Capitolo VII

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Luna

Appena arrivati nell'appartamento di Emma, Stefano fu portato in una stanza, dove crollo subito sul letto e dopo poco Umberto si congedò dagli altri per tornare alla festa.

La casa era piccola, due stanze da letto due bagni, una sala da pranzo con cucina annessa e una camera principale che fungeva da soggiorno.

Si affacciava su un cortile interno da una parte e dall'altra dava sula strada, piccola e semplice, quasi opprimente per l'assenza di quadri o mobilio.

Un semplice divano blu e una televisione occupava la stanza principale, e un tavolo di legno con le sedie la sala da pranzo.

- È un appartamento strano... lo dividevi con qualcuno? – Chiese Luna, fu più forte di lei, ma se ne pentì subito quando vide la reazione della ragazza.

Solo per un momento diede l'impressione di volerla uccidere con lo sguardo, ma si riprese e si buttò sul divano.

- Si da un po' di anni, vivo con un'amica.

- Cosa? – chiese istericamente Eliza, ma subito riprese schiarendosi la voce – cioè non lo sapevo, non l'ho mai vista.

Con una calma esasperante Emma accese la tv, cambiò un paio di volte canale e finalmente le accontentò.

- Io la vedo appena un paio di volte l'anno. Tu come potresti anche solo conoscerla? Vive più... in giro che qui.

- Che vuol dire? – chiese Luna.

- È una modella, un po' più grande di noi in effetti – e guardo Eliza per vedere la sua reazione – ha colto un'opportunità da parte della sua compagnia di girare il mondo quasi quattro anni fa e da allora non ha più smesso.

Dopo calò il silenzio. Era evidente l'affetto che provava per la ragazza, almeno questo pensò Emma, e a giudicare da come la guardava anche Eliza doveva averlo intuito.

- Capisco... forse dovrei andare – disse

- Gia...

Emma non si girò nemmeno per vederla uscire dall'appartamento.

- Come puoi trattarla così? – chiese Luna, quasi infuriata per la freddezza della ragazza. - È pur sempre una tua amica.

Emma scoppiò a ridere

- Non è affatto mia amica

Sempre più confusa la ragazza prese posto sul divano, voleva replicare e infuriarsi ancora, ma non ci riusciva.

Più gente aveva intorno e più era a suo agio, riusciva a parlare con tutti, prendeva coraggio dai suoi amici e rideva dei suoi sbagli.

Ma in quel momento era sola, con una ragazza conosciuta da poco e restia a fare conversazione, si sentiva sempre inadeguata, soprattutto quando lei la guardava.

Sembrava come se il suo sguardo l'accusasse di qualcosa...

Emma

Finalmente forse Eliza aveva capito, ma era un'altra che se ne andava... e ora doveva ricominciare di nuovo... conoscere qualcuna, tenerla lontana, cercare di divertirsi senza affezionarsi troppo.

Il problema più grande era quello, più si abituava a tenere vicino una persona più difficile diventava ferirla. Questo perché lei l'avrebbe fatto, non doveva legarsi a nessuna, solo aspettare e perdere tempo fino a quando lei non sarebbe tornata.

Il silenzio era assordante, Emma guardava la tv e alternava posando il suo sguardo sulla ragazza che le sedeva accanto.

Si sentì Stefano russare e questo alleggerì un po' l'atmosfera.

- Ha bei polmoni il tuo ragazzo

- Ma no, russa solo quando è stanco

- Quindi vi è capitato spesso di stare insieme? - chiese con un po' di... malignità?

- Ovviamente, siamo amici da quando frequentavamo le elementari, ha dormito spesso da me

Rispose subito, ma poi si accorse di quello che aveva detto e si girò verso l'altra con il viso in fiamme.

- Oh no... cioè noi non... - stava seriamente prendendo fuoco, abbassò lo sguardo ed Emma sgranando gli occhi scoppiò a ridere.

- Ovviamente – rispose cercando il più possibile d'imitarne la voce e riprese a ridere.

- Non è il mio ragazzo... è un caro amico.

- Hai altri gusti, vero? – la stuzzicò, sapendo che non avrebbe capito.

- Si, come potrei vederlo diversamente da allora?

Detto questo si girò verso la televisione cercando di nascondere un po' d'imbarazzo, anche se il suo viso ne mostrava anche troppo.

- Non è il mio ragazzo – sbottò avvicinandosi a Emma per sembrare minacciosa, inutilmente poiché anche da sedute la ragazza la superava in altezza.

Questo basto a Emma, senza pensarci si avvicinò ancor più a lei e si fermo appena prima di posare le labbra su quelle dell'altra... vide il viso prendere quel poco di colore che era riuscito a perdere, sorrise, e occupò il mezzo centimetro che le divideva.

Fu molto colpita quando la ragazza non si ritrasse, ma non rispose nemmeno al suo bacio.

- Mi dispiace io... - disse Luna molto confusa e abbassando lo sguardo.

Emma le prese il viso sollevandolo con delicatezza con la mano e la guardò.

- Sei una strana ragazza.

Poi si alzò e mentre si dirigeva verso la propria camera continuò.

- Ho delle cose da fare, riposati un po' prometto di fare la brava, vi sveglio io tra un paio d'ore.

Si chiuse la porta alle spalle e cadde atterra tremante... cosa le stava succedendo?

Mia immatura, imprudente, dolce... LunaWhere stories live. Discover now