Capitolo 59 (✔️)

4.9K 230 1
                                    

Raggiungo casa di mio nonno aspettando che arrivi JD. Devo pensare ad un modo per dire al nonno il motivo per il quale sono qui. Dovrò combattere fino alla fine per convincerlo e spero seriamente di riuscirci. Dopo minuti che mi sono sembrati ore, vedo JD parcheggiare la sua auto dietro di me. Scendo per poter dare inizio ai lavori prima di fare troppo tardi. L'ultima volta che l'ho vista, sembrava essere tutto a posto ed è stato il nonno a parlarmi di un piccolo problema di aspirazione. Faceva qualche strano rumore, quasi come se fosse otturata. Speriamo non sia niente di più serio, non ho tempo per controllarla tutta. Vedo la porta del garage aperta e intuisco che il nonno sia li, raggiungendolo con al mio fianco un JD tremante come una foglia. Credo che abbia più paura lui di me, ma non c'è da biasimarlo. Mio nonno, arrabbiato, incute non poco timore. Busso alla porta per avvisarlo del nostro arrivo e, quando mi vede, un sorriso gli si stampa sulle labbra. Nel momento in cui, però, vede JD con i filtri, il sorriso scompare all'istante. Credo che abbia già capito il motivo della nostra visita.

"Che ci fate qui?" chiede, nonostante conosca già la risposta.

"Nonno, è arrivato il momento che me la riprenda." sperando che non mi tiri qualche schiaffo.

"Non se ne parla nemmeno, Samantha. Scordatelo!" dice camminando verso di noi, superandoci e uscendo dal garage. Sapevo già quale sarebbe stata la sua reazione, ma deve capire che sono cresciuta, abbastanza per poterla guidare.

"Nonno..." non mi lascia terminare la frase che, di scatto si gira verso di me e mi fulmina con lo sguardo. Per un attimo perdo l'uso della parola.

"Hai rischiato di morire all'interno di quella macchina!" quasi gridando. Il solo ricordo mi fa tremare anche l'anima. So benissimo che rischiavo di morire quella sera, ma non per colpa della macchina. Ero io a non essere in grado di guidarla come si deve. Si tratta di una Subaru Impreza WRX che all'epoca dell'incidente non mi apparteneva. Era di un mio caro amico che, dopo avergliela quasi distrutta, decise si sbarazzarsene e, non so, forse per riuscire ad avere la mia rivincita, la presi io. Quando la mia attività fu ben avviata, cominciai a sistemarla un pezzo alla volta e quando, finalmente, fu finita mio nonno, di nascosto, una notte, la portò via dal garage promettendomi, però, che un giorno me l'avrebbe restituita, solo dopo essersi assicurato che non avrei più corso pericoli.

"Me lo hai promesso, ricordi?" cercando di farlo ragionare.

"Perché proprio adesso?" abbassando il tono di voce. Non so se voglio davvero dirgli della corsa. Più che altro non voglio dirgli del luogo ma, avendo capito, mi chiede contro chi.

"Contro Dom."

"Assurdo. Assolutamente tu non toccherai quella macchina!" deciso a non darmela vinta.

"Sono decisamente più esperta rispetto a dodici anni fa, non credi? Perché non puoi fidarti di me?" sbotto, senza più pazienza. Sono decisa a prendermela e lo farò anche a costo di portarmela con la forza. Ci guardiamo negli occhi per qualche secondo senza parlare, sperando di non dover complicare le cose.

"Questo giorno è arrivato troppo presto." Risponde facendomi tirare un sospiro di sollievo. Ci porta dalla Subaru, coperta da un telo che non nasconde le linee della sua carrozzeria. Sorrido appena la vedo e, senza perdere altro tempo, cerco di capire se c'è altro da dover sostituire. Fortunatamente, i filtri sembrano essere l'unico problema e, dopo aver smontato quelli vecchi, montato i nuovi e effettuato il cambio dell'olio, è già giunta l'ora di raggiungere Dom e i ragazzi verso il luogo della gara. Vorrei vedere la faccia di Dom quando vedrà dove correremo stasera, e sono sicura che dopo cercherà di ammazzarmi. Chiamo Paul per accertarmi che stiano andando nel luogo giusto e, dopo, all'interno della mia Impreza, ci dirigiamo verso le colline. Fremo all'idea di dover correre con quest'auto e contro Dom. Può darsi che sia giunto il momento di concludere quella corsa iniziata quasi due anni fa. Molti si sono chiesti e si chiedono come faccia a partecipare alla Senior Mountain considerando quello che è successo proprio li. Io non so esattamente il motivo ma ogni volta che percorro quelle curve, è come se il ricordo di quella notte mi spingesse a dare di più per superare quel momento e per arrivare li dove non sono riuscita ad arrivare dodici anni fa. È strano, ma infondo anche io lo sono, quindi non c'è da meravigliarsi. Raggiunta la collina della gara, vedo Dom in piedi accanto alla sua macchina che parla con Paul e non mi piace la sua espressione. Sapevo che non gli sarebbe piaciuta la scelta del luogo. Fermo la macchina accanto alla sua e scendo pronta anche alla Terza Guerra Mondiale.

Un amore a 200 all'ora.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora