Capitolo 20 - Imprevisti

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Era felice.

Completamente e dannatamente felice.

La sua giovane compagna dormiva ancora, il capo posato sul suo torace e i capelli fini a solleticargli il petto.

Percepiva il calore del suo corpo, la morbidezza dei suoi seni contro il fianco, il candido braccio avvolto alla sua vita e il regolare respiro sulla sua pelle.

Gli era mancata.

Aveva sognato così tante volte di svegliarsi in quel modo, l'aveva desiderato così ardentemente che, in quel momento, il dubbio che fosse solo un'illusione della sua anima ferita gli chiuse lo stomaco.

Le accarezzò i dolci lineamenti scostandole i capelli, il sole le aveva abbronzato leggermente la pelle, scurendo le adorabili lentiggini che le ricoprivano il viso; inspirò ancora il delicato profumo della femmina umana, se ne riempì i polmoni, ancora e ancora, godendosi ogni sensazione.

Spostò di poco lo sguardo per controllare l'ora, per poi riportarlo sulle curve morbide della ragazza.

L'amava così tanto da sentir il cuore dolergli.

Come se avesse sentito l'intensità delle sue emozioni, Deirdre, lentamente, scivolò via dalle nebbie del sogno confuso che stava facendo; sentendo il calore dato dal corpo possente dell'uomo, si fece più vicina.

Søren le baciò il capo, sentendola ridacchiare allegramente contro il suo petto.

−Ben svegliata, mia cara.

Sentendo la profonda e calda voce del suo compagno, strofinò la guancia sul petto tonico, sorridendo soddisfatta e stringendolo di più a sé.

−Voglio svegliarmi così tutti i giorni.

Il warg si ritrovò a ridacchiare come un ragazzino alla richiesta della giovane.

−Tutto ciò che desideri.

Con un veloce colpo d'anche, cercando di farsi forza con le gambe e con le braccia, scivolò completamene sul corpo massiccio dell'alpha.

Distorse di poco i lineamenti, arricciando il naso per il dolore al fianco, facendo preoccupare il lupo che portò una mano fino al livido violaceo, accarezzandolo delicatamente.

−Alasdair ti ha dato qualcosa?

Lei annuì, muovendosi goffamente fino a trovare una posizione comoda, facendo irrigidire il maschio.

−Solo degli antidolorifici e una pomata per far riassorbire il livido. Devo andare in farmacia, ma aspetterò domani.

Aveva alzato lo sguardo, incontrando il profondo verde degli occhi di Søren.

In quel momento vi lesse ogni parola che le aveva sussurrato mentre facevano l'amore.

Le aveva detto quanto l'amava, quanto la desiderava, quanto fosse furioso con lei per averlo lasciato e quanto fosse felice per averla di nuovo tra le sue braccia e sotto di lui.

Era stato amorevole e delicato, facendo attenzione al fianco e baciandole ogni taglio o livido che ricoprivano il suo corpo.

Gli sorrise, un sorriso che non poteva essere rivolto a nessun'altro se non a lui.

−Ti amo, Søren.

Gliel'aveva detto così tante volte durante la giornata, ma ogni volta era come una scossa elettrica. Gli scuoteva il petto, facendogli tremare il cuore e la voce.

Si chinò di più, prendendole il viso in una mano fino a baciarle il viso: gli occhi, prima uno e poi l'altro, solleticandosi le labbra con le lunghe ciglia, la fronte fresca, la punta del naso, inspiegabilmente gelata, per poi finire sulle labbra screpolate dai suoi baci precedenti.

WargOpowieści tętniące życiem. Odkryj je teraz