Capitolo 3

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Il maggiordomo entra con una tale aria d'importanza che sembra sia "lord Granpancione", gli manca solo il cavallo... faccio fatica a trattermi dal fare un commentino ironico!!!
È seguito da un anziano signore con i capelli bianchi, al cui braccio è appesa una giovane donna sulla trentina, bionda dai chiarissimi occhi azzurri.
L'uomo ha un classico abito scuro chiaramente costoso, mentre la donna svolazza in una nuvola di chiffon turchese che richiama il colore dei suoi occhi... non saprei definirla... sicuramente è molto bella, ma mi dà l'impressione di un essere umano avvolto ( o meglio quasi incastrato) nello zucchero filato!
Ha l'aria altezzosa mentre si guarda intorno, mi mette a disagio, non so perché!
"Milord, sono arrivati lord Rashmore e consorte!"
"Che piacere vedervi. È passato molto tempo!!!" Mia madre ormai fa le fusa...ma non capisco la sua affermazione, io non li ho mai visti i nostri ospiti.
"Ben arrivati" afferma educatamente mio padre, giusto per far sentire la sua presenza, credo!
"Avete fatto buon viaggio?" Continua mia madre.
"Grazie, si il viaggio è stato molto tranquillo. E voi? Avete fatto di certo un viaggio molto più lungo e stancante del nostro..." leggo dell'ironia nell'affermazione di lord Rashmore, ma forse mi sbaglio,  mah!
Noto un rossore insolito sulle guance di papà che si prepara a ribattere, lo vedo sospirare e sono certa che stia contando lentamente da uno a dieci prima di rispondere, anche se solitamente lo fa solo quando è arrabbiato,  ed ora non capisco quale sia il motivo scatenante.
"In effetti si, il nostro è stato un viaggio molto più arduo e d impervio,  se paragonato al vostro per giungere dalla vostra abitazione alla nostra, vero cara?!" Sull'ultima affermazione fulmina mia madre con uno sguardo di rimprovero "...stiamo pur sempre parlando di dover attraversare la stradina che collega le nostre dimore!!!" Sorride apertamente, ora, ma il sorriso non raggiunge gli occhi,  ovviamente.
Ora capisco l'atteggiamento di mio padre.
Certo,  ha ragione, mia madre a volte sembra fuori dal mondo e talvolta è davvero imbarazzante ascoltare i suoi commenti...se solo riflettesse di più e parlasse di meno!
A quanto pare siamo praticamente vicini di casa...
Li osservo meglio, certo la differenza di età è notevole!
Sembrano più padre e figlia che marito e moglie!
Vengo riportata alla realtà dalle parole di mio padre "Ho il piacere di presentarvi la mia unica e preziosa figlia, Marie Elise" e, così dicendo, mi allunga la mano destra. La afferro e mi avvicino, inchinando il capo secondo gli insegnamenti che mi sono stati impartiti.
Non mi sono mai sentita molto a mio agio con tutti questi convenevoli imposti dall'etichetta ed, anche se in campagna non ci sono state molte occasioni che li richiedevano, mia madre mi ha sempre imposto di studiarli insieme alla mia istitutrice, una persona così dolce e premurosa, quasi come un rottweiler!!! Ora che ci penso, quando la facevo arrabbiare (e questo capitava spesso), sembrava quasi che ringhiasse!!!
"Milord, milady" sento la mia voce lontana kilometri.
"È davvero una gemma unica!" Lord Rashmore mi osserva con occhi arzilli "Di certo farà girare la testa a molti giovanotti qui in città!"
"Sicuramente, tesoro!" Lady Rashmore mi mette sempre più a disagio. Mi guarda con gli occhi stretti a fessura. Sembra un gatto pronto a balzare sulla sua preda. Non mi piace! "Ma molto dipenderà dal fatto che è a dir poco sconosciuta. Come di certo ricorderai, non è ancora stata presentata in società, quindi la curiosità spingerà la gran parte dei giovanotti a ritenerla "particolare" proprio per l'alone di mistero che avvolge da settimane il suo nome!"
Non so, mi sembra un'affermazione alquanto pungente,  sebbene nascosta dietro ad un sorriso falso,  ma qui pare che sono l'unica ad averlo notato.
"Certo tesoro! Come sempre sei lungimirante!" Lord Rashmore accarezza la mano di sua moglie, guardandola ammaliato.
Mia madre è ammirata, mentre mio padre sembra pronto alla carica.
Probabilmente avrà avuto la mia stessa sensazione. Più tardi devo ricordarmi di chiederglielo. Per fortuna papà è una persona intelligente e moderna. Ancora una volta non mi spiego come si sia potuto innamorare di mia madre tanto da decidere di comprare il titolo di barone pur di sposarla... non lo capirò mai!
"Signori, se volete seguirmi, la cena sarà servita!"
Seguiamo il maggiordomo in sala da pranzo e, dopo esserci accomodati, iniziano ad arrivare le portate.
Il cuoco francese assunto da mio padre è davvero molto bravo! Oltre che buone da mangiare, le portate, sono anche molto scenografiche.
I signori Rashmore ed i miei genitori continuano nei loro discorsi.
Mi annoia ascoltare tutte queste parole vuote, dettate solo dell'educazione e dall'etichetta.
Oh, c'è una coccinella sul tavolo!
Che carina!
Se la vedesse mia madre le verrebbe un colpo... meglio fare finta di niente.
"Lisette, hai sentito cosa ti ha chiesto lord Rashmore?!" È mio padre che mi riporta alla discussione.
Cavoletti di Bruxelles!!! Non ho ascoltato...come mi cavo d'impiccio?!
"Certamente, padre!" Chissà cosa avrà detto il nonnetto...
"Quindi cosa ne pensi, piccola?" Gli occhi di mio padre sono sorridenti nel loro rimprovero, ovviamente non mi faciliterà la cosa, posso darla a bere a tutti ma non a lui, ovviamente!
"Devo riflettere padre" gli sorrido furbetta...papà, mi hai insegnato tu come salvarmi in extremis...
"Certo che miss Marie Elise è molto oculata nelle sue decisioni,  ma deve ringraziarvi! Quasi nessun genitore lascia pieno campo decisionale ai propri figli quando si tratta di argomenti come questo,  soprattutto ad una figlia femmina!" Lord nonnetto inizia a darmi sui nervi!
"Ma tesoro, sicuramente Charles è molto aperto, in quanto modi di fare e di pensare...probabilmente dipende dalla sua formazione..." adesso lady rottweiler mi sta proprio facendo uscire fuori dai gangheri, sto per rispondere,  quando mio padre mi anticipa sul tempo "Se si riferisce alle mie esperienze di vita, Susette, probabilmente ha ragione! Non è da tutti avere la fortuna di girare il mondo e conoscere vari stili di vita. In particolare mi ritengo fortunato di potermi definire un uomo aperto a tutte le prospettive e soprattutto che non deve dire grazie a nessuno per quello che ha... Ho cresciuto mia figlia nel rispetto delle idee personali, ma mia moglie ha comunque provveduto a darle un'educazione esemplare. Quindi ritengo che Lisa possa decidere da sola per il suo futuro!..."pausa d'effetto in cui papà osserva i commensali, poi prosegue con fare sicuro "Magari avrebbe voluto anche lei avere tale opportunità!" Stoccata finale a lady pomposa che guarda con una certa rabbia mio padre.
Le ha tolto le parole.
Come sono orgogliosa di lui.
Se non l'avesse messa papà al suo posto non credo che sarei riuscita a trattenermi.
Lord nonnetto e mia madre sembrano non aver fatto caso al senso nascosto del discorso e la cena procede in un silenzio assordante.
Mia madre ogni tanto fa commenti sul tempo e lord Rashmore sulla squisitezza delle portate.
Lady simpatia pare aver perso la lingua, mentre il mio meraviglioso genitore se la ride sotto i baffi. Non posso fare a meno di lanciargli occhiatine complici, di tanto in tanto.
Terminata quella che mi sembra la cena più lunga della mia vita,  gli uomini si ritirano nello studio a fumare un sigaro, mentre mia madre invita lady Rashmore nel suo salottino privato facendomi cenno di seguirle.
Ed io che speravo di potermi chiudere in biblioteca!
Ho solo dato una sbirciatina ai volumi e non vedo l'ora di potermici dedicare. Ma pare che per ora debba rimandare.
Accediamo al salottino avvolte dal chiacchiericcio solista di mia madre che cerca di introdurre lady cordialità nel discorso, ottenendo però scarsi risultati.
Dopo esserci accomodate mia madre si rivolge a me con la sua tipica mielosità "Lisa, cara, vorresti per cortesia allietarci con una sonata per piano?"
Se potessi risponderei di no, odio lo strumento che mia madre mi obbliga a suonare.
"Madre,  preferirei davvero non mettermi in mostra"
"Ma cara siamo soltanto noi, che male c'è?! Mia madre non si rende conto di quanto io suoni male e lady Rashmore pare capirlo "Verissimo, miss Marie Elise, sono ansiosa si sentirla suonare. Ci allieti..."
Ecco, è tornato lo sguardo da predatore.
Ma non posso fare a meno di sedermi allo sgabello e premere i tasti del piano con più delicatezza possibile.
Dopo esattamente un minuto di sguardi estasiati di mia madre e quelli fintamente ammirati di lady so-tutto-io, le due riprendono a discutere di convenevoli dimenticandosi della mia presenza.
Proverei a sgattaiolare via se non fosse per il fatto che, mentre sto quasi per alzarmi, il maggiordomo, dopo un lieve bussare, entra per avvisare le signore che è appena arrivato il figlio dei signori Rashmore.
Grrrrr, probabilmente sarà una conoscenza di cui poter fare a meno, anche se la curiosità è forte soprattutto perché, durante la chiacchierata nel salottino, non ho potuto fare a meno di afferrare brandelli di conversazione in cui lady Rashmore parlava dell'erede di lord Rashmore definendolo "il figlio di mio marito".
Ecco spiegata la forte differenza d'età dei coniugi: lei è la seconda moglie.
Ma resta ancora molto da indagare, anche se non è che mi interessi molto conoscere i particolari della vita di due persone così insulse.
In ogni caso dovrei ringraziarlo per la sua venuta ritardataria che mi permette di smettere di suonare il piano senza andare contro i desideri di mia madre.
Lady Rashmore si alza dal divanetto seguita a ruota da mia madre.
Le seguo svogliatamente mentre chiacchierano, ma i loro discorsi sulla moda non mi interessano.
Ci avviamo nella sala grande dove ci attendono papà e lord Rashmore intenti a parlare con il figlio di quest'ultimo, che per ora non riesco a vedere, visto che è coperto dalla prestante figura di mio padre.

Se la mia storia vi è piaciuta almeno la metà di quanto è piaciuto a me scriverla,  allora vi chiedo di darmi una stellina alla fine di ogni capitolo.
Ogni suggerimento è ben accetto.

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