Capitolo 17

189 15 0
                                    

Si torna a scuola...

In questi giorni non ho fatto granché, ho ripassato un po' per la prossima verifica, e riveduto gli appunti di latino per aiutare il mio studente per la prossima interrogazione.

Onestamente mi aspettavo che durassero di più le "vacanze", ma questo si può rivelare anche come punto a mio favore, mi ridevo mettere in pista, e sento che devo sbrigare se voglio smascherare Nick, ma allo stesso tempo tenermi il lavoro stretto, almeno finché non avrò un nuovo impiego per rimpiazzare le entrate per la questione Harrick...

Cosa? L'ho detto veramente? Lottie mi ha veramente confuso il cervello! Lei e le sue ship... Ora è fissata con 'sta cosa, combina tutti i nomi possibili e giudicandone la musicalità nella pronuncia. Bene: ecco cosa succede ad essere immerso in una casa con 5 donne pronte a shipparti con cani e porci...

Oddio! Mi ricordo quando sono tornato da casa di Zayn: ne sono ancora sopraffatto! Mi sono trovato mia madre in salotto con un libro sul grembo intenta a leggere chissà cosa all'unica luce della abatjour. Non si è accorta della mia presenza fino a quando non ho chiuso la porta di ingresso, e da lì è iniziato l'inferno... o altrimenti chiamato: esame di coscienza con mia mamma.
Beh, a suo modo mi ha dato possibilità di riflettere e capire di dover prendere le redini della situazione, e non tanto per me, ma per Harry.

*inizio flashback*

"Ah, Louis, sei a casa. Mi aspettavo rientrassi più tardi, ma meglio così. Dobbiamo parlare."
Il suo tono non è arrabbiato, anzi, mi sembra addirittura dolce, sebbene non ammetta repliche.

Lo so che mi stava aspettando, ed ora che sono qui non posso scappare, quindi faccio un cenno di assenso con la testa e mi siedo di fianco a lei sul nostro divano, sfondato, ma, alla fin fine, comodo.

"Tesoro, mi vuoi raccontare un po' di quel ragazzo. Vorrei una conferma a quello che penso."

Ecco: anche mia mamma sa ogni cosa, anche lei mi tiene nascosta qualcosa, per cui dovrò lottare per scoprire di cosa si tratta.

Ci manca solo che l'altro mio secondo cliente mi chiami dicendo 'lo so cosa si prova, tra un po' lo capirai anche tu' con un tono misterioso, e siamo a cavallo!

"Beh, lui è un mio compagno di scuola. Mi da ripetizioni e anche io gliele do, e beh, siamo amici." Non so cosa altro aggiungere, quindi mi fermo. Non le spiego della vicenda con Nick, anche se mi rendo conto che possa essere più che evidente che ci sia sotto qualcosa.

"Sei sicuro? Un amico?" Appunto!
"Sì, perché?" Chiedo leggermente allarmato.
Ma ti senti quando parli? Quello lì ti ha dato una rosa bianca davanti a tutti, tua madre compresa, e ora vorresti dire che siete solo amici? Oh! Ma stai zitta!

Con voce pacata, come se fossi un animale da domare mi dice: "Sai, non ti ho visto mai arrossire così tanto facilmente. E quegli occhi non sanno nascondere la più infantile marachella."
Ora ha gli occhi lucidi, ma non ne capisco il motivo. Mi sorride dolcemente.

"Beh, - inutile nasconderlo - ti ricordi dell'incarico di quel Grimsaw?"

Sì mette una mano sulla bocca e sgrana gli occhi: "Non dirmi che devi fare come quando con St--" "Esattamente - taglio corto - ma inizialmente, sappi, che era un altro il piano ben diverso da quello di allora... ma poi la situazione è peggiorata, e beh, si ripete lo sbaglio"
"Non dire così - mi rimprovera - magari questa volta sarà diverso"
"Non, non è vero! Lo dovrò perdere comunque!" la voce mi si spezza alla fine.

Mia mamma cambia posizione, e si mette sul divano accanto a me, e mi fa stendere con il capo sulle sue cosce, stando attento al pancione di 5 mesi ormai, e mi accarezza i capelli e con l'altra si accarezza leggermente lo stomaco all'altezza del, non più molto celato, rigonfiamento. Mi coccola con dolcezza, come se temesse che mi sgretolerei tra le sue mani.
Una lacrima solca la mia guancia e cade sulla gonna che sta indossando mia madre. Non lo nota questo, ma posso scommettere che se lo può immaginare, anche se le sto dando le spalle.

Rimaniamo un paio di minuti così, finché non rompe il silenzio lei facendo un respiro profondo, come se le costasse fatica dirlo: "Senti, l'ho visto come lo guardi, e questa volta è diverso, perché anche lui contraccambia, seriamente. Non voglio che sia costretto come in passato a rinunciare all'amore per il tuo lavoro...."

Giro il viso nella sua direzione, rimanendo però appoggiato alle sue ginocchia. Sono contorto in questo posizione, ma la voglio guardare in faccia, e allo stesso tempo, non voglio rinunciare al nostro contatto.

"Che intendi dire?"
"Ti ho visto già una volta romperti, e bene o male, hai recuperato tutti i pezzi, non posso per metterlo ancora."
"Ma questo non dipende da me"
"Lascia l'incarico!" Ora la sua voce sovrasta la mia "Ti ho fatto rischiare il tuo primo amore per soldi, non permetterò che sia ancora ferito così, nel profondo. Lo faccio perché sono tua madre e voglio solo il tuo bene!"
"Mamma lascia stare, ce la farò, basta solo che mi stiate vicine: tu e le mie sorelle"
"Ma così non sarai mai felice"
"Ma così non potremo pagare tutte le bollette e verremo sfrattati. Ci vuole il sacrificio di uno per la salvezza di tutti: sono giovane ce la farò!"

Il mio tono di voce si alza, ho gli occhi lucidi, ma devo mostrarmi forte e maturo, riservando il mio altruismo agli altri; quei soldi ci servono e volente o nolente riuscirò a portarlo a termine. So che se scoppierò davanti a lei, si sentirà in colpa, e questa è l'ultima cosa che desidero.

Mi alzo e mi rifugio in camera. Chiudo la porta e mi faccio scivolare su di essa. Raccolgo le gambe al petto e mi metto a singhiozzare. Nascondo il viso tra le mie braccia, sulle mie ginocchia, incrociate, e mi lascio andare. Può sembrare un'utopia, ma sento dall'altra parte della porta la presenza di mia mamma, come un sesto senso e "scusami mamma se non riesco ad essere abbastanza forte per sostenere tutti" sussurro. Se solo tendessi le orecchie potrei sentire "non ti preoccupare, ometto, hai già fatto abbastanza. Sono fiera di te", ma Morfeo non me ne dà il tempo, e mi culla dove tutto potrebbe sistemarsi, in un mondo dove io potrei amare Harry senza preoccuparmi per il resto della mia famiglia.

*fine flashback*

Ora mi spiego: non ho utilizzato il termine appropriato prima: non lo definisco inferno quello che è successo, ma quello che si è scatenato in me. Certo, ne ricavo anche energia per il sostentamento di questa missione, ma nonostante questo sento il peso di tali rivelazioni e ammissioni.

È come se solo ora mi rendesse conto di quello a cui devo far fronte. Mi sento quasi intimidito, ho il potere, se lo vogliamo mettere in questo modo, di gestire il mio compito, ma come si dice sempre: da grandi poteri derivano grandi responsabilità.

Angolo autrice:
Ecco la nostra amata Jay che inizia ad accorgersi, e grazie alla sua seduta riesce a far rendere conto pure al figlio a cosa il futuro ha in serbo per lui se fa coesistere il suo amore con la missione. Ammetto di adorare la figura della madre, la cui sentenza fa aprire gli occhi al bel giovanotto, in questo punto è fondamentale. Per ragioni che non posso rivelare, ma facilmente intendibili, ci saranno altri pezzi come quello (in questo caso) della porta e quindi dei due "punti di vista" (non descritti, ma solo esposti). Dato che non posso svelare cose del genere in funzione della storia, sappiate che c'è un motivo per la scelta di un costante Louis POV! Ma questo lo scoprirete più avanti (quanto mi diverto a lasciarvi a bocca asciutta!).
Come avrete notato, il susseguirsi dei discordi nella mente di Louis é discorde in vari punti, ma quale mente non lo è? Questo è tutto...
Affettuosamente vostra!

PS: Mi scuso per la foto di copertina al capitolo, ma non ne trovavo di migliori...

Amore in borghese ›› Larry StylinsonWhere stories live. Discover now