11.

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Deirdre

Il silenzio era rotto solo dal suo respiro terrorizzato.

«Il mio nome è Aonghus.» Non conosceva quella voce. Diede un altro strattone tentando di liberarsi, ma l'uomo dietro di lei aumentò la stretta facendola gemere di dolore

«Lachlan lasciala. Le stai facendo male.» A quell'ordine le sue braccia tornarono libere. Cadde sulle ginocchia per i forti tremori che la tensione le stava dando. Si strinse le braccia al petto, massaggiandosi le zone doloranti. Respirò a fondo cercando di riprendere il controllo e studiò l'ambiente circostante. Apparentemente non vi erano vie di fuga. Oltre ai tre uomini che aveva già notato, ve ne erano altri due a tenerla sotto controllo. Riportò di nuovo lo sguardo su quello che aveva parlato. Era lui il più anziano e, ci avrebbe scommesso, doveva essere lui l'Alpha di quel branco.

«Cosa vuoi da me?» Era stanca, disidratata a causa dell'alcol, distrutta. Le mani le tremavano. La nausea per il sonno arretrato le impastava la bocca e l'unica cosa a tenerla in piedi, in quel momento, era l'adrenalina.

«Volevo solo assicurarmi che il mio piano fosse andato a buon fine.» L'irritazione le sfrigolò sotto la pelle. Non bastava aver perso la casa, il lavoro e la famiglia. Non bastava aver litigato con Søren ed essersi persa. A quanto pareva la sua buona stella l'aveva mandata a quel paese e tanti saluti.

«Piano?» Si sedette sui talloni per poi far scivolare una gamba in avanti e piantare un piede a terra. Tentò di tirarsi in piedi, ma le vertigini la colsero di nuovo alla sprovvista facendola vacillare. Scostò bruscamente la mano che le sfiorò la spalla e lanciò uno sguardo tagliente a quello che doveva essere Lachlan. Poi si fece forza e ci riprovò.

«Quale piano?» Doveva prendere tempo e studiare la sua prossima mossa. Si tirò finalmente in piedi.

«Dunkeld non era più sicura per te. Ho dovuto fare in modo che te ne andassi in un luogo più sicuro.»

L'umana riportò di nuovo gli occhi su di lui. «Søren?»

Com'era possibile? Era stato lui a condurlo lì? Aveva contatti con gli uomini che gli avevano dato la caccia?

«Oh no. L'Alpha di Aviemore è capitato lì per caso, ma come dico sempre: il caso non esiste. Così ho preso l'occasione al volo, sapendo che con lui saresti stata al sicuro. Purtroppo ho dovuto distruggere la casa per...»

«Tu...» A quella notizia un mare di emozioni confluirono nel suo petto: stupore, tristezza, rabbia e paura. Ma solo una fra queste vinse sulle altre. Il volto dello sconosciuto si girò di scatto. Il suono secco di uno schiaffo risuonò tra gli alberi. La giovane alzò di nuovo il braccio, ma fu prontamente bloccata da uno dei beta che la circondavano. Aonghus si portò una mano al viso, massaggiandosi la guancia dolorante.

«Come hai potuto?! Lasciami!» Gli occhi di Deirdre, pregni di lacrime, brillavano di rabbia. Troppe emozioni le riempivano il petto, talmente intense da farla urlare per la frustrazione. L'uomo vedendola in quello stato, non riuscì a trattenere una risata.

«Smettila!» Ruggì. Era intollerabile. Ancora una volta quella sera, pregò con tutta sé stessa che Søren apparisse da un momento all'altro. Infuriata osservò il warg anziano scrutarla soddisfatto.

«Hai lo stesso temperamento di Nineve.» Appena sentì quel nome, si placò all'istante. Smise di divincolarsi e lo guardò confusa.

«Come fai a conoscere quel nome?»

Aonghus sorrise malinconico. «Un warg non dimentica mai il nome della sua compagna. È tutto ok, puoi lasciarla.»

Non riusciva a credere alle sue parole. Se sua nonna fosse stata davvero la sua compagna, questo avrebbe significato che lui...

WargWhere stories live. Discover now