Capitolo 10

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Penso poi di essere svenuta, perché da quel momento non ricordo cosa è successo dopo.
Mi risvegliai sul mio letto, con Jeff accanto a me.
-J: Ciao, come stai?
-I: Sto bene, ma... Che cosa mi è successo?
-J: Slenderman ha detto che questa purificazione ti toglie parecchie energie, per questo sei svenuta.
-I: Ma, come mai il letto è più piccolo? Che fine ha fatto Toby?
-J: Ha chiesto a Slend se poteva dormire in una altra stanza, sai com'è fatto Toby.
Sarà anche migliorato ma rimane sempre il solito burbero xD -
Scesi di sotto, in qualche modo mi sentivo più sollevata.
In realtà mi ero un po' a disagio al pensiero di dormire solo con Jeff, ma poi cacciai via il pensiero dicendomi che non mi avrebbe fatto nulla.
Toby era in cucina e cercava di cucinare dei waffles ma con scarsi risultati.
Aveva sporcato mezza stanza e il lavandino era pieno di pentole bruciate.
-I: Piccolo pasticcione, se eviti di incendiare la casa mi fai un favore.
-T: Ma avevo fame!
Mi fece una faccia triste irresistibile, non potevo arrabbiarmi!
-I: Va bene, te li preparo io!
Si mise a saltellare tutto contento. Bastava così poco per farlo diventare felice?
-J: Come mai tutta questa allegria?
-T: Mi sta preparando i waffles!
Jeff lo fulminò con lo sguardo.
-I: Oh, il nostro Jeff è geloso!
Gli diedi un bacio, amavo il sapore delle sue labbra.
-T: Vi prego! Non fatemi vomitare arcobaleni, pls!
-J: Sei solo invidioso!
-T: Certo, certo. Io sto bene da solo!
-I: Se non state zitti niente waffles!
Calò il silenzio in casa.
I waffles dominano xD
Finito di mangiare andai in bagno, mi guardai allo specchio.
Le lacrime mi iniziarono a cadere, non so bene il motivo, forse per quello che ero diventata.
Il mio sorriso si era spento. I miei occhi neri non trasmettevano alcuna emozione.
Ero solo un essere, un ibrido. Un demone e un angelo fusi in un corpo umano.
Non abbastanza grande per tutti e due.
Le lacrime grigie continuavano a cadere, macchiavo il lavandino, mi macchiavo la maglia.
Mi lasciai cadere ai piedi della porta.
Ritirai le ali e mi chiusi a riccio, avevo la fronte appoggiata sulle ginocchia.
Ero fidanzata con un ragazzo che non meritavo.
I miei capelli mi coprivano il viso.
Da sempre odio i miei capelli, una massa informe riccia.
Però in un certo senso mi rispecchiano. Uno spirito libero, semplice.
Sentii qualcuno bussare alla porta.
-T: Sei viva? Che hai?
Non volevo rispondere.
Aprì lentamente alla porta e mi guardò con occhi pieni di compassione.
Mi abbracciò, se solo Jeff lo avesse visto lo avrebbe squartato.
Io però dentro mi sentivo come vuota.
Nella mia mente c'era solo più il buio.
Le lacrime tornarono nere, il demone stava tornando.
-J: Ma che succede?!
Io lo guardai, con i miei occhi che sembravano due pozzi.
-I: Il mostro sta tornando.
Dissi solo questo, per poi alzarmi e andare nella mia camera.
Avevo solo bisogno di dormire.
Mi sdraiai sul letto, ma possibile? Avevo trovato un ragazzo, un migliore amico e una casa.
Eppure continuavo a sentirmi triste, perché?
Entrò Jeff nella stanza.
-J: So che in questo momento ti senti triste, hai un vuoto dentro. E non ne capisci bene il motivo. Ti sembrerà una frase scontata, ma volevo dirti che io ci sono, okay?
-I: Ti amo Jeff.
Lo baciai, il buio sparì, e lasciò spazio a sensazioni meravigliose di affetto e tenerezza.
Lo vidi arrossire, era così carino quando arrossiva.
Io mi staccai e mi morsi il labbro, stavo arrossendo anche io.
-J: Ti prego non ti mordere il labbro!
Mi guardò con faccia da piccolo maniaco.
-I: Caro piccolo pervertito, fai sparire quel sorrisetto dalla faccia che mi fai paura.
Si mise a ridere, una medicina.
La sua fottuta risata era una medicina per me.
-I: Posso chiederti una cosa?
-J: Certo, dimmi.
-I: Ma i tagli sulle guance non ti fanno male?
Fece un sorriso malinconico.
-J: Ormai non sento più nulla, e poi il dolore è l'ultimo dei miei problemi.
Lo abbracciai.
Io piangevo per motivi sconosciuti e lui sorrideva anche se il suo passato era un disastro.
Lui aveva la forza di continuare, per lui contava il futuro.
Il primo mese era passato in un attimo, il caldo continuava ad aumentare, e Jeff e Toby non la smettevano di litigare.
L'ultimo argomento era un paio di calzini.
Mi sembrano dei bambini a volte.
Dei piccoli e teneri bambini.
Intanto il demone sembrava quasi del tutto andato via, le mie lacrime erano bianche e io avevo imparato a volare in modo decente.
Cioè, più o meno.
Spesso cadevo, ma il mio corpo era diventato più resistente e sentivo di meno il dolore.
Ero anche aumentata in velocità, quasi superavo Jeff.

||Ticci Toby e Jeff the Killer|| Operazione CreepypastaWhere stories live. Discover now