Capitolo 1

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Si potrebbe pensare che la vita della ragazza più carina e popolare della scuola possa essere tutta rosa e fiori, quello che tutte le adolescenti desidererebbero; beh, vi sbagliavate.

-

"Drinnn!!"

La sveglia suonò, ricordandomi che mi attendeva un altro giorno di scuola, tra smorfiose, troie e sorrisi falsi di quelle che pensano che tu sia così stupida da non capire che in realtà ti odiano.

Mi alzai dal letto con un forte mal di testa e con ancora addosso i vestiti della sera prima. Che serata! Ricordo soltanto di aver accettato il "Bevi e ingoia", cioè una sfida dove devi bere un litro di birra in un minuto, senza fermarti; e aggiungendo i 3 shortini che ho bevuto all'inizio della serata, devo essermi presa una bella sbronza.

All'inizio non volevo andare alla festa, ma poi quando sono ritornata a casa e ho sentito i miei genitori litigare per l'ennesima volta, ho preferito andare a quella stupida serata.

Andai subito a farmi una doccia veloce, poi mi diressi verso l'armadio e scelsi una maglietta fucsia a maniche corte con le pagliette, dei pantaloncini neri cortissimi ed infine vi abbinai un paio di scarpe tacco 10. "Davvero molto comodi per andare a scuola" pensai sbuffando.

Pettinai i capelli in modo che risultassero lisci e lucenti, passando più volte la piastra; mi truccai come ogni giorno, mettendo praticamente un chilo di trucco e poi ovviamente non potevo non indossare i gioielli, tra cui: una collana, i braccialetti, gli anelli e un paio di orecchini. Quanto odiavo mettere tutte quelle cose! Ma per essere "miss popolarità" bisognava fare questo ed altro. Avrei fatto di tutto per non avere la stessa vita e per non essere la stessa Angelica di 3 anni fa.

Okay, ero pronta.

Scesi le scale e andai in cucina per fare colazione.

Bevvi il mio the al limone e poi mi diressi in salotto dove c'era mia mamma. Adoravo mia madre, è sempre stata il mio punto di riferimento, la mia migliore amica, la spalla su cui piangere quei 6 lunghi ed infernali anni di scuola.

Lei come me, ha i capelli rossi e gli occhi di un azzurro intenso, snella e alta. Io però da quando avevo cambiato scuola 3 anni fa, mi sono sempre fatta la tinta, infatti avevo i capelli neri e gli occhi azzurri, ero dimagrita di oltre 30 kg, avevo tolto l'apparecchio, vestivo con solo capi firmati e ho cercato di ragionare pensando il contrario di quello che avrebbe fatto la vecchia me.

Nella mia vecchia scuola mi hanno sempre criticata, derisa, insultata per quello che ero. Sono stata tanti anni vittima di bullismo, perché secondo loro ero troppo strana e brutta. Ricordo che mi chiamavano sempre "Cessa cicciottella" o "cessa obesa" per i miei chili di troppo, "sfigata problematica" perché ero amante dei libri e brava a scuola, "mostro rosso" perché ero l'unica ad avere i capelli rossi e ricci, le lentiggini, gli occhiali ed anche l'apparecchio. Era brutto anche quando mi chiamavano "nullità". Io valevo qualcosa, ero pur sempre una persona.

Così ad un certo punto, quando è stato finalmente possibile, ho cambiato vita; mi sono trasferita: nuova città, nuove conoscenze, nuovi amici e nuova scuola. Quella è stata la mia possibilità per ricominciare tutto daccapo, per poter diventare un'altra persona ... una persona che però non sono.

-Buongiorno mamy -

-Buondì Angelica. Ti sei divertita ieri sera? - mi domandò mia madre.

-Certo ... emh, è stata proprio bella come serata- risposi con un finto sorriso.

-Mi fa piacere! Finalmente sei come tutte le altre adolescenti della tua età: hai tanti amici, esci ... -

-Emh si, sono davvero fantastici-

Per cambiare discorso chiesi

-Papà dov'è?-

Improvvisamente sbiancò.

- E' andato a lavoro. Ha detto che arriva tardi- esclamò con un po' di tristezza.

-Ah ... - riuscii solamente a rispondere.

-Io però adesso vado che è tardi. Arrivo stasera perché vado a fare shopping con Stefany e Cristall questo pomeriggio. A dopo! - Gridai e uscii dalla porta chiudendola alle mie spalle.

Entrai nella mia auto, un Honda HR-V rosso metallizzato, accesi la musica e inserii la chiave.

Ero arrivata al parcheggio della scuola. Posteggiai, spensi la radio ed uscii dalla macchina. Mi vennero subito in contro, Stefany e Cristall con il loro sorriso perfetto a 32 denti e il loro zaini rosa, pieni di brillantini e dediche.

-Ciao ragazze! - dissi, sfoggiando il mio miglior sorriso.

-Hey Angelica! Come stai tesorino?- mi chiesero.

-Sto bene, sono ancora un po' stanca per la scorsa serata. Voi?-

-Io, Stefy e il mio ragazzo ieri ci siamo ubriacati come non mai ahaha, poi un suo amico ci ha passato una canna e siamo stati a girovagare fuori tutta notte-

-Oh, wow ... davvero una serata pazzesca allora ... - risposi sorpresa. E' un miracolo che non siano morte chissà dove. Cavolo ci mancava soltanto che facessero anche uso di droghe pesanti.

Ci dirigemmo tutte e tre verso l'ingresso della scuola e lì vidimo John Perry: capitano della squadra di rugby, classico ragazzo "tutto muscoli e niente cervello", ammirato da tutte le ragazze ... a parte me.

Per "tradizione" la ragazza più carina e popolare della scuola dovrebbe stare con il ragazzo più carino e popolare della scuola, cioè lui, ma se lo trovo disgustoso e patetico, che ci posso fare?

-Io non capisco perché non gli dai una chance a quel bel fusto lì- mi disse Cristall indicandolo e mangiandoselo con gli occhi.

-Cavolo se fossi in te, mi sarei fidanzata con lui subito. Senza obiezioni!- Intervenne Stefany, guardandolo anche lei come se fosse una divinità greca.

Non capisco davvero cosa ci trovino in lui di interessante. Okay fisico atletico, un bel faccino, ma il cervello dove l'ha lasciato? Ho saputo che i compiti se li fa fare da ragazzi che hanno paura di lui e che nelle verifiche costringe li costringe a suggerirgli le risposte esatte sennò poi insieme ai suoi amici di rugby li picchia fuori da scuola.

Diciamo che è il classico bullo stronzo.

E di tipi come lui ne ho incontrati in passato. Anche fin troppi.

All'improvviso vedo che ci sta osservando ed inizia a venire verso di noi; Stefany e Cristall sembrano praticamente sul punto di svenire, invece io sono lì, completamente impassibile ma con un grande sorriso falso stampato sul viso.

-Ciao John!- lo saluto allegramente.

-Hey bambolina! Sai, stavo proprio pensando che dovremmo uscire io e te da soli- disse.

-Emh, n-non saprei s-sono davvero impegnata! Lo s-studio, la famiglia ... ahah che fatica!- iniziai a balbettare, non sapendo come togliermi da quella situazione.

-Hey, non devi essere nervosa quando sei con me- disse con un sorrisetto malizioso facendomi l'occhiolino.

Quel ragazzo riusciva a farmi alterare. "Stai calma Angelica, respira e stai calma"

Allargai il mio sorriso già grande e dissi -Si è fatto tardi, tra poco la campanella suona e non voglio arrivare in ritardo. Buona giornata John-

E lo lasciai lì; per l'ennesima volta l'avevo rifiutato e mi sentivo bene. Più che bene!

Un amore uguale ed oppostoWhere stories live. Discover now