Capitolo XI - Seconda parte

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Emma

- Ok, Loberty ti presento Gaia

- Oh, piacere di conoscerti finalmente. Emma mi doveva proprio presentare le sue amiche.

Disse con un po' di disappunto.

- Oh, piacere mio – rispose prontamente la ragazza, senza aver capito il vero senso.

- Non so dove sia ora, ma ne ho appena conosciuta una carina anch'io – disse guardandosi intorno.

- Cosa...? No lib, Gaia è la proprietaria del locale, lei ha preparato la mostra, per questo te la volevo far conoscere.

- Oh... allora perdonami Gaia – Riprese ora raggiante Liberty

Lunatica, pensò Emma in un primo momento, poi tornando alle parole della ragazza.

- Hai conosciuto una carina? Non posso lasciarti un minuto? – disse con un sorrisetto.

- Sai che mi annoio... e non devi mai lasciarmi per troppo, abbiamo già così poco tempo.

- Oh tesoro, non è colpa mia se ci vediamo poco – Il tono era divertito, ma Gaia sentendosi in imbarazzo le salutò e continuò a girare per le stanze, cercando di parlare con più gente possibile.

- Ma no... l'abbiamo fatta scappare...

- Emma eccola. – la interruppe lib indicando col mento una ragazza immobile vicino a una scultura.

- La conosco... fai pure, ha anche una sottospecie di ragazzoservo, non ricambierà mai.

Lo disse scherzando, ma lei non perse tempo e tornò accanto a Luna, parlarono per un po' e Emma le osservava sentendo un lieve fastidio, strano non era mai stata gelosa, forse era stata davvero troppo tempo lontana dall'altra.

Le lasciò conversare, ma quando ripresero a baciarsi si avvicinò.

- Non esagerare, non vedi che tipo è?

Luna

Ora si sentiva davvero frastornata, Lib era tornata e aveva ripreso a parlare, come se non fosse successo niente, dopo poco si era avvicinata ancora e l'aveva baciata.

Luna era disorientata, non capiva più cosa le accadeva intorno e avere lì accanto Liberty non migliorava le cose.

Vide una figura avvicinarsi e cominciare a litigare con l'altra... una ragazza bellissima, alta quasi come la prima, capelli blu... Emma?

- Non è come noi lib – Le sentì dire

- Non ne sono sicura... e poi che importa?

- Ma lasciala stare, è solo una stronza? Andiamocene – Disse e uscì dal locale

A quel punto Liberty afferrò la mano di Luna e guardandola - Mi dispiace, il mio scopo era farla ingelosire un po'... senza rancore. - E se ne andò.

Luna rimase lì immobile per un attimo, poi correndo superò la prima e andò ad affrontare la seconda, fermandola per un braccio e ritrovandosi in strada difronte a Emma nella penombra della notte.

- Non so a che gioco state giocando... ma non potete trattare così le persone... sarei io la stronza?

Sempre più infuriata, Emma le rispose quasi urlando.

- È una cosa che non ti riguarda, non t'immischiare... Non voglio mica lezioni da una come te

- Come me?

- Si esatto, pensi di essere migliore degli altri? Come hai trattato quel ragazzo, per tutto il giorno, l'altra volta o tutte le altre che sei stata con lui? Stefano mi pare... poverino mi fa pena.

- Cosa? Io non ho mai fatto niente a Stef

- Tu non trattavi Stefano come un giocattolo? Ah non te ne accorgevi?

Con un sorrisetto Emma fece un passo verso di lei e la guardò.

- Non è qui con te a farti da balia... come mai?

- Lui... Non so dov'è... - disse abbassando lo sguardo e indietreggiando.

– Oh, capisco, fammi indovinare... Hai scoperto che non gli bastava venirti dietro come un cagnolino? E poi? Che hai fatto, l'hai scaricato vero?

La ragazza non rispose e lei continuò, avvicinandosi.

- Già. È questo il problema, noi magari lo mostriamo quanto siamo pessime... tu invece ti nascondi.

Su tutte le furie Luna cercò di guardarla nel modo più severo possibile, cosa impossibile, fu attirata subito dal suo sguardo e dai suoi occhi neri, non li aveva mai notati, e col buio della strada era difficile definirne il colore.

Ma cosa stava pensando? Non era infuriata?

- Me ne vado... non ne posso più di entrambe.

Emma

- Si scappa. – Le gridò dietro mentre si allontanava.

Quasi istintivamente si guardò le mani e notò con disagio che tremavano, si sentiva stremata e svuotata, come se tutte quelle parole l'avevano riempita per tutto il tempo e ora senza era solo un involucro.

Guardò il punto dove la ragazza era sparita e quasi si pentì di tutto, era stata troppo dura? Lo era sempre, aveva già deluso tante ragazze, una in più che differenza poteva fare?

***

Beatamente inconsapevole il povero Francesco continuava a passeggiare per i corridoi creati nel locale, sperando di incontrare Luna.


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Non so se qualcuno legge davvero... comunque evito, se posso, di lasciare commenti.

Questo capitolo farà eccezione e mi scuserete, naturalmente.

Vi svelo un piccolo segreto: Ho cambiato questo capito 394 volte (cit.), no scherzo solo una decina.... solo una decina... non ne posso più, l'ho rifatto interamente così tante volte che sarà pieno zeppo di errori, non solo non riesco nemmeno più a leggerlo seriamente.

Cerco sempre di scrivere più capitoli possibili, postandone sempre solo uno a giorni alterni... avevo e ho un buon margine (che si è assottigliato notevolmente per colpa di questo... bah).

Il problema è che volevo un litigio, badate un litigio vero (che sicuramente non è riuscito) il problema è che io non so litigare (che stupida) non so, un po' mi rompo, un po' scappo, ma più probabilmente me ne infischio della gente :)

Sta di fatto che è stato difficile per me scrivere questa volta, quindi anche se fa schifo scusatemi ma non lo cambio più (ride amaramente).

- che ci frega?

Non ne ho idea, volevo rendere partecipe, quelle poche persone che leggono, del mio disagio... eviterò di scrivere ancora (sopratutto perché il commento sta per superare il racconto...)


Mia immatura, imprudente, dolce... LunaWhere stories live. Discover now