- 40 - Flight To Aosta

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«...un pacco di pistacchi, tre tubi di Pringles alla paprika e un muffin al cioccolato. Anzi, due muffin.», Ryan finì di scegliere dal carrello dell'hostes svuotandolo per tre quarti.
Ultimamente mangiava a dismisura, eppure non ingrassava di un chilo, anzi, sembra essere addirittura dimagrito, anche troppo. Per questo ero abbastanza in pensiero, più di lui stesso, ed aspettavo gli esiti degli esami cui lo obbligai a sottoporsi.

«Sono 102,34 dollari, signore.», rispose l'assistente di volo, shockata dalla mole dell'ordine.

«Grazie.», rispose Ryan continuando ad urtare Chris con il suo cibo e, talvolta, col gomito.

«Potresti stare più attento?», gli chiese scocciato, guardandolo bieco.

«Oh, scusi Mr. Noia.», rispose Ryan infastidito a sua volta, roteando gli occhi ed aprendo un pacchetto di patatine.

«Dovevi comprare così tanto cibo? Si vede che hai soldi da spendere.», lo criticò, «Cos'è, hai smesso di andare a puttane?», Chris lanciò la sua ennesima frecciatina, era da un po' di tempo che litigavano spesso.
Il loro rapporto era degenerato e sembrava non voler migliorare.

«Sì, a differenza tua.», Ryan assottigliò lo sguardo intendendo la relazione tra Chris e Charlotte. Una relazione particolare.
Notai che in presenza di Ryan il loro rapporto era rose e fiori, idilliaco quasi, ma quando questo non era nei paraggi Chris si disinteressava alla ragazza, la maltrattava anche, nonostante l'interesse di Charlotte nei suoi confronti fosse genuino e non dipendesse dai soldi o dalla fama. C'erano molte cose fuori posto in quella faccenda.
Charlotte, proprio su ordine di Chris, continuò a lavorare nel night club in quanto a lui non importava che andasse a letto con altri; non aveva intenzione di pagarle l'affitto o di conviverci. Sembrava quasi odiarla e ogni volta che il chitarrista non era nei paraggi, Chris lo cercava con sguardi silenziosi, ignorando la ragazza.

«Geloso?», lo istigò Chris con un ghigno sadico sul volto.

«Scusate, vi sarei grata se i vostri litigi di coppia li limitaste in casa. Se volete posso darvi il numero di un buon terapista di coppia.», interruppe una donna che sedeva nella fila davanti a loro, irritata dai loro battibecchi

«Noi non stiamo assieme.», chiarì Ryan con una nota di tristezza negli occhi, ma accentuando una vena di ribrezzo nel suo tono.

«Certo, come no...», borbottò sarcastica la signora tornando a sedersi composta.

«Comunque non mi interessa.», rispose il chitarrista con profondo fastidio, ma il cantante continuò a fissarlo vittorioso.
«Vai a fanculo, Cerulli.», ringhiò Ryan voltandosi verso il finestrino con le braccia strette al petto e il volto imbronciato.
Lo sguardo di Chris si fece meno spavaldo e più addolorato. Abbassò gli occhi e si guardò le mani pensieroso.

«Devo andare al bagno.», esordì Ryan qualche ora dopo.

«Vacci.», tagliò corto l'altro.

«Come faccio se ci sono le tue gambe da stangone di mezzo?», domandò puntiglioso, con tono alto. Alzai gli occhi dalla mia rivista per assistere alla scena.
Chris continuò ad ignorarlo, addirittura si stiracchiò impedendo ulteriormente il passaggio.
«Eh va bene. Ti scavalco.», avvisò Ryan appoggiando le mani sulla testa del cantante e camminandogli sopra.

City LightsWhere stories live. Discover now