La chemio.

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Jennifer e Josh rimasero davanti al portico di casa della ragazza per una decina di minuti, stretti l'uno nelle braccia dell'altra.

"Niente più bugie Josh, ti prego!" Esclamò Jennifer mollando la presa.

"Ti prometto che non ce ne saranno." Rispose Josh.

"Voglio che tu sappia che non devi affrontare tutto questo da solo e che.." sospirò per un istante. "..che sconfiggeremo questa malattia insieme, mi hai capita amore?"

Josh sorrise, poi entrarono in casa.
Si recarono nella vecchia camera di Jennifer e si stesero sul letto.

"Hai fame?" Chiese Jennifer.

"No, non mi va nulla!" Rispose lui stiracchiandosi.

"Il dottore cosa dice?" Domandò poi tutto d'un fiato.

In realtà avrebbe voluto affrontare la questione con calma e delicatezza ma proprio non ce la faceva più a trattenersi.

Josh esitò per un istante, stupito della maniera diretta in cui glielo aveva chiesto. "Ha detto di iniziare la chemio il prima possibile con una serie di cicli piuttosto invasivi."

"Perfetto, allora domani andiamo subito in ospedale per prendere appuntamento ed iniziare la cura." Disse Jennifer rassicurandolo.

Il ragazzo si mise seduto sul letto e si portò le mani alle tempie.

"Che c'è?!"

"Non so se voglio iniziare la chemioterapia." Rispose lui sospirando.

"Cosa? Per quale motivo scusa?" Chiese Jennifer impietrita.

"Anche a mio nonno era stato diagnosticato un tumore l'anno scorso e aveva iniziato subito la terapia e.." interruppe la frase.

"E?" Lo invitò a proseguire lei.

"E lo abbiamo visto sfiorire giorno dopo giorno. La terapia lo stava consumando. Verso la fine non sembrava neanche più lui. Non voglio che succeda anche a me!" Concluse lui.

"Josh ti rendi conto di quello che stai dicendo?" Domandò Jennifer allibita.

"Si, me ne rendo conto."

"Come puoi solo anche pensare una cosa del genere? Vuoi morire? È questo quello che vuoi?" Insistette lei piangendo.

Josh aveva lo sguardo perso nel vuoto.

"E non pensi a me? O alla tua famiglia? Non ti viene in mente che magari perderti potrebbe distruggere tutto?" Josh ti prego tu devi iniziare la terapia altrimenti io..." ora Jennifer singhiozzava e mentre parlava doveva fare delle pause poiché le mancava il fiato.

Josh non poteva rimanere impassibile davanti a quella scena. Si avvicinò a lei e con dolcezza la strinse tra le braccia.

"Inizierò la terapia piccola, te lo prometto.." le sussurrò nell'orecchio sinistro.

Il giorno seguente si alzarono presto per recarsi in ospedale. Josh era terribilmente giù di morale mentre Jennifer pareva essere di uno strano buon umore.

Camminavano mano nella mano e una volta arrivati nello studio medico attesero una decina di minuti prima di essere ricevuti.

"Buongiorno, prego accomodatevi!" Esclamò il dottore accogliendoli nello studio.

"Buongiorno!" Risposero entrambi.

"Allora signor Hutcherson, ho esaminato a fondo il suo caso. Sono piuttosto ottimista e sono convinto che se lei è disposto ad iniziare subito la terapia abbiamo buone possibilità di eliminare del tutto il tumore." Disse il dottor con tono di voce squillante.

"Sentito?" Sussurrò Jennifer nell'orecchio di Josh.

Il ragazzo non rispondeva. Pareva totalmente perso nei suoi pensieri. Le parole del dottore erano così positive mentre lui, in cuor suo, sentiva che in quella circostanza di positivo non c'era un bel niente.
Avrebbe fatto la fine suo nonno, ne era sicuro. Pian piano il suo umore sarebbe peggiorato, la sua personalità sarebbe mutata.
Fosse stato per lui avrebbe rinunciato a tutto, ma c'era Jennifer e doveva combattere per lei.

"Se per lei va bene io direi che possiamo iniziare anche ora con il primo ciclo." Esclamò il dottore riportandolo alla realtà.

Josh alzò lo sguardo.

"Si, certo! Certo va benissimo! Anzi dottore la ringraziamo per la sua disponibilità." Rispose Jennifer.

"Per lei va bene signor Hutcherson?"

Il ragazzo annuì senza dire nulla.

"Perfetto, allora vi chiamo subito l'infermiera che vi accompagnerà al terzo piano." Aggiunse poi alzando la cornetta del telefono. "Jane ti sto mandando due ragazzi da accompagnare al terzo piano, grazie."

Jennifer e Josh strinsero la mano del dottore e poi lasciarono lo studio. Ad attenderli, fuori dalla porta, c'era Jane. Una ragazza piuttosto giovane, probabilmente sulla trentina, con una folta chioma di capelli ricci.

"Seguitem!" Disse in tono cordiale.

Più si avvicinavano al terzo piano, più Josh si sentiva in ansia. Sudava freddo e sentiva le gambe deboli.
Sapeva benissimo che una volta iniziato non avrebbe più potuto tornare indietro e questo lo terrorizzava. Per fortuna c'era Jennifer al suo fianco che gli stringeva la mano e che non lo lasciava neanche per un secondo.

Una volta raggiunta la stanza, Josh venne fatto accomodare su una poltrona.

"Allora ragazzi, dovete sapere che con la chemioterapia ci sono diversi modi in cui possiamo iniettare il farmaco. In questo caso noi faremo affidamento alla flebo. A differenza di altre tipologie di approccio, quelle della flebo si presta bene nei casi in cu la sostanza deve essere somministrata in un tempo variabile da 30 minuti ad alcune ore." Spiegò Jane mentre preparava l'ago. "Ora rilassati." Aggiunse poi.

Infilò l'ago nel braccio di Josh, poi attese un paio di minuti per verificare il corretto funzionamento della flebo.

"Tornerò tra un'oretta ma se dovesse esserci qualcosa non esitate a chiamarmi."

Jennifer e Josh rimasero soli nella stanza.

"Come ti senti?" Domandò la ragazza mentre gli accarezzava la mano.

"Ho la nausea.." Rispose Josh sospirando.

"È normale tu cerca di rilassarti.." replicò lei sorridendo. "Andrà tutto bene Josh, andrà tutto bene."

Trascorsero circa 2 settimane e Josh si era già recato più volte dal medico. Si sentiva molto debole e vomitava stesso.
Quella mattina, dopo aver fatto la doccia, si passò una mano tra i capelli e rimase inorridito quando notò le numerose ciocche che gli erano rimaste incastrate tra le dita.
Ora l'incubo era iniziato veramente e Josh non riusciva a vedere la luce alla fine del tunnel.

Mentre continuava ad osservare i suoi capelli ormai non più suoi Jennifer entrò in bagno. Non appena vide Josh con la mano piena di capelli rimase paralizzata. Il ragazzo aveva un'espressione che lei non gli aveva mai visto, faceva quasi paura.

"Jennifer esci!" Esclamò con tono freddo.

"Tutto okay Josh?" Replicò lei avvicinandosi.

"Ho detto esci!!" Questa volta Josh urlò.

Jennifer spaventata chiuse la porta, ma vi rimase accostata con l'orecchio destro.
Non poteva fare altro che restare lì ad ascoltare le urla arrabbiate del suo ragazzo.
Non poteva fare altro che restare lì a sentire tutto quel dolore senza poter fare nulla.


Non lasciarmi qui.Onde as histórias ganham vida. Descobre agora