Capitolo 12 - Sorrisi -

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Demetri's pov

Stavo per baciarla, ma Jane ha rovinato tutto. Io bramavo le sue labbra e lei bramava le mie ... Con una sola differenza: lei mi voleva con innocente dolcezza, io con spudorato desiderio.

Siamo in macchina e Clarissa ,fino ad adesso , non ha proferito parola. Sicuramente è imbarazzata da morire, la capisco. Ogni tanto le lancio qualche occhiata, ma lei non alza mai lo sguardo. È assurdo come mi manchi il suono della sua voce, nonostante il più delle volte mi irriti. «Che succede? Il gatto ti ha mangiato la lingua? Come mai non mi poni più le tue solite domande?», dico in tono scherzoso. Lei piega gli angoli della sua bocca in un sorriso e si volta verso di me. «Se vuoi, posso tornare ad infastidirti... Anzi, sai cosa c'è? Comincio subito! Posso accendere la radio?», dice, sfoggiando un sorriso dolce. Sono tentato di risponderle un 'no' secco, ma non lo faccio. Sfortunatamente, quando mi volto verso di lei, i miei occhi s'incrociano con i suoi... Maledizione, sono fregato. Come si può negarle qualcosa, se ti guarda con quegli occhi belli da mozzare il fiato? Semplice, non le neghi nulla... «Va bene...», le rispondo. Lei esulta compiaciuta della sua piccola vittoria su di me ed io scuoto il capo rassegnato. Appena spinge il pulsante per accedendere lo stereo, un giornalista comincia a parlare di politica e lei guarda fuori dal finestrino. Dopo circa qualche minuto, una melodia dolce comincia a diffondersi in macchina e la sua voce si unisce a quella del cantante. «...Ho incontrato il tuo sorriso dolce con questa neve bianca e adesso mi sconvolge...», dice il testo. Qui intorno a noi non c'è la neve, ma c'è un sorriso semplice e delizioso che mi fa girare la testa. Siamo fermi a causa delle fila ed io , come se fossi incantato da lei, mi soffermo a guardarla, a studiarla in ogni suo minimo particolare. All'improvviso ,peró, lei si volta ed i nostri occhi s'incrociano per la seconda volta... Quelle due schegge di ghiaccio mi trafigonno il cuore quasi fossero delle lame letali. «...Cose che spesso si dicono improvvisando, se m'innamorassi davvero saresti solo tu. L'ultima notte al mondo io la passerei con te...», recita il cantante ed io le afferro una mano. «E tu? Con chi la passeresti l'ultima notte al mondo?», le chiedo , per la prima volta in vita mia utilizzando un tono di voce simile ad un bisbiglio. Lei socchiude le labbra ed arrossisce leggermente. «Non ne ho idea... Tu invece?», mi risponde. «Io un'idea ce l'ho».

Siamo arrivati in un centro commerciale e lei cammina vicino a me. È veramente bella, detesto il fatto che dei ragazzi la guardino come se fosse una torta al cioccolato. Sono geloso? Forse sì... Del resto, lei è mia. «Detesto il modo in cui ti stanno guardando quei ragazzi... Se non fosse perchè questo è un luogo pubblico, avrei già squarciato le loro gole», dico preso dall'ira. Lei alza lo sguardo su di me e mi fissa confusa. Per un secondo il resto del mondo scompare e rimaniamo solamente io e lei: due insignificanti esseri che non dovrebbero camminare l'uno vicino all'altra , ma che contro ogni leggere naturale lo fanno. «Perchè vorresti ucciderli? Non fare il finto geloso, non ti riesce...», mi dice. Così lei pensa che io stia fingendo? Perchè non si rende conto che in realtà lo sento sul serio?
«Vieni con me, ho visto qualcosa in vetrina e mi serve un parere...», dice poi, afferrandomi la mano e trascinandomi dentro un negozio.

La guardo entrare nel camerino ed uscire , guardandomi curiosa per ottenere un mio parere. Ogni volta che cambia abito, mi sento corrodore dalla voglia di baciarla. «Che ne dici di questo?», mi dice, presentandosi al mio cospetto con un abitino blu con la gonna a balze. Le sorrido e dico «È bellissimo... Tu sei bellissima». La vedo scuotere il capo , arrossire e rientrare veloce nel camerino. Dopo nemmeno un minuto , la sento chiamare il mio nome con rassegnazione. «Che succede?», le domando. Lei si affaccia alla porta e ,alzando gli occhi al cielo, mi espone il motivo della mia invocazione. «Non riesco a tirare giù la cerniera... Aiutami, ti prego», mi implora. Mi alza e lei apre la porta del camerino per farmi entrare. Prima che le si volti il mio sguardo si sofferma sulla porta chiusa e rido divertito «Non è il massimo stare con un vampiro in un camerino... Vero?». Lei alza entrambe le sopracciglia «Tu non mi toccherai... Lo so per certo». «E se invece oltrepassassi il limite?», le sussurro all'orecchio. Lei sorride ed io le bacio la guancia. Santo cielo... Sono riuscito a fermarmi. Il cuore di Clarissa batte come un martello nel suo petto e sbatte velocemente le palpebre. «Forza, tira giù la cerniera», mi ordina, voltandomi le spalle.

Siamo ritornati al palazzo pieni di buste e lei comincia a sistemare le sue cose nel mio armadio. «I colori non fanno per te, eh?», mi domanda , notando i miei abiti completamenti neri e grigi. «Sono i colori delle nostre divise. Cosa importa a te?», le chiedo. La ragazza alza le spalle e non mi risponde. Penso di avere un grave problema... Sono affetto dal morbo chiamato 'Amore'.

I can't kill you, I love youWhere stories live. Discover now