Capitolo 42

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*Lajyla*
Aprii gli occhi, disturbata dal sole che mi batteva sulle palpebre.
Stavo letteralmente dormendo sopra a Logan. La mia gamba destra era avvinghiata attorno alla sua vita, la sinistra fra le sue gambe. Il mio braccio destro era poggiato sul suo petto e quello sinistro lo avevo infilato sotto al cuscino.
Logan invece aveva il braccio destro sotto alla mia vita ed il sinistro attorno al mio stomaco.
Praticamente eravamo uniti in uno strano abbraccio.
Mi sciolsi da lui e mi girai, per evitare che la luce del sole mi infastidisse. Logan mi passò entrambe le braccia attorno alla vita e fece combaciare i nostri corpi.
La sera precedente era stata fantastica. Logan era riuscito a guidare con me in macchina e mi aveva riportata a casa, poi era stato così dolce con me, ed aveva preso tutto seriamente. Mi aveva riempita di complimenti, e ad un certo punto avevo faticato per non piangere dall'emozione.
Mi passai le mani sulla pancia e sul petto, sentendo ancora la dolce pressione dei suoi polpastrelli.
Non avevo mai provato niente di così coinvolgente, ed era stato bellissimo vedere il desiderio nei suoi occhi quando mi ero sfilata il vestito. Mi ero sentita amata, perfetta, non più inadeguata. Era simile a ciò che avevo provato in discoteca, un forte senso di appartenenza; ma questa volta era stato infinitamente più profondo.
Mi era mancato così tanto Logan e tutto ciò che lo caratterizzava. Averlo di nuovo al mio fianco mi infondeva forza e speranza.
Mentre ripercorrevo le immagini della serata precedente con un sorriso stampato in faccia, sentii Logan schiarirsi la gola.
Mi girai verso di lui mentre apriva gli occhi.
«Sei la visione migliore di prima mattina» disse con la voce impastata.
«Mica tanto prima mattina» dissi lanciando un'occhiata alla sveglia. Erano le dieci e un quarto.
Logan mi lasciò andare e si mise a pancia in su, passandosi entrambe le mani sulla faccia.
«È stato meraviglioso» disse guardando il soffitto con un largo sorriso in faccia.
«Anche per me» arrossii lievemente.
Logan si girò senza mai perdere il sorriso e mi guardò dritta negli occhi.
«Che ne dici di andare in spiaggia, a Venice Beach? Passiamo una giornata insieme» propose spostandomi una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
«Non fa un po' freddo per fare il bagno?» chiesi aggrottando le sopracciglia.
Logan scoppiò a ridere. «Lajyla, sono ventidue gradi. Comunque, non dobbiamo farci il bagno per forza» chiarì.
«Mh, d'accordo» annuii.
«D'altronde, dobbiamo parlare» disse serio guardandomi negli occhi.
«Lo so» annuii nuovamente.
«Vado a prepararmi, vedo come sta Lib, e fra mezz'ora sono davanti casa tua» sorrise alzandosi.
Ammirai il suo fisico snello ricoperto di muscoli.
«Lo so che sono molto affabile, però così farò fatica ad andarmene» disse infilandosi la maglietta.
Alzai gli occhi al cielo e mi alzai, avvertendo un lieve capogiro.
«Tutto ok?» mi chiese Logan venendo verso di me.
Annuii in risposta.
«D'accordo, a dopo» disse lasciandomi un bacio a fior di labbra.
Lanciò un rapido sguardo al mio intimo e tornò a guardare il mio viso. «Lajyla, mi stai tentando» disse estremamente serio.
Risi e lo spinsi fuori dalla mia camera, lasciandogli un ultimo bacio sulle labbra.
Lui mi attirò contro di sé e mi baciò per bene.
«Basta, Logan» ridacchiai staccandomi.
«Okay» sospirò. «A dopo».
Lo salutai con la mano e rientrai in camera.
Mi diressi verso l'armadio ed afferrai un paio di shorts ed una canottiera ed entrai in bagno.
Nonostante fosse gennaio inoltrato, a Los Angeles faceva sempre caldo. Sorrisi al pensiero che in Russia a gennaio la temperatura si aggirasse intorno ai due gradi sotto lo zero.
Scossi la testa e mi feci la doccia, mi vestii, mi truccai e tornai in camera.
Lanciai uno sguardo all'armadio e mi avvicinai, afferrai il primo costume che mi capitò fra le mani e lo gettai nella borsa.
Un sorriso da orecchio a orecchio mi si dipinse sulla bocca quando sentii il campanello suonare.
Questa volta avremmo risolto tutto.

*Logan*
Svegliarmi accanto a Lajyla era sempre stato fantastico, ma quella volta era diverso. Quella volta qualcosa era cambiato dentro di me, come se un nodo che mi portavo dietro da tempo si fosse sciolto. Un pezzo del mio passato distruttivo me lo ero lasciato finalmente alle spalle.
Uscii da casa sua con i ricordi della sera precedente che mi urlavano di tornare di corsa in quell'appartamento, ma non appena arrivai davanti alla porta del mio, mi venne in mente Lib ed ogni euforia svanì.
Aprii cautamente la porta e mi diressi verso la sua camera, poco più lontana dalla mia.
Entrai nella stanza e notai Lib stesa al centro del letto, nel suo pigiama, coi capelli sciolti e... umidi? Tutto sembrava essere al proprio posto, tranne per il fatto che Jared era steso accanto a lei.
Contrassi la mascella e cercai di placare la rabbia.
Ero sempre stato iperprotettivo verso mia sorella, e non volevo che Jared la prendesse in giro. Ma in fondo aveva ragione: ero io quello che faceva lo stronzo con le donne. Jared era stato un ottimo fidanzato per Lace e per quelle prima di lei, ma Lib era fragile dopo quello che le era successo l'anno precedente, e non potevo fare a meno di preoccuparmi.
Sospirai e feci per uscire dalla stanza, quando la voce roca di Jared mi distrasse: «Lo».
«Amico» sussurrai avvicinandomi alla parte di letto in cui dormiva lui.
«Come sta Lajyla? Avete chiarito?» chiese strofinandosi gli occhi.
«Sta bene, chiariremo oggi, stiamo andando a Venice Beach» dissi con un sorriso.
«Ottimo, era ora» sbadigliò lui e sistemò meglio il cuscino incrociando le braccia dietro la testa.
Lib si girò e gli passò le braccia attorno alla vita, stringendolo.
Jar strabuzzò gli occhi e mi guardò come a chiedermi il permesso, con le mani alzate.
Probabilmente lo stavo guardando minacciosamente, così chiusi gli occhi e li riaprii, cercando di distendere i muscoli del viso.
«Se tu provi solo a ferirla, giuro che ti ammazzo, anche se sei praticamente mio fratello» dissi serio.
Jared tirò un sospiro di sollievo ed abbracciò lievemente Lib.
«Non voglio ferirla, fratello, tua sorella mi piace davvero» mormorò spostandole una ciocca di capelli dal viso.
Sospirai e la guardai. Mi ero promesso di aiutarla a crescere, e fino a quel momento non avevo fatto un gran lavoro, anzi aveva fatto tutto da sola.
Mi alzai e le depositai un bacio sulla fronte. «Ti voglio un bene incondizionato, Lib» sussurrai.
«Te ne vuole anche lei, Lo» disse Jared.
Sorrisi appena, poi lo guardai male. «Perché ha i capelli umidi?» chiesi minaccioso.
Jared arrossì fino alla punta dei capelli, lo notai anche al buio. «Beh... ha rigettato tutto quello che aveva bevuto... insomma... ho pensato che....» balbettò evitando i miei occhi.
Assottigliai lo sguardo. «Fratello, vacci piano» dissi.
Lui ridacchiò e lasciò i capelli di Lib per darmi un pugno sul braccio. «Stai tranquillo» sorrise.
Scossi la testa e li lasciai da soli, correndo a prepararmi.
***
Stavo suonando il campanello per comunicare a Lajyla che ero passato a prenderla, quando dei passi leggeri poco distanti attirarono la mia attenzione.
Voltai la testa e notai un Derek pensieroso che fissava il pavimento con una rosa bianca nella mano destra.
Alzò lo sguardo ed incontrò i miei occhi. Sorrisi lievemente e mi chiesi perché aveva preso una rosa.
«Lajyla è in casa?» chiese debolmente.
«Wow, stai bene? Sembra che un treno ti abbia investito» chiesi sorpreso, notando le profonde occhiaie.
«Nottataccia» rispose semplicemente, strizzando gli occhi. «Volevo fare le mie scuse a Lajyla, so che ama le rose, quindi...» disse alzando il fiore.
«Già... Ora i miei istinti omicidi si sono placati, ma ieri sera mi chiedo come non ti ho ucciso» scossi la testa.
«Me lo chiedo anch'io» sorrise.
Guardai un'altra volta la rosa, poi di nuovo lui. «Senti, Derek...»
«Non preoccuparti, Logan, non sono innamorato di Lajyla. Né di nessun'altra ragazza» rise.
«Sei...» strabuzzai gli occhi per la sorpresa.
«Gay» concluse lui.
E tutta la storia con Caitlyn? «Ma...»
Come se mi avesse letto nel pensiero, Derek aggiunse: «Ero innamorato di te Logan, e non mi andava giù che ammassi Caitlyn, così ti ho torturato, e quando è morta, un po' per il dolore, un po' per la frustrazione, ho raddoppiato la dose».
«Cos...!?» esclamai sorpreso, ma prima che potessi aggiungere qualsiasi altra cosa, la porta si aprì.
«Ehi» esordì Lajyla con un sorriso, poi si accorse di Derek.
«Der, tutto bene?» chiese preoccupata avvicinandosi e tastandogli le occhiaie con i polpastrelli.
«Più o meno» sospirò lui. «Questa è per te, volevo farmi perdonare, mi dispiace tanto» le porse la rosa.
Lo sguardo di Lajyla si addolcì ancora di più, la prese, e gli diede un bacio sulla guancia. «Va tutto bene» sorrise.
Io ero ancora stordito dalla confessione di Derek. «Cavolo...» mormorai grattandomi distrattamente la barba corta.
«Cosa?» chiese Lajyla, fra le cui mani era comparso un bicchiere pieno d'acqua. Vi immerse la rosa e la poggiò sul mobile vicino all'ingresso.
Derek la guardò ed abbozzò un sorriso. «Gliel'ho detto».
Sulla faccia di Lajyla passò dapprima un'espressione confusa, poi meravigliata ed infine soddisfatta. «Sono contenta che tu mi abbia dato retta» sorrise lei.
«No... Tu lo sapevi?» le chiesi sgranando gli occhi.
«Me lo ha detto al ballo» disse Lajyla facendo spallucce. Sembrò volesse aggiungere qualcos'altro, ma scosse la testa.
«Beh, io vado, scusa ancora Lajyla» interruppe il silenzio che era calato Derek.
«Te lo ripeto: non è colpa tua» disse nuovamente Lajyla.
Derek ci rivolse un ultimo saluto e sparì in ascensore.
«Perché non me lo hai detto?» chiesi aggrottando le sopracciglia.
«Perché eri troppo occupato a limonarti Loreen» sputò fuori.
Ecco cosa voleva aggiungere.
«Io non ho limonato con Loreen, casomai tu hai limonato con Derek, che oltretutto è gay» alzai la voce.
«Mio Dio, basta con questa parola, limonare, la odio!» disse lei stizzita.
«Ma hai iniziato tu!» esclamai esasperato.
«Io l'ho fatto solo per farti ingelosire, Logan!» urlò.
Calò un silenzio tombale.
«Cosa?» chiesi in un sussurro urlato.
«Eh, buongiorno...» alzò gli occhi al cielo lei, poi si diresse a passo spedito verso le scale.
Rimasi per un po' a fissare sbalordito il punto in cui si trovava prima, poi le corsi dietro.
«Cosa!?» chiesi di nuovo, questa volta a voce alta.
«Hai capito, Logan» sbuffò lei senza fermarsi, uscendo in strada. «Mentre tu ti rotolavi nel letto con Loreen, io cercavo di riconquistarti, pensa che idiota».
La afferrai per un polso e la feci voltare verso di me. Eravamo davanti al parcheggio.
«Fidati, Lajyla, mi sarebbe piaciuto un sacco farmela con Loreen, ma avevo te fissa nella mia testa, quindi non ci sono riuscito» scandii fissandola nei suoi oceani blu. «Non ho smesso di pensarti neanche un secondo, sei sempre stata il mio primo pensiero per tutto il tempo in cui siamo stati separati» chiarii lasciandole il polso.
Deglutì evitando il mio sguardo. «Non ti credo» sussurrò.
Fu come ricevere uno schiaffo. «Fai come ti pare» dissi gelido.
Me ne andai a passo spedito verso la mia auto. Dopo l'incidente con Lajyla avevo dovuto cambiarla. Amavo il mio pick up, quindi avevo ripreso lo stesso modello.
Non appena la mia mente ritornò sull'incidente, ebbi un sussulto.
Mi voltai verso l'entrata del parcheggio e, con mia sorpresa, Lajyla era ancora lì. Fissava a terra, probabilmente stava piangendo.
La mia mente lavorava veloce alla ricerca di una soluzione a tutto quel casino. Era orribile essere bloccati dalla paura di andare avanti. Sentir scorrere nelle vene la consapevolezza che in te ci sarebbe sempre stato qualcosa di rotto. In me qualunque cosa era rotta. Mai come in quel momento mi ero sentito così a pezzi.
Il mio flusso di pensieri venne spezzato da dei passi rapidi che rimbombavano nel parcheggio.
Alzai lo sguardo confuso e l'unica cosa che vidi furono dei capelli biondi che mi svolazzavano sotto al naso.
Strinsi la vita esile di Lajyla con un sorriso.
«Mi dispiace» disse guardandomi negli occhi.
Le baciai una lacrima che era rimasta sulla sua guancia. Indugiai un attimo, poi scesi verso le sue labbra.
Finalmente il mio mondo storto aveva iniziato ad aggiustarsi.

Il tuo pericoloso sorrisoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora