Capitolo 20 - Sorpresa -

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Demetri's pov

Il sangue di Clarissa mi sta dando alla testa. Come diamine faró a resistere? Arrivo al castello e piombo nella sala dei troni con la mia cantante tra le braccia. Immediatamente gli occhi di tutti i vampiri sono puntati su di me , anzi sulla ragazza sanguinante. "Maestro! La prego, ho bisogno di aiuto", dico subito, avanzando verso Aro. "Demetri, mio caro ... Che cosa è successo?", mi domanda lui, scrutando con occhi vogliosi di sangue Clarissa. Gocce rosse cadono sul pavimento marmoreo imbrattandolo e vedo tutti i presenti trattenersi a fatica . "Un mortale l'ha ferita con un pugnale ... Io non so cosa fare. Sento di non poter resistere ancora per molto", gli spiego io, trattenendo il respiro. "Portatela in infermeria prima che la uccida ... Il suo sangue scatena la sete di ogni vampiro!", tuona Caius , indicando la porta d'entrata. "Chelsea si prenderà cura di lei", dice Aro , prendendo la giovane tra le sue braccia. Annuisco e mi guardo le mani e la camicia imbrattate del caldo e dolce liquido scarlatto. Dovrei assaggiare il suo sangue per abituarmi. Respiro profondamente e corro fuori dalla mia stanza, ma vengo inchiodato al muro da qualcuno. "Che diavolo le hai fatto?", urla iracondo Alec. Lo spingo lontano da me e ringhio "Mi è venuta a cercare nel bosco e degli umani l'hanno aggredita. Non le ho torto nemmeno un capello, non potrei farlo", rispondo. Il vampiro mi squadra dalla testa ai piedi "Ricordati una cosa , segugio ... Lei ti ama sul serio, ma ha bisogno di tempo per realizzarlo. Non le fare alcun male , altrimenti te la vedrai con me. Io ho rinunciato a lei per vederla felice, non commettere il sacrilegio di arrecarle dolore", sibila, per poi scomparire in uno dei tanti corridoi sulla destra.

Ho deciso di farla parlare al telefono con Bella e suo fratello appena si rimetterá ... Insomma, è solamente colpa mia se ora è ferita. È colpa mia se è quasi morta. Cammino verso la stanza dell'infermeria e incontro Chelsea fuori dalla porta. «Come sta?», le domando. «Adesso dorme. Le ferite non erano molto profonde, ma ha perso parecchio sangue», mi spiega. Annuisco ed entro. La stanza è semibuia e lei, la mia cantante, è sdraiata nel letto con una fasciatura sul braccio. I suoi capelli scuri sembrano una grande macchia d'inchiostro sul candido cuscino. Mi siedo accanto a lei e le afferro la mano, baciandola poi delicatamente. È tutta colpa mia. «È colpa mia, perdonami. Sono un grandissimo idiota», dico, stringendo di più la sua mano. «So che adesso non puoi sentirmi , quindi mi prendo la libertà di rivelarti ció che provo e ciò che sei per me. Ti amo, sei la mia cantante. Ti amo e non smetterò mai di farlo. Vorrei tanto che tu lo sapessi, ma a me va bene così. Se amarti segretamente è l'unico modo che ho per non perderti, allora ti amerò in silenzio per l'eternità», sussurro. «Svegliati , piccola», sussurro ancora, ma lei si sveglia senza che io me ne accorga e ricevo una risposta. «Sono sveglia». Alzo lo sguardo verso di lei «Da quanto?», le domando. «Da circa sette secondi». «Perdonami», le dico, ma lei sorride e mi fa cenno di avvicinarmi a lei. Cautamente lo faccio e nel giro di un secondo mi ritrovo avvolto dalle sue braccia. «Sono io quella che ti deve delle scuse. Sono stata una stupida ad abbandonarmi tra le braccia di Alec ... Non è lui quello di cui ho bisogno, sei tu», dice lei baciandomi una guancia. Vorrei baciarle le labbra , ma ho giurato di non toccarla. «Anch'io ho bisogno di te», le rispondo. Rimaniamo in quella posizione per più di un'ora poi, la lascio riposare. Quando arrivo alla porta lei mi richiama.
«Demetri?».
«Clarissa».
«Ti voglio bene», dice lei, il mio cuore si sbriciola.

I can't kill you, I love youWhere stories live. Discover now