Capitolo X

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Luna

Parcheggiò la moto ed entrò nel portone, trovando una ragazza che dormiva.

Seduta sui primi gradini, Emma era con la schiena appoggiata alla parete, una posizione strana, doveva averla aspettata per molto tempo.

La guardò per un attimo, non ostante tutto l'era mancata per tutte quelle ore, si avvicinò e la baciò cercando di svegliarla dolcemente.

La ragazza però si spaventò e si allontanò di scatto, guardandola spaventata, cosa che preoccupò l'altra.

Solo dopo qualche attimo, quando finalmente capì chi aveva difronte, si calmò e l'abbracciò.

Emma aveva il respirò accelerato e la stringeva sempre più, cosa che contribuì a far sentire Luna sempre più in colpa.

- Non ho con me il telefono, volevo chiamarti... scusami... io... - si sentì dire con un filo di voce, ma la zittì ancora con un bacio e si sorprese della dolcezza della ragazza.

Quando si staccò la guardò per un attimo e la condusse nel suo appartamento, in silenzio, non aveva bisogno di parole, non ora.

Entrate Emma rimase vicino alla porta, guardandola smarrita, per la prima volta da quando la conosceva.

Rimase ferma ad aspettare una sua decisione e la vide sedersi sul divano e guardarla.

- Che cos'hai? Non puoi stare così solo perché me ne sono andata ieri – provò restandole lontana.

- No... credo...

- Cos'è successo?

Eccolo ancora, uno sguardo spaesato, sfuggente, indeciso... non la riconosceva quasi e questo la fece infuriare.

- Dopo tutto questo tempo non ti fidi di me?

- No... io mi fido...

- Ah davvero? – Le chiese provando a reggere il suo sguardo, tornato impassibile come quando l'aveva conosciuta.

- Come posso starti accanto? Finiamola ora prima di bruciarci entrambe – Gridò le ultime parole andando verso la sua camera.

Emma

La vide allontanarsi e sentì qualcosa rompersi, non poteva perdere lei, non avrebbe retto.

Si guardò le mani che cominciavano a tremare e fare male, si alzò ed entro nella camera della ragazza, trovandola stesa.

Le si avvicinò e le si stese accanto, non toccandola, con un braccio sugli occhi.

- Cosa vuoi sapere?

- Non sei costretta, non sono una bambina

- Mi fido di te – disse pregando mentalmente di riuscire ad aprirsi finalmente a qualcuno.

- Oggi sono uscita con Simona... ho saputo alcune cose, probabilmente da te non sarebbero mai venute fuori, sono felice di conoscerti un po' di più... ma perché un'altra persona deve parlarmi della ragazza che amo, mentre lei non riesce nemmeno a guardarmi mentre le chiedo di raccontarmi cosa l'è successo oggi?

Quelle parole le rimbombavano in testa, aprì gli occhi e vide Luna seduta che la guardava.

L'amava... molte volte aveva sentito quelle parole, delle volte vuote, altre dette con sentimento, perfino l'ultima era stata tra le più vere.

Due semplici parole, partite da una ragazza che meritava tutto il suo affetto e che non era mai riuscita ad amare a pieno, ma mai aveva perso un battito o si era stupita della felicità che poteva provare come in quel momento.

Si ritrovò a sorridere e pensare ancora a quel semplice commento, ma vide Luna rabbuiarsi e se ne pentì subito.

L'abbracciò e la tenne stretta, sentendo l'altra che si dimenava per allontanarsi.

- No... aspetta...

Prese fiato e cominciò – Non puoi dirmi una cosa così, fammi assimilare la notizia.

Evidentemente l'altra aveva capito a cosa stava alludendo, perché abbassò il viso per nascondere l'imbarazzo tra le mani.

- È venuta a casa mia una persona oggi... non me l'aspettavo e per me è difficile...

Si fermò e aspettò che l'altra incontrasse il suo sguardo per continuare...

Non sapeva come, quindi decise di farlo dal principio – Mio padre è morto quando avevo poco più di 12 anni e mia madre si è risposata quasi subito... non ha mai avuto grossi problemi – commentò schifata – il nuovo marito aveva una buona posizione, un buon nome e una figlia bellissima, che naturalmente faceva tutto quello che le si chiedeva, a patto che ogni suo capriccio fosse soddisfatto... oggi è venuta da me, io sono l'unico capriccio che il padre le ha negato. – Vide Luna, prima confusa, poi preoccupata e continuò – La ragazza aveva appena due anni più di me e mia madre mi spingeva a legare con lei, buffo... Non ne avevo bisogno, ero affascinata dai suoi modi, sempre perfetti e dalla sua intelligenza, che poi ho scoperto essere volgare furbizia, capii solo più tardi di essermene... innamorata – disse allarmata e vergognandosene.

Si alzò dal letto e si appoggiò alla parete cercando delle sigarette che non aveva – maledizione...

- Continua – si sentì quasi pregare, Luna aveva la voce roca e istintivamente le si avvicinò.

- avevo 16 anni quando cominciò a venire nel mio letto la notte, fino ad allora non avevo mai guardato una ragazza in quel modo... Fu il padre, dopo qualche mese a notarci e convinto di quel che facevamo, una sera ci sorprese. Era la mia camera ed ero la più piccola, ma non ero la figlia... Sono stata iscritta in una scuola privata, per curare la mia confusione, almeno così si giustificò, ma il tutto interferiva con il mio lavoro, quindi mi sono trasferita lontano, abbandonando quel carcere.

Il silenzio era snervante ed Emma stava per scoppiare, cominciava a sentire la testa farle male e cercò di resistere, provò a riprendere il discorso, stranamente parlare le stava facendo bene.

- Oggi per la prima volta l'ho vista veramente per com'è...

Questo catturò l'attenzione di Luna, la vide alzare il viso e guardarla.

- Una ragazza egoista e particolarmente stronza, ho capito di non provare più niente quando mi è accanto... questo forse grazie alla persona che...

Le mancò il respiro per un attimo, abbassò il viso e si spostò verso la porta appoggiandosi alla maniglia.

Aveva detto tanto, a lei più di chiunque altro, si era aperta ed era riuscita a raccontare tutto... perché non riusciva a dire quelle semplici parole? Era quello che provava, l'aveva capito ore prima mentre in compagnia di un'altra ragazza la sua mentre era piena solo di lei.

Luna le si avvicinò e l'abbracciò all'improvviso, baciandola dolcemente e portandola ancora verso il letto.

Si stesero e rimasero così per un po' ferme a guardarsi, scambiando appena qualche bacio o qualche carezza.

- Io ti amo e so quel che provi, lo dirai quando sarai pronta.

Mia immatura, imprudente, dolce... LunaWhere stories live. Discover now