Capitolo 6

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Sono appena ritornato a casa e direi che le notizie non sono delle migliori... Anne Tuiist non si trova beh, dovunque...

L'abbiamo cercata in lungo ed in largo (pure Zayn si è messo alla ricerca con me) eppure, a quanto pare, non c'è una persona sulla terra con quel nome e cognome insieme.

E da qui mi viene il dubbio: e che abbia sbagliato a leggere il biglietto?

Ma anche questa teoria viene smentita, anche Zayn ci ha provato a leggerlo con scarsi risultati...

La parte positiva è che poi si è ripreso e sì è messo a raccontarmi della ragazza con cui sta uscendo: una certa Perrie Edward.

Mi ha fatto vedere una sua foto e mi ha detto che il primo appuntamento era stato abbastanza imbarazzante. Non c'era bisogno di dirsi niente, entrambi sapevano già tutto dell'altro, essendo entrambi spie... In poche parole si erano cercati a vicenda, solo per scoprire che non c'era nient'altro da aggiungere alle presentazioni.

Li ha fatti incontrare il loro capo per una missione, ma questa si trattava, non di spiistica, bensì del loro amore. Una sorta di appuntamento al buoi combinato a loro insaputa.

Mi ha anche raccontato di tutte le volte che l'aveva vista di sfuggita, eppure rimaneva impressa nei suoi pensieri non solo per i suoi capelli lilla ma anche per la sua voce delicata.

Da quanto ho capito è una che si occupa tendenzialmente di rapimenti, questo fa di lei una che sa badare a se stessa e che non ha paura del pericolo! Ragazze così sono sempre piaciuto al mio amico, nonostante non avesse trovato quella giusta per lui: non è mai stato un cavaliere galante! Il suo motto: chi fa da sé fa per tre! ma mi sa che entro la fine dell'anno l'avrà già modificato...

Ritorno a casa a piedi meditando su Anne Tuiist; potrei chiamare il signore e chiedergli di ripetermi il nome facendomi lo spelling... ah, no... non ne è degno! Che gente strana!

Mi piace camminare (mi fa ricordare il film "Ho cercato il tuo nome"), mi da tutto il tempo di pensare e di riflettere.

I luoghi aperti mi hanno sempre lasciato in pace e quando avevo dei problemi (non che ora non ce li abbia), mi rifugiavo all'interno del St. James' Park vicino al Victoria Monument e passavo ore sotto una quercia poco distante.
Quel posto ha ancora effetti propedeutici su di me, ma ci vado più raramente di recente, sarà perché ho troppo lavoro, o quel poco è assurdamente impegnativo.

Oggi fa eccezione, difatti, oggi mi sono recato all'interno del mio posto speciale.

Come al solito ho trovato molti turisti e bambini che approfittano delle ultime giornate di sole per giocare con le foglie cadute che colorano l'atmosfera londinese.
Attraverso tutto il parco fino a trovare il mio albero.

Mi ricordo che da piccolo ci venivo sempre con mia mamma e Fizzy e insieme abbracciavamo la quercia per vedere se ci crescevano le braccia o se la quercia aumentava la sua circonferenza.

Questo fino ai 5 anni circa, quando è arrivata anche Lottie, poi non potevamo più permetterci un po' di svago e ci venivo solo io.

Quando chiudo gli occhi posso ancora sentire gli urli che facevo dal divertimento.

È più di un'ora che sono seduto qui, appoggiato con la schiena alla corteccia; oramai sono le 18.30 e devo rincasare. Mi riprendo le mie cose tra cui una borsa che mi ha dato Zayn con quel poco che ho scoperto su dei possibili parenti di Anne, magari li studierò e cercherò qualcosa che le sia legato, magari poi si è sposata: potrebbe essere un inizio.

Quando arrivo a casa sono le 19. Appena entro si catapulta addosso mia madre che deve andare al lavoro. Fa donna delle pulizie presso un ufficio.
So che aspetta solo me per andarsene di modo da lasciarmi le gemelle.

Le dico sempre di riposare ora che è pure incinta, ma lei insiste, dato che non potrà poi lavorare per almeno 8 mesi ora dice di dover dare il meglio di sé, se no poi non avremo nemmeno quel poco che porta a casa lei.

Quindi la bacio prima di lasciarla andare e mi giro verso il salottino dove vedo le gemelle che giocano con delle bambole; ora mi spiego il motivo per cui non mi sono saltate addosso prima all'ingresso.

Sono molto prese quando giocano e si gustano i momenti così, lontane da scuola.
Decido che rimanere lì a fissarle per contemplarne la tenerezza non sia una buona idea, quindi mi siedo sul tappeto vicino a loro.

Subito Daisy si gira, mi guarda e mi avvicina il mio vecchio orsacchiotto, con cui giocavo da bambino, e puntando con l'altro dito la mia faccia mi sorride e "Fai il Boo Bear" mi comanda.
Sembra voglia assumere una faccia minacciosa per convincermi ma sa che non funziona. La guardo anch'io con aria di sfida: "convincimi!".
E Phoebe: "Non fare il difficile, dai!". Lei, invece, mi tira l'orlo della maglia e si mette a ridere.

Capiti i piani della gemella anche Daisy si mette sulle mie ginocchia ed inizia: "Appunto, dai, lo sai che ti vogliamo bene!".

Ma che ruffiana!

Sbuffo un "ma solo questa volta" e le due mi buttano le braccia al collo e mi danno molti bacini sulle guance.

Iniziamo a giocare fino all'arrivo di mamma. Allora mi ritiro in cucina per cucinare (quando ritorna è sempre troppo stanca anche solo per reggersi in piedi) cercando di soddisfare le richieste di tutti. Solo un giorno non si ammettono repliche: il sabato (il giorno delle lasagne, chiaramente preparate dal sottoscritto).

Dopo aver mangiato, anche con Fizzy e Lottie che sono rimaste nella loro camera per tutto questo tempo, mi ritiro in camera, sistemo gli abiti e la cartella per l'indomani.

Successivamente metto a nanna le gemelle, mi impigiamo e mi lavo i denti. Mi sdraio sul letto e ripenso a quello che è successo per la missione. Cosa posso comportarmi? In questi giorni sono sempre stato messo in difficoltà da un paio di fossette... Basta! Ora avremo il primo test di scienze e finalmente entrerò nel cluj... ho l'impressione che prima finirà questa cosa, prima riuscirò a tranquillizzarmi.

Angolo autrice:
Come promesso ecco il sesto capitolo! Non pubblicherò niente mercoledì (ma questo ve lo avevo già detto), quindi riprendo il mercoledì prossimo ancora!
Vi lascio!
Affettuosamente vostra!♡

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