Capitolo 18

360 38 2
                                    

La mattina mi svegliai da sola.
Erano già scesi di sotto e si stavano strafogando di waffles.
-I: Se continuate così ingrasserete a dismisura.
-T: Che ci posso fare se i waffles sono così dannatamente buoni?
Il giorno dopo ci sarebbe stata la festa.
Non avevo tutta quella voglia di andarci, ma non importa.
Per una volta non sarei morta.
-I: Pronti per la festa di domani?
-T: Abbastanza.
-J: Penso.
-I: Non mi sembrate molto convinti.
-J: Io personalmente non molto.
-I: Dai stai tranquillo.
La sera del fatidico giorno era arrivata.
La festa sarebbe stata alle 20:00.
Erano le 18:00 ed io avevo iniziato a prepararmi.
Mi feci la doccia, mi lavai i capelli.
Mi vestii con la mia maglia preferita, quella con la scritta "normal people scare me", un paio di pantaloncini di jeans neri strappati, dei collant e le parigine.
Tutto il nero dei vestiti faceva risaltare i miei capelli azzurri.
Mi truccai con l'eyeleiner (?), il mascara e un po' di fondotinta.
Non volevo mettere né vestitini striminziti e scollati. Volevo essere me stessa.
Jeff era vestito con una camicia aperta a quadri bianchi e neri e Toby con una maglia della Vans.
-J: Sei pront... Wow.
Mi guardava senza parole.
Io sotto quello sguardo arrossii.
-I: Dai andiamo.
Saremmo andati a piedi, non era tanto distante.
Ci ritrovammo davanti ad una villa da cui partivano luci accecanti e musica assordante.
Volevo già tornarmene a casa.
Entrammo e la classe ci accolse.
Ad ogni commento positivo che i maschi facevano sul mio conto Jeff li uccideva con gli occhi, sotto lo sguardo divertito di Toby.
La serata era lunga e stancante.
-I: Vado a prendere qualcosa da bere?!
Stavo urlando per farmi sentire dai due.
-T: Ti accompagno.
Andammo al mini bar e prendemmo tre Coca-Cola.
Niente alcolici o roba pesante!
Quando tornai dal moro mi cadde la mandibola.
Si stava baciando, con una ragazza.
Sembrava volesse allontanarla, respingerla.
Ma in quel momento non ci feci caso, l'unica parola che mi risuonava nella testa era "BASTARDO!".
-I: J..Jeff?
Le lacrime iniziavano a scendere, senza preavviso.
Maledette.
Lui allontanò definitivamente la ragazza, che se ne andò via con sguardo soddisfatto. -J: Aspetta! Non è come credi!
-I: Muori.
Gli lanciai la lattina addosso e mi precipitai fuori seguita da Toby.
Ci sedemmo su una panchina.
-I: Visto Toby? Quando piango cola il mascara. È fastidioso.
-T: Mi dispiace tanto.
-I: No tranquillo, sto bene.
Mi sforzai di sorridere, ma sono sicura che risultò davvero troppo finto.
-I: Alla fine che mi aspettavo? Si parla di Jeff.
-T: Non dire così...
-I: Hai ragione, non dirò più nulla.
Avevo deciso.
Non avrei più parlato, la mia voce risultava sempre strozzata dalle lacrime, quindi avrei preferito stare zitta.
L'unico rumore nel mio corpo sarebbero stati i miei pensieri.
Me ne tornai a casa. Mi chiusi in camera.
Fuori dalla porta sentivo Jeff bussare.
-J: Non è come credi, sul serio. Non ti tradirei mai.
Io non dicevo nulla.
Passarono un paio di giorni e io continuavo a non parlare.
Avevo anche smesso di mangiare.
Anche di piangere. Le lacrime erano terminate.
Bussò alla porta Toby.
-T: Posso entrare?
Mi alzai e aprii la porta.
-T: Sono due giorni che non mangi, non pensi che sia il caso di mettere qualcosa sotto i denti?
Feci no con la testa.
-T: Per quanto hai intenzione di stare ancora zitta.
Gli scrissi su un foglietto: Tanto, troppo.
-T: Tu fai come vuoi. Jeff mi ha dato questa per te. Per favore non strapparla.
Quando Toby uscii io mi sedetti sulla finestra.
Mi lanciai e mi appesi ad un ramo.
Salii in cima all'albero in mezzo alle fronde.
Mi mettevo sempre lì quando non volevo essere disturbata.
Il ragazzo mi aveva dato una busta bianca con dentro una lettera che aveva un odore familiare.
Il suo odore.
L'odore della persona che mi ha rubato il cuore e che lo ha stracciato.
Decisi comunque di leggerla.
***
Inizio già a ringraziarti per non averla stracciata.
Lo so che tu pensi ti abbia tradito, e volevo dire che ti sbagli.
Io quella ragazza cercavo di allontanarla. Ma passiamo oltre.
Volevo parlare di te, non di me.
Posso capire che tu ora mi odi e che non mi vuoi più vedere, ma per l'amore di Dio.
Torna a parlare e a mangiare, ti prego.
Mi manca tantissimo la tua risata, la tua voce e le tue canzoni che urlavi sempre la mattina.
Poi mi mancano i tuoi sorrisi.
È da tanto che non ti vedo sorridere.
Hai tutte le buone ragioni per odiarmi, ma per piacere.
Non buttarti giù per colpa mia, del mio pessimo carattere e del mio modo di fare.
Anche Toby è preoccupato, sai?
Scusami. Sono un coglione.
-J
***
Esattamente, lui è un coglione.
Il mio coglione.
Scesi giù dall'albero e andai in cucina da Jeff e Toby.
Stringevo la lettera nella mano destra.
Camminai a passi lenti, fino ad arrivargli davanti.
-I: Volevi sentirmi parlare, giusto?
Lui iniziò a piangere.
A quel punto lo baciai.
Mio Dio se mi erano mancate quelle labbra.
-J: Scusami.
-I: Non devi scusarti per niente. Mi sento un'ingrata.
Era così dannatamente bello stare tra le sue braccia, a farsi coccolare.

||Ticci Toby e Jeff the Killer|| Operazione CreepypastaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora