Ti piace che dobbiamo essere solo amici?

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Andai in camera pensando che quel ragazzo era decisamente strano, e non so se scherzava o meno ma mi stava per baciare, o forse no?
Mi buttai sul letto e iniziai a vedere se c'era qualche notifica Facebook.
La linea per fortuna c'era e un mio amico mi aveva taggato in un video dove due gay si baciavano.
Mi stavo eccitando, lo ammetto, ma mi faceva schifo così scrissi un commento "Hahahaha i gay... Ma per piacere. Fanno schifo."
E altri miei amici commentarono con "Hahaha"
Dopo qualche ora, mentre ero sommerso nei miei più oscuri pensieri e nelle fighe.. cioè volevo dire nelle ragazze della nave, arrivò la sua notifica.
"Alessandro ti ha mandato una richiesta di amicizia"
Non ero sicuro fosse lui così vidi le sue foto, cazzo era lui.
Spensi il cellulare e lo poggiai sul letto.
*suona il cellulare*
•messaggio da Alessandro•
«Stronzo fai meglio ad accettare l'amicizia.» era una registrazione.
•La sua voce.•
«Perché dovrei?» anche io gli mandai la registrazione.
«Perché... cazzo ne so. Siamo amici, quindi accetta.» disse ridendo
•La sua risata.•
«Ah si? Siamo amici? Giusto, perché gli amici normali, tra maschi si nascondono il cellulare nei pantaloni, così che l'altro deve prenderlo, per poi andare a lett..» non finii la frase ma la registrazione si inviò e uscì una bestemmia.
«Per andare dove?»
«Da nessuna parte.»
«Guarda che scherzavo, se ti da fastidio il mio carattere quando sto con un amico allora scusa.»

'ultimo accesso alle 16:40'

Quel ragazzo mi stava facendo impazzire.
Uscii dalla stanza e andai in palestra.
«Allora vediamo, parto dai pesi.» dissi guardando una ragazza fare lo squat.
Feci un sorriso, ma stranamente non mi fece alcun effetto.
«Ehy, moro.. quanti pesi fai?»
Eh ma che cazzo. Stava sempre li. Ovunque andavo.
Mi girai di scatto finendo fra le sue braccia, o meglio mi manteneva le braccia.
«Lasciami, sembriamo gay lo capisci?»
Fece una strana faccia per poi andare al lato opposto da me.
Lo odiavo per questo, perché era lunatico.
Faceva più pesi di me.
Ci guardammo e iniziò la sfida, a chi andava più veloce con i pesi maggiori.
«Eh moro! Non c'è la fai più?» disse col fiatone dopo che posò i pesi.
Non ebbe mia risposta, e appoggiò la mano sulla mia schiena.
«Uau come ti batte il cuore»
«Sembra normale no? O sarei morto. Non pensi?» gli risposi
«Senti ma perché cazzo mi rispondi così?» mi chiese
«Io?»
Non capii nemmeno perché feci quella domanda, avevo il fiatone mi girava la testa, così andai su una panchina lontano da lui.
«Andrea...»
"Ora chi cazzo é?" pensai
«So che tu.. sei il ragazzo più carino in questa nave.»
Alzai gli occhi era bellissima, come tutte le tipe che mi facevo.
«Hm.. E tu saresti?» dissi leccandomi il labbro.
Notai che mentre la ragazza si avvicinava sensualmente a me Alessandro mi guardava arrabbiato e faceva tutto sbadatamente.
"Ma perché se ne va" dissi a bassa voce
«Hey fusto, io sono qui!» disse la ragazza
Mi accorsi che non la stavo ascoltando per niente.
«Dicevo io sono Sarah, e ho 19 anni...»
Stava per continuare ma la fermai.
«Scusa devo andare..» le dissi alzandomi di corsa
«Dove vai?» chiese
«Vieni sta sera stanza 115» risposi in fretta correndo
Cercai Alessandro
Avevo bisogno di alcune risposte
Lo trovai fuori affacciato per guardare il mare.
«Alessandro?»
«Cazzo vuoi?» rispose
Mi fermai a poca distanza da lui
«Senti... ma io dovrei .. farti delle domande.. cioè.. perché mi guardi sempre male quando sto accanto ad una ragazza?»
Non rispose girandosi al lato opposto
«Ah, forse sei geloso, io pesco ragazze e a te non abboccano..»
Stavo per ridere quando si girò di scatto per gridare
«Zitto, basta. Cazzo.»
«Ale.. Che ti ho fatto»
«Madonna basta, ora non ti sembriamo gay? Che c'è quel commento l'hai fatto così per sentirti grande?»
Capii subito di cosa parlava ma cosa gli avrebbe mai importato?
«Perché mi guardi così?»
«Scusa..» non sapevo che rispondergli
Se diceva così il motivo c'è...
«Ale.. Ma per caso tu sei gay?» chiesi come se la voce mi si fermasse in gola.
Si irrigidì.
Non rispose.
Sentivo solo i nostri respiri.
Non riuscivo nemmeno a vedere il suo viso.
Poi si girò di scatto e con uno spintone mi fece allontanare così da lasciargli la strada libera per andare via da me.
Qualche minuto dopo andai al bar e mi avvicinai a Lola.
«Hey André hai saputo?»
«Cosa?» le risposi senza guardarla portandomi la testa fra le mani
«Che domani sera nella sala al 5º piano c'é la discoteca» disse
«E beh... Siccome non ci sono i miei genitori, io volevo chiederti.. No beh io ci vado»
«Non ci pensare nemmeno.» le dissi iniziando a bere qualcosa offerto dal barista.
«Ma perché?»
«Semplice, hai 15 anni, e ci sono ragazzi della tua età, più grandi, è più grandi ancora. Tu sei una bella ragazza. Che ci vuole che ti fanno bere così ti portano in camera e ti scopano?» dissi accelerando il ritmo sull'ultima frase.
«La delicatezza proprio!» disse e andò via.
Poteva pensare quello che voleva, ma lei non ci sarebbe andata.
«Un'altra per favore.»
«Ragazzino attento é alcolica.»
Lo guardai con fare minaccioso, e me ne diede subito un'altra.
Si fece ora di cenare, io e Lola prendemmo posto.
Mangiammo parlando di qualsiasi cosa.. anche se io continuavo a fissare un ragazzo moro che era dietro lei.
«Andrea.. dietro me non c'è nessuna ragazza.. cos'hai? »
«Perché dev'esserci per forza una ragazza?» dissi leccandomi le labbra senza il minimo pensiero di ciò che avevo detto.
Fece una strana faccia.
«Cioè volevo dire che.. che sto guardando quel quadro.. é molto bello .»
«André che ti succede, a te i quadri non sono mai piaciuti.»
Stetti zitto portando la mano a seguire il contorno del bicchiere.

•Ale per caso tu sei gay?•

Quelle parole mi ritornavano in mente.

«Senti Lola, io vado.. »
«Ma è già la terza volta che te ne vai..»
Non la guardai e andai in palestra.
Era tardi e non vi era nessuno , ma avevo bisogno di sfogarmi, così appesi un sacco, e mi misi dei guantoni, e iniziai a dare pugni forti.
Sentivo che iniziavo a sudare, mi tolsi la maglia e le gocce di sudore scivolavano sui muscoli tesi delle mie spalle e della mia schiena abbronzata.

«Non pensi sia tardi per fare palestra?»
«Ma basta... mi spieghi perché sei qui?» gli chiesi.. Ma non rispose
«Perché mi segui?» continuai
Ma non rispose, così continuai a dare pugni al sacco.
Si stava avvicinando ma non gli degnai nemmeno uno sguardo.
Si mise dall'altra parte del sacco e lo tenne fermo, così da farmi accelerare i pugni che deformavano il sacco.
Ogni pungo che davo era un suo sguardo.
Non sopportavo più la sua presenza nonostante mi stesse aiutando, così sganciai un pugno e glielo diedi sul naso, facendogli uscire il sangue.
Ritornai sulla terra e mi accorsi di quello che avevo fatto.
«Scusa Ale»
«Cazzo, che ti viene? Perché l'hai fatto?» chiese portandosi la mano al naso
Si riprese e mi diede un pugno sullo zigomo poi mi diede un pugno nella pancia, così da farmi cadere per terra.
Si abbassò e all'orecchio mi sussurrò
«Ti piace così? Ti piace che dobbiamo farci del male? Che dobbiamo guardarci da lontano? Che abbiamo paura di toccarci? Ti piace che dobbiamo essere solo amici?»
All'ultima frase presi un respiro mi alzai e gli diedi un pugno sulla guancia così da causargli una ferita.
«Basta.» dicemmo entrambi così da meravigliarci e guardarci.
Avrei voluto rimanere, ma mi stavo innervosendo così.. andai in camera, e c'era una ragazza che mi stava aspettando.
«Oddio cosa ti è successo?» chiese lei alzandosi di scatto dal letto
«Niente, aspetta vado a sciacquarmi e vengo»

•INNAMORATO DI LUI•Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora