Capitolo 3

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La mia casa era abbastanza piccola, in mezzo al bosco più totale, di due piani fatta in legno.
Non era male, dai.
Mi avvicinai alla porta, stavo tremando.
Abbassai la maniglia, entrai in un salottino piuttosto carino, con un divano e due poltrone, la televisione e la libreria. La cucina era a vista ed era separata solo da un muretto a mezza altezza. Dal salotto partivano delle scale che probabilmente avrebbero portato alle camere.
Toby era seduto sulla poltrona, percosso da parecchi tic. Probabilmente causati dal nervosismo.
Era un ragazzo piuttosto alto, di 16 anni, con i capelli marroni che gli ricadevano in modo spettinato sulla fronte.
Jeff era sdraiato sul divano, con gli occhi semichiusi e con il respiro piuttosto affannato, probabilmente anche lui in ansia.
Lui aveva 17 anni, era più grande di Toby. I capelli neri gli arrivavano fino alle spalle in modo spettinato. Le cicatrici del suo sorriso arrivavano fino a metà guancia.
Appena misi piede in casa Toby si alzò di scatto, e Jeff strabuzzò gli occhi.
-J: Ma..ma.. Ma io ti conosco! Sei quella inquietante!
-I: Comunque quella frase doveva essere semplicemente una frase ad effetto, hahaha. Comunque piacere, Patrizia. Chiamatemi Patty.
-T: Io sono Toby.
Aveva uno sguardo piuttosto arrabbiato, e continuava a fulminare Jeff guardandolo. Da quanto avevo capito non andavano molto d'accordo.
-J: Io sono Jeff, piacere ;D
Mi sorrise e mi strinse in un abbraccio amichevole.
Mi avvicinai a Toby e lo abbracciai. Rimase piuttosto sorpreso e arrossì di colpo.
-J: Ma come siamo carini, Ticci
-T: NON CHIAMARMI TICCI
-I: Ehm... Scusate. Non litigate.
-T: Slenderman me la paga. Mettermi in casa con un deficiente. E poi questa qui dovrebbe essere il nostro "coach", ma invece è pure più piccola di me.
Io lo guardai, in cagnesco.
Avevo il ciclo. Mai, e dico MAI mettersi contro una donna mestruata.
-I: Ascoltami bene sottospecie di adolescente irascibile, mi hanno segregata qui per tre mesi. E qua IO comando, sono stata chiara? Non me ne frega niente se sono più piccola e più bassa di te. Sono una donna, io ho il ciclo, io comando. CHIARO?!
Mi resi conto di avere assunto l'atteggiamento di un generale.
Mi guardò con gli occhi spalancati, e poi abbassò il capo in segno di resa.
Generale Patty: 1    Ticci Toby: 0
-J: Ha grinta la ragazza!
-I: Io suggerirei di andare a vedere le camere. Toby, vero che mi aiuti a portare su le valigie, giusto?
Lui accennò un piccolo sbuffo e salì le scale con noi.
Rimanemmo tutti a bocca aperta.
Una sola camera.
C'era un letto matrimoniale e uno singolo.
Maledetto Slend.
-I: Io mi metto nel letto singolo.
-T: Che cosa?! Non dormirò mai con quel pazzo!
-J: Mi spiace ma non dormo con quel bambino.
-T: Guarda che ho solo un anno in meno di te, stupido!
-I: Basta, che noia che siete. E poi che volete che faccia, che dorma io nel letto matrimoniale? Scordatevelo. So che volevate una strafiga assoluta come compagna, ma invece vi sono capitata io. Una normale ragazza.
-J: Non dire così, se fossi stata una di quelle strafighe snob sarebbe stato un inferno.
-T: E quindi come la risolviamo?
-I: E se unissimo tutti e tre i letti? Verrebbe un lettone gigante e così siamo tutti più contenti.
-J: Ma... Non ti mette a disagio dormire con persone più grandi di te, e soprattutto dormire con dei killer?
-I: No, dovrebbe?
-J: Non so...
Intanto Toby era diventato rosso come un peperone.
-I: Toby per te va bene?
Lui alzò la testa e annuì lentamente.
-I: Come siete carini! Dai abbraccio di gruppo!
Jeff si lanciò letteralmente su di me trascinando Toby.
Era un abbraccio semplicemente amichevole. Ma allo stesso tempo caldo e confortante.
-I: Ultima cosa, chi dorme in mezzo?
Silenzio di tomba.
Perfetto. Ci devo stare io.
-I: E va bene, ho capito. Ci dormo io.
Sorrisi. Un sorriso contagioso.
Anche Jeff sorrise, e sono quasi sicura che anche Toby aveva accennato un sorrisetto.

||Ticci Toby e Jeff the Killer|| Operazione CreepypastaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora