Capitolo X

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Luna

La sera dopo il litigio tra i due ragazzi, Luna si sentiva ancora giù di morale e stanca di tutto questo, sentendosi quasi stupida nel rimanerci male, decise di uscire.

Era vero che ultimamente aveva legato con Andrea, ma non nel senso che pensava Stefano.

Non perse tempo e lo chiamò.

- Pronto? – rispose il ragazzo

- Andrea ciao... ti rompo?

- Non particolarmente mi stavo vestendo.

- Perfetto dove andiamo? – chiese

- Beh... non so tu ma io vado a una festa, mi hanno invitato in un locale in città.

- Una festa, perfetto! Verso che ora mi vieni a prendere?

- Vedo che ti sai imbucare. – rispose il ragazzo molto divertito - Io ti aspetterei, ma vado in macchina con dei miei amici... tra pochissimo, quindi fai in fretta o rimani a casa.

- Amici che conosco? – chese la ragazza un po' preoccupata

- Gia, ma più tardi vedrai, devo finire e Luna...

- Si?

- Veloce. – detto questo chiuse.

Appena finito di parlare si fiondò nella doccia, cercando il più possibile di fare in fretta, si vestì, ma subito dopo gli squillò il telefono e Andrea gli urlò di sbrigarsi.

Ormai lo conosceva, l'avrebbe lasciata lì quell'antipatico, quindi non si truccò e andò a incontrare i suoi amici.

Il viaggio fu scomodo, soprattutto perché in macchina erano troppi per un tragitto così lungo.

Andava molto d'accordo con il suo nuovo amico, questo l'aveva già detto, ma in quel momento lo guardò malissimo, mentre lui si limitò a sorridere e guardare dall'altra parte.

Si era ritrovata seduta tra lui e Francesco, mentre sulle gambe dell'amico si trovava una bruna che lo guardava un po' troppo esplicitamente.

Guidava Marco, e sul sedile del passeggero c'era un'altra ragazza... inutile spiegare la situazione.

Marco e Francesco avevano giocato diverse volte con loro a calcio.

In quel momento, il primo stava quasi per morire dal ridere, avendo capito dall'espressione di Luna che non sapeva assolutamente di quell'uscita, mentre il secondo era visibilmente irritato.

Fu proprio lui a parlare, con il viso verso la strada per non guardare nessuno.

- Non sapevo di dover uscire in coppia

- Oh andiamo amico è un'emergenza, ci divertiamo comunque – rispose Andrea

- Non è detto che staremo sempre e solo in coppia – commentò la nuova ragazza accarezzandogli la gamba contraddicendosi... o forse no?

Ok pensò Luna, era solo un semplice commento... Non era stato invitato solo perché lei si era imbucata vero?

naturalmente non rimase per troppo tempo senza risposta, da come il ragazzo si girava e la guardava in modo truce si capiva tutto.

Arrivati alla festa si divisero subito, chi in pista... odiava ballare, chi in un angolo per appartarsi... doveva farlo con Francesco? L'unica cosa da fare era Sedersi e prendere qualcosa da bere, ma stranamente Il ragazzo era della sua stessa idea.

- Stiamo al gioco no?

Non avevano mai seriamente parlato, anzi sembrava come se durante le partite la evitasse, questo la confuse, ma non le dispiacque, era sempre meglio di essere sola a una festa.

- Mi dispiace... – si trovò a confessare.

- Non è colpa tua – disse prima di chiedere due birre.

- Ehm... grazie ma io non bevo... va bene anche solo un succo.

- Alora due – rispose, riferendosi più al barman che a lei.

- Invece si... temo sia colpa mia.

- Non importa... veramente... - non finì la frase, la osservò e distolse subito lo sguardo.

Non parlarono per un po' guardando la gente ballare, poi senza un motivo apparente lui si decise e instaurò una conversazione, un po' impacciata all'inizio ma sempre meglio del vuoto che si era formato prima.

I succhi arrivarono e furono finiti, i bicchieri dimenticati e dopo le occhiate da parte dell'uomo dall'altra parte del bancone, si allontanarono per permettere anche ad altri di consumare.

In un primo momento occuparono un tavolo, ma non volendo ballare e solo continuare quella inaspettatamente piacevole conversazione, uscirono per evitare l'assordante musica.

Il ragazzo non era bellissimo, ma questo non gli negava un po' di fascino, era alto e un po' robusto, caratteristiche che contribuivano nel farlo sembrare goffo, tutto il contrario di quando si trovava in campo, li era più deciso e sicuro di se, lo faceva vedere ogni volta che toccava un pallone.

Luna notò di avere molte cose in comune col lui, e pian piano si abituò alla sua vicinanza, senza quasi accorgersene si ritrovarono seduti su un muretto, uno accanto all'altra.

- Ho detto a Marco che mi piacevi ieri, sicuramente è per questo che siamo finiti qui – disse Francesco prima di perdere il coraggio che durante tutto quel tempo era aumentato dentro di lui.

- Perché me lo dici solo ora?

- Prima hai detto che era colpa tua...

- Si è davvero colpa mia, mi sono auto invitata una mezzora prima di uscire – disse sorridendogli.

Questo basto, il ragazzo le prese la mano e cercando di capire quanto poteva osare, cominciò ad accarezzargliela con il pollice.

Luna s'irrigidì un po' ma continuò a parlare per evitare l'imbarazzo, per fortuna l'altro non se ne accorse, anzi interpretò la nuova voglia di conversare come un incoraggiamento.

Non passò molto tempo prima che si decidesse a baciarla, un bacio seguito da molti altri, che misero un freno a tutti gli argomenti possibili.

Col passare del tempo la via dove si erano fermati cominciò ad animarsi, lì difronte in un locare si stava formando una piccola folla.

- Che cosa stanno facendo? – Chiese curiosa Luna

Il ragazzo ci mise un po' per rispondere, era rimasto sbalordito, soprattutto perché non era sicuro dei suoi sentimenti.

Lei però gli aveva risposto con lo stesso rapimento, almeno così gli era sembrato, questo gli aveva dato coraggio e ora le stringeva la mano, felice di essere contraccambiato.

Luna invece non aveva la sua stessa sicurezza, non sapeva come interpretarlo, se doveva proprio dire qualcosa in proposito avrebbe risposto che l'aveva trovato deludente.

Il problema era il ragazzo, sembrava quasi un bambino, troppo felice e affettuoso in quel momento per essere ferito così spietatamente, quindi aveva risposto e continuato per non deluderlo.

- Ah vedi, è una mostra d'arte.

Emma

- Lib arriveremo tardi.

- T'importa davvero andare alla galleria? – chiese la ragazza con finta delusione, continuando a spogliarla.

- No ma ho appena finito di prepararmi... dai perfavore.

- È colpa tua, non dovevi cambiarti davanti a me – l'abbracciò e cominciò a baciarla sul collo, sulle spalle...

- Non puoi farmi questo... decidi ora o più tardi.

Non ci fu risposta, la ragazza continuava a muoversi e stuzzicare l'altra.

- Ok... ma che sia veloce.

- Davvero?

Emma era riuscita a farla fermare, ora si guardavano negli occhi, come spesso succedeva quando tutte e due volevano averla vinta... come sempre la prima a cedere fu lei.

- Va bene... però me la paghi.

- Mi punirai dopo la festa – disse spingendolasul letto.

Mia immatura, imprudente, dolce... LunaOnde as histórias ganham vida. Descobre agora