Capitolo 82 (✔️)

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Il rombo delle auto da corsa è un suono che, mai come in questi mesi, mi è mancato come l'aria. E, come questo rumore, anche lo stato di euforia che l'adrenalina rilascia, una volta entrata in circolo. Siamo qui, sulle mie colline, sulle strade che mi hanno resa una dei piloti più bravi in circolazione, facendo si che la mia fama corresse addirittura più veloce dei bolidi che ho modificato. Guardo le persone intorno a me che, con grande entusiasmo, mi hanno accolta nel migliore dei modi, facendomi rimpiangere di aver lasciato questo posto. Nonostante non possa lamentarmi della mia nuova vita, quella vecchia mi manca da morire. Però una parte importante, se non la più importante, della mia nuova vita, mi guarda con la stessa ammirazione che vedo negli occhi di tutti i ragazzi presenti stasera. Non riesco a smettere di sorridere, sembra che una paralisi facciale mi abbia colpita, tanto da dimenticare il vero motivo per cui siamo venuti. Mi riscuoto dai miei pensieri, decisamente pronta a salire in auto. Non sarà come le altre volte, perché non sarà la mia Mustang ad affiancarmi, così com'è sempre stato. L'Impreza, posso definirla, ormai, il mio destriero, il purosangue lasciatosi domare è pronto a portarmi oltre il traguardo, nonostante mi sia sempre affidata ad un altro tipo di cavallo. Quello, viene raffigurato in corsa ed è situato sul cofano di un'auto rossa e non blu.

Sembra tutto come ai vecchi tempi e, quando mi giro, sentendomi decisamente osservata, ciò che vedo mi riporta, impercettibilmente, a quasi quindici anni fa. Quello sguardo vispo, primo di alcuna paura, a prima vista, si scontra con il mio. Facendomi spazio tra la folla, raggiungo la persona che non credevo avrei più rivisto, essendo sparito dalla circolazione dopo poco il mio ristabilimento fisico.

"Non può essere!" ferma praticamente di fronte a lui.

"E, invece, sono qui." Esclama, avvicinandosi e stringendomi in un caloroso abbraccio.

"Quanto tempo è passato dall'ultima volta che ci siamo visti, Juan?" ancora frastornata dalla sua presenza.

"Troppo, Sam." Ancora più euforica di prima, afferro la sua mano e lo trascino dal resto del gruppo che, come me, saranno felicissimi di rivederlo. Quando raggiungo tutti, lo sguardo di mio marito è freddo e un cipiglio tra le sopracciglia, mi dice che qualcosa non va. Cerco di capire quale sia il soggetto del suo interesse, capendo, poi, che il fatto che tengo ancora per mano Juan non gli stia poi così tanto a genio. Lascio, quasi come se scottasse, la mano del mio amico, procedendo poi col presentargli mio marito.

"Devo presentarti una persona, Juan." Facendogli segno di seguirmi. Raggiunto Dom, mi affianco a lui, cercando di smorzare l'aria che, come minimo, da un momento all'altro, potrebbe esplodere. "Dom, lui è Juan. Juan, lui è Dom, mio marito." Vedo Juan, sgranare leggermente gli occhi per poi ricomporsi subito dopo.

"Wow. Non me lo sarei mai aspettato." Stringendo la mano all'uomo che amo.

"Sono cambiate tante cose, dall'ultima volta che ci siamo visti." Ammetto. Lo vedo annuire, continuando a tenere lo sguardo fisso su Dom. Questa gara di sguardi viene, fortunatamente, interrotta da JD che si precipita a salutare suo fratello. Sono anni che non si vedono, non essendo presente nemmeno al suo matrimonio. Confida di essere partito da Hong Kong per poter conoscere, finalmente, la sua prima nipotina. Quando lo sguardo di Juan si sposta dietro le mie spalle, istantaneamente, un sorriso prende vita sul mio viso, avendo capito cosa ha catturato la sua attenzione.

"Cristo, l'hai davvero messa a nuovo, vedo." Camminando verso l'Impreza, che, forse, non è stata mai così bella.

"Te lo avevo giurato. E io, lo sai, mantengo sempre la parola data."

"Cos'altro è successo mentre io non c'ero?" chiede, evidentemente, più a se stesso che a me perché lo sguardo che mi rivolge, quando gli comunico di essere diventata anche mamma, mi fa solo ridere di più. "Ok, mi sono perso tanto."

"Ok, va bene. Basta con i convenevoli. Vogliamo corre oppure no?" s'intromette JD, scalpitante come non l'ho mai visto. Annuiamo in assenso tutti, recuperando le nostre auto e posizionandoci ai nostri posti. Juan non prenderà parte alla gara, considerando che non ha la macchina adatta. Ci sfidiamo, ci divertiamo come mai prima d'ora. Nulla in palio solo la voglia di far vedere con chi hanno a che fare nel caso ci fosse qualcuno che dubiti della nostra bravura. Decisamente, mi è mancata l'adrenalina presente adesso nel mio corpo. Sono felice, tanto felice, da non riuscire a smettere di sorridere. Sembro una bambina alle prese con il suo regalo di Natale, arrivato però troppo presto. Dom richiama la mia attenzione, chiedendomi di seguirlo in un posto, costringendomi a salutare, troppo presto, i miei amici. So del suo essersi infastidito e, dirgli di aspettare, lo avrebbe fatto perdere ulteriormente la calma. Lo seguo senza mai perderlo d'occhio, riconoscendo fin da subito, la strada che stiamo percorrendo. Ci fermiamo in quel posto tanto speciale quanto doloroso, ma la voglia di sapere cosa nasconde, è più forte di tutto. Scendo dall'auto raggiungendolo sulla spiaggia che divide quelle che è stata la mia casa da quella che lo ha ospitato all'inizio di tutto. Riaffiora ogni tipo di ricordo legato a questo posto, anche se qualcuno avrei preferito dimenticarlo. Mi affianco a Dom, fermo sulla riva dell'oceano, perso in non so quale tipo di pensieri.

"Credo che tu debba darmi un po' di spiegazioni." Rompendo il silenzio che ci circondava. Respiro e annuisco, sapendo che, non tutto quello che gli dirò, gli farà piacere sapere.

"Ricordi quando ti raccontai dell'incidente?" chiedo, prima di spiegargli la situazione. Annuisce, permettendomi di andare avanti. "L'Impreza era di Juan."

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