Capitolo 17

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-I: Ma stiamo scherzando?! Mi smollano in questo modo?
-J: E poi io in realtà non sono maggiorenne, ho 17 anni.
-T: Merda.
-I: Tu tra qualche mese farai 18 anni, ce la caveremo.
-J: Va bene.
Non ero particolarmente dispiaciuta. Erano solo un problema.
-T: Ti dispiace se dormo nella camera dei tuoi?
-I: No, fai pure! Da oggi è tua.
Preparai da mangiare, poi scelsi dei vestiti per quei due esseri e infine andai a farmi una doccia.
Dopo qualche giorno mi sarei tinta i capelli di azzurro chiaro.
Mi toccai la schiena, mi mancavano le mie ali.
Come la mia pelle grigia.
Almeno ero tornata normale.
La mia doccia fu interrotta dal rumore di una finestra rotta.
Mi asciugai e uscii velocemente.
-I: Che diamine è successo?
-J: Qualcuno ha lanciato questo
Mi porse un sasso, con su scritto sopra <Vedo che non mi hai ascoltata>.
Ci vennero a cambiare il vetro la sera stessa!
Alla faccia dell'efficienza!
-T: Che cosa significa questo avvertimento?
Che possa centrare quella ragazza?
Nah, non credo proprio, come potrebbe?
-I: Non ne ho idea, dai andiamo a dormire che domani abbiamo scuola.
Io in realtà mi sarei svegliata prima per andare dalla parrucchiera, ma a loro non avevo detto nulla.
Mi addormentai tra le braccia di Jeff.
Quando mi alzai feci di tutto per non svegliarlo.
La parrucchiera non ci poteva credere quando le ho chiesto di farmi i capelli azzurro chiaro.
Tornai a casa e mi rimisi nel letto a dormire.
Poco dopo la sveglia suonò.
-J: Ciao piccola.
Jeff aveva la voce impastata dal sonno.
-I: Hey ciao!
-J: Ma che hai fatto hai capelli?!
-I: Sorpresa!
-J: Wow, mi fanno impazzire.
Erano di un azzurro molto chiaro, quasi tendenti al bianco.
Erano molto cresciuti, mi arrivavano all'incirca fino al seno.
Purtroppo erano ancora dannatamente ricci.
-I: Grazie mille!
A Toby venne un mezzo infarto.
Andammo a scuola, con il penny questa volta.
Ci mettemmo meno tempo del solito e arrivammo in anticipo.
-I: Oggi sei stato bravo Jeff!
-J: A fare che?
-I: Non sei quasi mai caduto!
Una voce bloccò i nostri discorsi.
-X: E la ragazza non è caduta? Speravo si ammazzasse.
-T: Alessio evapora.
-A: Oh, e altrimenti che mi fate?
In Jeff stava salendo la rabbia.
Teneva lo sguardo puntato su di lui.
Si avvicinò di un passo, di due, di tre.
-A: Non mi fai paura. Rimani pure con quella troi...
Non fece in tempo a finire la frase che si beccò un pugno sul naso.
Anche Toby si stava buttando nella rissa.
-I: No Toby fermo!
Gli afferrai una manica per bloccarlo ma lui si scansò ed andò ad aiutare l'amico.
-I: Smettetela!
Cercai di dividerli ma mi presi sono un calcio da Alessio.
Mi allontanai e mi accasciai a terra.
Jeff mi guardò.
Il suo sguardo era cattivo, sadico.
Nemmeno il trucco riusciva a nascondere quell'enorme sorriso che gli comparve in viso.
Iniziò a prenderlo a calci.
Un calcio nello stomaco.
Due calci nello stomaco.
Tre calci nello stomaco.
Non si fermava.
Ale sputava sangue ma lui non si fermava.
La crisi dall'astinenza da omicidi.
Io e Toby ci capimmo al volo e gli bloccammo le braccia e le gambe.
-I: Jeff, per favore calmati.
-J: Non posso, è ancora vivo!
-T: Respira, respira.
Poco a poco si calmò.
Il ferito era corso dal preside.
Ci attendevano guai.
-Altoparlante: Gli studenti Jeffry Alan Woods, Toby Erin Rogers e Patrizia Quercia sono attesi nell'ufficio del preside.-
-I: Perfetto, ci mancava solo questo.
Entrammo in un ufficio con i muri grigi, una grossa scrivania in legno era posizionata in mezzo alla stanza. Da un lato era seduto il preside, dall'altro c'erano tre sedie da ufficio.
L'ansia mi stava divorando.
-Preside: Accomodatevi.
Ci sedemmo tutti e tre, Jeff in mezzo.
-Preside: Mi hanno detto che voi due ragazzi avete scatenato una rissa.
Li stava fissando.
-Preside: In particolare lei signorino Woods.
Non dicevamo nulla.
-Preside: Rischiate l'espulsione, lo sapete? Avete qualcosa da dire?
-I: Io ho qualcosa da dire. Non c'entrano loro. Sono stata io.
Mi guardarono entrambi con aria esterrefatta.
Jeff stava per dire qualcosa ma gli tirai un calcio sugli stinchi per farlo stare zitto.
-Preside: Lei è sempre stata una studentessa modello. Che le è preso?
Stavo morendo, di vergogna, di ansia e di cose di cui non sono a conoscenza.
-I: Si chiama rabbia repressa.
Dissi fredda, calma. Anche se ero tutt'altro che calma.
-Preside: Due giorni di sospensione per tutti e tre bastano e avanzano. Che non si ripeta più-
Uscimmo dall'ufficio, prendemmo gli zaini e andammo a casa.
-J: Me ti si è annacquato il cervello?!
-I: No, dovrebbe?
-T: Dopo quello che hai detto al preside! Perché ci hai coperto?
-I: Sono ancora il vostro tutor giusto?
-J: Si, ma...
-I: Allora questione chiusa.
I due giorni passarono fin troppo in fretta.
In questo arco di tempo continuavano ad arrivarci avvisi di minacce da parte di uno sconosciuto.
Non ci davamo molto peso, alla fine avevo con me due killer.
Ci arrivò un invito ad una festa, era organizzata dalla classe e avevano invitato una marea di gente.
Sarebbe stata sabato sera, mancavano due giorni.
-J: Sono sfinito!
Jeff si era appena buttato a peso morto sul letto.
-I: Come mai?
Mi buttai affianco a lui.
-J: Questa routine è troppo frenetica. E poi se ti devo dire la verità mi manca uccidere.
-I: Ti capisco, doveva essere un bello sfogo.
-J: Già, ma si resiste. Ci sono cose peggiori.
-I: Ogni tanto sai a che penso?
Gli occhi mi stavano diventando lucidi.
-J: A che cosa?
-I: Penso di non essere abbastanza per te, non ti do quello che cerchi.
-J: Tu sei fin troppo di quello che un mostro come me si meriterebbe.
Era bello parlare con lui, la sua voce era un po' roca, ma terribilmente melodiosa.
Avrei potuto sentirlo parlare per ore.
-J: Volevo chiederti una cosa. Ma tu non mi preferisci quando sono truccato e nascondo le ferite? Non ti fa impressione il mio sorriso?-
Aveva la voce che tremava, come se avesse paura di una risposta.
-I: Ho sempre amato il tuo sorriso. E comunque ti preferisco senza trucco.
Ci baciammo, lo sentivo sorridere sulle mie labbra.
Il suo odore, il suo sapore.
Era una droga per me.
Una droga che non fa male.
Che rischia di spezzarti il cuore ma che non ti uccide.
Mi addormentai praticamente su di lui.
Era bellissimo sentire il suo cuore battere, come un tamburo che suona una graziosa melodia.

My space
No va beh, ma io vi amo. Anzi, vi ano!
Siamo arrivati a mille visualizzazioni! È un sogno che si realizza!
Pizza e unicorni per tutti!

||Ticci Toby e Jeff the Killer|| Operazione CreepypastaWhere stories live. Discover now