Capitolo 18 - Il ritorno improvviso -

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Demetri's pov

Cammino lungo i corridoi del Palazzo per dirigermi in camera mia. Sento la traccia mentale di Clarissa ed Alec proprio lì . Non vedo l'ora di riabbracciarla. Appena fuori dalla porta, odo un mugolio seguito da una risatina "Se ci scoprissero, sarebbero guai seri", dice una voce. Clarissa ?
"Amo il rischio, soprattutto se lo corro per una ragazza come te", risponde Alec. Un ringhio mi parte dal petto e spalanco la porta , trovandomi davanti ad una scena terribilmente letale per il mio cuore. Alec sta baciando Clarissa e lei ha le sue gambe allacciate al bacino di Alec. Mi sento morire.
Prima che me ne possa rendere conto mi ritrovo addosso ad Alec e lo spingo lontano dall'umana, facendolo finire sul divano. "Demetri ... ", sussurra la ragazza, con gli occhi spalancati. Mi volto verso Alec , non so cosa provo nei suoi confronti in questo momento. Disgusto? Forse, mi ha tradito. "Ti avevo chiesto di proteggerla, non di portartela a letto!", ringhio, sentendo la mia bocca inondarsi di veleno. Alec si alza dal divano e si aggiusta la giacca. "Non l'ho portata a letto", risponde lui , reprimendo un ringhio. "L'avresti sicuramente fatto", dico gettandomi di nuovo su di lui . Clarissa urla e noi, cadiamo giù dalla finestra aperta, finendo in giardino.

Clarissa's pov

Cosa provo in questo momento? Vergogna, dispiacere e paura. Demetri è qui, è tornato. Ora come ora, non riesco a capire la sua reazione . Perché si è arrabbiato per il bacio con Alec? Insomma, lui non è il mio fidanzaro ... Cosa vuole? Li ho visti volare giù dalla finestra, ringhiando e cercando di staccarsi la testa a vicenda. Vorrei dividerli, fare qualcosa di utile ... Ma non posso. Sono solamente una stupida umana. Mi affaccio alla finestra e li vedo intenti a lottare. Sono entrambi forti , veloci e spietati . "Demetri! Alec! Vi prego, basta!", grido, ma loro ignorano le mie preghiere. Non ho altra scelta, se non raggiungerli in giardino. Mi precipito fuori dalla stanza e corro più veloce che posso verso l'entrata più vicina del giardino. Non voglio perderli. Appena arrivo sul luogo, vedo una nebbia nera uscire dalle mani di Alec , ma di Demetri non c'è traccia. Dov'è finito? Il mio cuore sussulta, ho paura. "Dov'è Demetri?", dico ad Alec, correndo verso di lui con le lacrime agli occhi. Alec mi guarda "Perchè lo cerchi?", mi domanda poi. Già, perchè lo cerco? Prima che possa rispondere , qualcuno mi afferra per un braccio e mi trascina veloce con sè. L'aria mi frusta il viso e l'individuo che mi ha afferrato non smette di correre. Grido, ma non chiedo aiuto. So in qualche assurdo modo che sono al sicuro, che nessuno mi farà del male. Nessuno.
D'un tratto mi trovo in cima ad un albero, un mantello nero fluttua davanti a me e mi ritrovo davanti ad uno splendido ed angelico volto . "Ma che diavolo ti è venuto in mente?", gli grido contro. Lui contrae il suo volto in una maschera di rabbia e tristezza "Dovrei essere io a porti questa domanda. Ti sembra un comportamento giusto baciare il primo che ti capita?", mi aggredisce Demetri. Sento la mia gola stringersi e rafforzo la presa sul ramo posto appena sopra la mia testa . "Tu non puoi sapere perché l'ho fatto ... Non sei nessuno per potermi criticare. Sei solo un vampiro che mi ha rapita a Port Angeles in un giorno di pioggia. L'idea che possa averlo baciato solamente perchè ho bisogno di affetto, ti ha sfiorato il cervello?", urlo a mia volta. I suoi occhi color rubino sono puntati nei miei e nessuno dei due distoglie lo sguardo per un qualche motivo. Un tuono deflagra sopra Volterra e delle cupe e nere nuvole ricoprono il cielo . Comincio a tremare , un po' per rabbia e un po' a causa del vento fresco. Lui sembra notarlo e si toglie il mantello, poggiandomelo delicatamente sulle spalle . "Non voglio il tuo mantello!", grido, gettandolo di sotto. Lui mi afferra per le braccia e mi spinge contro il tronco dell'albero. "Ma che ti ho fatto? Eh? Che ti ho fatto per meritarmi questo?", dico, scoppiando a piangere. "Tu mi hai rubato l'anima, io ti ho rubato la vita. Siamo pari", mi risponde , avvicinandosi a me. Un lampo squarcia il cielo e la pioggia comincia a cadere fitta su di noi. I suoi , i miei capelli grondano acqua e la mia maglietta si comincia ad appiccicare alla mia pelle . Il cuore batte veloce nel mio petto. "Non puoi criticare il mio comportamento,- aggiunge,- perché non sai da cosa è causato". "Allora dimmelo. Sarebbe un buon momento questo!", gli rispondo, scostandomi una ciocca bagnata dal volto. "No. Non è ancora il momento giusto... Tu non ti fidi ancora di me, lo sappiamo entrambi", afferma. Mi fido di lui? "Invece ti sbagli di grosso. Io mi fido di te, sempre. Dal primo momento in cui mi hai messo una mano sulla bocca e mi hai spinta contro quel lercio muro di Port Angeles , una parte di me sapeva di dovermi fidare... Sapevo che non mi avresti fatto alcun male. Forse mi sbagliavo, tutto questo mi sta ferendo più di quanto lo farebbero mille lame conficcate nella pelle", dico tra i singhiozzi. Lui mi accarezza il viso e poggia la sua fronte contro la mia . Fidarmi di lui? Sempre. Sempre e per sempre. "Ti prometto una cosa ... Non ti toccheró più contro la tua volontà", mi sussurra . "Cosa vuoi in cambio?", gli dico. "Niente. Solo di non baciare Alec davanti a me", dice, prendendomi in braccio e saltando giù dall'albero.

I can't kill you, I love youWhere stories live. Discover now