia.» disse attirando la mia attenzione
«Come mi hai chiamato?» chiesi irritandomi
«Femminuccia, non sei una femmina scusa? Ti piacciono altre cose no?» continuò
Andai di corsa verso lui per mettergli le mani al collo, non poteva muoversi per via dell'operazione al braccio, e qualche punto sul petto.
«Senti figlio di puttana, meglio essere gay che essere un pezzo di merda come te.»
«Ohoh Andrea si è arrabbiato, che c'è ti ho fatto male?»
«No, non a me. Cazzo.» dissi togliendogli le mani e iniziando a piangere cadendo a terra.
«Perché l'hai fatto?» chiesi portandomi le mani fra i capelli.
«Perché lui e non me? Perché gli hai ficcato quel pezzo di vetro ...» non riuscivo a parlare. Le parole morivano in gola.
Potevo solo piangere perché non sapevo niente di ciò che succedeva li, in quella sala.
«Non si sarebbe messo in mezzo» disse guardando fuori dalla finestra.
«Cosa? Ma ti rendi conto, che può morire. Che non mi dicono un cazzo i dottori e che voglio sapere se il suo cuore batte ancora.»
Vidi che non rispondeva, era praticamente una testa di cazzo.
«Dai sono felice che ti ho allontanato da Lola, chi sa che le combinavi.» dissi per poi dargli le spalle e andare da qualche parte aspettando che uscisse Ale.
«Scusa. Davvero.» sentii dire poi da Luca.
«Ma vaffanculo.» risposi.
Ormai aveva fatto tutto ciò e la cosa non si risolveva così.

•INNAMORATO DI LUI•Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora