Capitolo 7

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"...Luogo...data...mittente...Lord Southampton di ...eccetera, eccetera...Carissima Marie Elise, spero che questa mia non arrivi troppo in ritardo, anche se sono consapevole che, in effetti, sono passati diciassette anni dall'ultima volta in cui siamo stati nella stessa stanza. Tu eri solo una neonata e quindi non puoi ricordare! Mi rendo conto soltanto adesso, con il peso della vecchiaia, dell'enorme errore che ho fatto nel tagliare i rapporti con la mia unica figlia, ma l'orgoglio dei Southampton non mi ha permesso di prendere altra decisione. Credo che ti abbiano raccontato i vari avvenimenti che mi portarono a questa drastica decisione, anche se da un punto di vista diverso dal mio, ma confido che tu avrai modo di leggere questa mia missiva e che, senza remore, potrai scegliere di venire ad ascoltare un povero vecchio raccontare la sua versione dei fatti. Sono mosso dalla certezza che tu riceverai questo mio scritto. Tale sicurezza è avvalorata dall'interesse che, di certo, tuo padre avrà nei confronti del tuo futuro, indissolubilmente legato al nome della famiglia di tua madre e quindi al mio.
Attendo una tua visita presso...Con affetto, tuo nonno...eccetera, eccetera..."
Resto un attimo basita!
Mio "nonno"...una persona che non ha mai avuto interesse per me, che non ho mai visto e di cui ho soltanto sentito raramente parlare...ed ora vuole vedermi!
Guardo mio padre pallido e ciò mi dispiace.
"Bene piccola, a te la decisione! Se hai domande a cui io e tua madre possiamo rispondere, falle tranquillamente. Se vuoi posso far venire qui Nicole anche ora."
Ho un mucchio di domande che mi ronzano in testa, ma mi dispiace far soffrire papà. Lo vedo nei suoi occhi, ha paura di qualcosa.
"Certo papà, ma prima dimmi qual'è la tua preoccupazione!"
Lo vedo prendere tempo, fissarmi mentre si passa le mani sulla fronte.
"Preferirei che ci fosse anche tua madre presente..."chiama il maggiordomo e gli chiede di far venire mia madre.
Dopo poco eccola arrivare col suo passo leggero ed elegante. Si siede sul bracciolo della sedia di papà e gli circonda le spalle con un braccio. Strano, è la prima volta che la vedo usare un comportamento che non rispetti l'etichetta...ed è la prima volta che ha uno sguardo da persona adulta...
Ha visto la lettera tra le mie mani, ha un lampo di sofferenza che subito maschera con un sorriso comprensivo.
"Cara, sono certa che dopo aver letto quella missiva avrai molte domande per noi, a cui cercheremo di dare una risposta più che distaccata. Ti prego, chiedi!"
"Mamma, papà, voi mi avete raccontato per sommi capi cosa ha portato alla rottura con i genitori della mamma, io non ho motivo di dubitare nella vostra parola, quindi vorrei chiedervi soltanto una cosa...voi conoscete il nonno sicuramente molto più di me..." sorridiamo tutti e tre per ovvi motivi "...quindi, secondo voi, perché si fa vivo solo adesso? E cosa c'era scritto nella lettera indirizzata a te, mamma?"
Mia madre sospira e papà le stringe la mano, confortandola.
"Lisa, cara, mio padre, come ben sai, avrebbe voluto fare di me il mezzo per ampliare il potere dei Southampton...al tempo in cui io e tuo padre ci siamo conosciuti, io ero in procinto di sposare il figlio di un amico di tuo nonno. Il matrimonio era stato deciso anni prima, quando ero ancora una ragazzina. Motivi politici e sociali muovevano le scelte matrimoniali, come ancora oggi accade nel ton...non ci siamo mai voluti arrendere, tuo padre ha persino comprato un titolo nobiliare nella speranza di far cambiare idea a tuo nonno, ma ovviamente mio padre era dell'opinione che il sangue è quello che conta; così, forti della fortuna che aveva accumulato tuo padre nei suoi duri anni di lavoro, decidemmo di sposarci in gran segreto, con la speranza che, a cose fatte, mio padre potesse accettare la cosa. Ma non fu così. Tuo padre fu accusato di volere soltanto la mia dote ed il mio nome...insomma fu considerato un arrampicatore sociale...ma ormai il matrimonio era stato celebrato e nessuno poteva più fare niente...restava soltanto una cosa da fare, secondo mio padre...ripudiarmi...io, la sua unica figlia. Fu un duro colpo. Volevo bene a mio padre sebbene fosse una persona chiusa, ma quando mi disse ciò che voleva fare, e che l'avrebbe fatto, come poi è successo, a meno che non avessi denunciato tuo padre per "avermi obbligato" a sposarlo, arrivai ad odiarlo.
Fu così che finirono i nostri rapporti. Successivamente lo vedemmo soltanto una volta, il giorno in cui nascesti. Non sappiamo come venne a saperlo, ma dichiarò di essere venuto a vedere il frutto del nostro matrimonio. Sempre nella speranza che fosse rinsavito, obbligai il mio amato Charles a mostrarti a lui senza remore...altro terribile errore...sono irripetibili le affermazioni che fece su di te quel giorno..."
Mia madre sospira addolorata. Questa parte della storia non me l'aveva mai raccontata nessuno... sono dispiaciuta per lei e per mio padre, ma ancora non capisco cosa voglia "mio nonno" da me.
"...da quel momento non abbiamo avuto più sue notizie, almeno fino ad oggi...nella missiva inviata a me, dove era racchiusa anche quella indirizzata a tuo nome, ci sono tante scuse, ma il tono è pretenzioso come sempre. Tuo nonno non chiede, ordina. L'ha sempre fatto. È per questo che io e tuo padre abbiamo lasciato a te la scelta sulle decisioni più importanti..."
Papà mi sorride, ma il sorriso è un sorriso stanco.
"...tuo nonno chiede di poter incontrare sua figlia e sua nipote... non ha menzionato suo genero!Personalmente ho già preso la mia decisione, senza tuo padre non voglio incontrare nessuno. Sarebbe come disconoscere le nostre promesse matrimoniali, ma tuo padre insiste che potrei pentirmene..."
"Tesoro, ne sono convinto! Anche se ammetto di non aver provato piacere nel leggere le richieste di quel vecchio caprone, non voglio che quando giungerà la sua ora tu debba provare rimorso. Oggi è soltanto un povero vecchio che non può più nuocerci."
"Bene caro, rifletterò sul tuo consiglio, ma non ti prometto nulla! Tornando a te, mia cara, nella mia missiva tuo nonno lascia intendere che vorrebbe riconoscerti come sua erede legittima, in quanto sua unica discendenza. Ci tiene troppo a non vedere il titolo morire."
La guardo stranita e non capisco le sue parole...so che mia madre è titolata, ma non ho mai chiesto ne mi è mai interessato sapere qualcosa di più di questo...
"Dimmi cara, cosa ne pensi? Cosa ti senti di fare?"
"Mamma, papà, non saprei! Ho bisogno di pensare. Non ho mai sentito l'esigenza di avere un titolo nobiliare. Per me un nome vale l'altro, come mi avete sempre insegnato! Ma sono indecisa se incontrarlo oppure no. La mia è più curiosità, ma non voglio che uno di voi due debba soffrire per le mie decisioni."
"Piccola, accetteremo qualunque tua scelta" papà mi rassicura.
Mi brontola lo stomaco rumorosamente, che vergogna!
Papà sorride e la mamma "Credo che sia ora di pranzo! Magari a stomaco pieno la decisione sarà più facile da prendere! "

Per tutto il tempo non faccio altro che rigirare il cibo nel piatto.
Ho fame, ma lo stomaco non vuole accettare.
Ho riletto mentalmente la lettera del nonno migliaia di volta, ma un paio di volte mi sono ritrovata a fissare il verde delle foglie al centro della tavola...quegli occhi... non ho ancora avuto il tempo si soffermarmi su tutto.
Ho bisogno di dormire e riflettere a mente fresca.
Finito il pranzo saluto i miei genitori con il classico bacio, che tanto classico non è, visto che nelle altre famiglie del ton non ci sono tali effusioni.
Salgo in camera e mi butto sul letto.
Prendo la lettera del nonno, ma non so cosa pensare e, mentre leggo e rileggo, Morfeo mi stringe nel suo abbraccio ristorativo...Sono nuovamente nel bosco, Jasmine è con me e due occhi verdi mi fissano. Sento come se mi stesse guardando dentro, fin nel profondo, ma stavolta sono io che mi avvicino. Mi sento sfrontata, afferro le redini del suo cavallo e lo avvicino al mio...quando sta zitto è davvero piacevole guardare i suoi muscoli guizzanti...ora non è più l'uomo sconosciuto, ma è lord Lucas...i suoi capelli biondi sono mossi dal vento...una nuova piacevole visione, ma i suoi occhi mi danno i brividi. Mi osserva famelico.
Poi...
Poi mi sveglio...sudata e tremante...
Mi alzo e decido di sciacquarmi il viso nel catino.
Fuori è già buio. Che strano sogno.
"È ora di cena, miss!" Justin apre la porta dopo aver bussato...

Se la mia storia vi è piaciuta almeno la metà di quanto è piaciuto a me scriverla,  allora vi chiedo di darmi una stellina alla fine di ogni capitolo.
Ogni suggerimento è ben accetto.

Ballo in maschera #Completo #Romanzo StoricoWhere stories live. Discover now