Capitolo 30

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*Logan*
Sbuffai e mi lasciai cadere su quella stupida sedia in quello stupido pomeriggio.
«Benvenuti ragazzi» ci disse la psicologa.
Aveva i capelli neri e legati in uno chignon, un paio di occhiali orribili da maestrina che mascheravano gli occhi neri come la pece e un completo elegante.
«Buongiorno» rispondemmo in coro io e l'altra sottospecie di umano.
«Vi vedo molto entusiasti di iniziare questa terapia» ci disse sarcastica lei.
Certo, cosa c'è di meglio di passare due ore a settimana nello studio di una psicologa assieme alla persona che vorresti menare, ma con la quale devi invece cercare di andare d'accordo? Stavo una meraviglia.
«Specialmente tu» si rivolse a me con un sorriso di... pena? La guardai sfacciato.
«Preferirei fare altro, onestamente» le sorrisi.
«Sai, dietro alle maschere di arroganza si nascondono persone che hanno bisogno di essere aiutate» ricambiò lei abbassando lievemente il tono della voce.
«La ringrazio molto ma rifiuto l'offerta e vado avanti, il mio cervello non ha alcun problema» risposi scocciato ed incrociai le braccia.
«Harris, partiamo dalle basi: uno psicologo non aiuta solo la gente malata, aiuta anche chi ha problemi di altro tipo a capire meglio se stesso ed i suoi comportamenti per risolvere le complicazioni e scacciare le insicurezze» mi disse con lo stesso tono di prima. «E ti posso assicurare che in base ai segnali che hai espresso finora sei una persona insicura e che nasconde molti segreti» mi spiazzò sbattendo i fogli sulla scrivania per ordinarli. Sentii Derek ridacchiare a bassa voce e lo guardai truce.
«Comunque, direi di iniziare» premette un pulsante e partì una registrazione.
«Oggi è il giorno quindici novembre dell'anno duemila quattordici, ore 16:30» disse con aria professionale aggiustandosi gli occhiali. «Sono Sarah Jake e sono qui con Derek Haiden e Logan Harris, per risanare il loro rapporto».
Borbottai un «non ci speri» e lei mi guardò male.
«D'accordo, iniziamo dal problema di base: com'è nata questa antipatia?»
Io e Derek ci scambiammo uno sguardo furtivo, e mi sorpresi di leggerci la complicità di un tempo: non si parla.
Avevamo sempre avuto un contatto speciale, riuscivamo a capirci in uno sguardo.
Quasi mi stavo dimenticando il motivo per cui ci odiavamo, poi mi è balzato alla mente il nome che aveva segnato la fine della nostra amicizia: Caitlyn.
E in un attimo era di nuovo il ragazzo che odiavo a morte. E per lui sembrava lo stesso.
«Ragazzi» sospirò la psicologa riportando la nostra attenzione su di lei. «Così non risolviamo niente. Avete bisogno di parlarne».
Ci scambiammo un altro sguardo furtivo: non si parla.
«Per favore, non ho intenzione di passare due ore a settimana nel più assoluto silenzio a vedere voi due che andate d'accordo ma non avete intenzione di ammetterlo».
Mi ferì nell'ego. E fu lo stesso per Derek, perché le raccontò tutto dalla prima all'ultima parola.
«Ed è per questo che ci odiamo e che non andiamo e non andremo mai d'accordo» precisò, stabilendo la sua posizione.
Lo guardai e scossi la testa, brutto stronzo. Mi guardò a sua volta e dedussi dal suo sguardo che lo aveva fatto perché ne andava del suo orgoglio. Alzai gli occhi al cielo e presi a fissare fuori dalla finestra.
«Harris» mi richiamò la psicologa. «Hai qualcosa da dire?»
«Sono d'accordo con Haiden. Non andremo mai d'accordo. Non so nemmeno perché siamo fottutamente qui, il Preside non poteva darci semplicemente una punizione? Pulire i bagni, restare a scuola a ridipingere le aule, lo avrei preferito tremila volte piuttosto che stare qui a parlare del mio stupido passato con una strizzacervelli» mi sfogai e mi alzai andando alla porta.
Prima che riuscissi ad aprirla e a sgattaiolare fuori mi arrivò la sua voce divertita, parlava come se quelle scenate per lei fossero all'ordine del giorno: «Il rifiuto di parlare dei propri problemi è il primo segno di insicurezza, Harris. Vuoi fare finta di essere padrone di te stesso e delle tue emozioni, ma non lo sei».
Strinsi la presa sulla maniglia. «Non ha il diritto di scavare dentro la mia testa» sbattei la porta alle mie spalle e mi precipitai in strada, mentre la verità delle sue parole mi lacerava sempre di più.

*Lajyla*
«Allora, riempiamo questa lista» disse Lib sbattendo le mani e tirando fuori una manciata di pennarelli.
«Non mi sembra una cosa molto matura e intelligente» protestai grattandomi distrattamente la fronte.
«Non controbattere sempre!» mi disse lei alzando gli occhi al cielo e stappando il pennarello.
La sua ultima follia era stata quella di scrivere la parola fidanzato e di attribuire ad ogni lettera un comportamento che un bravo fidanzato dovrebbe avere. Una cosa... alla Lib.
Così, dopo un'ora di risate e scervellamenti per cercare di esprimere un concetto con una frase che iniziasse con una determinata lettera, avevamo finito ed avevamo ottenuto che un bravo fidanzato dovrebbe: esserci sempre per te, offrirti la propria giacca, darti sempre ragione, scacciare il tuo dolore, rispettare il tuo stile di vita, accendere il tuo mondo, abbracciare il tuo cuore, non dire mai "mai" e fregarsene del tuo passato.
Mi sembrava ragionevole, tranne per l'ultimo punto, ma Lib aveva voluto mettercelo a tutti i costi, e avevo deciso di lasciarla stare, visto ciò che le era successo l'anno precedente.
«Bene, quindi Logan è il tuo fidanzato?» chiese tutta concentrata sbattendo l'indice sul foglio.
«Te l'ho detto Lib, non ne ho idea, non ne abbiamo parlato» sospirai.
«Quando vi deciderete» esordì prendendo il foglio e lo scotch. «Ricordati la lista» concluse e la attaccò sul mio armadio, poi indietreggiò appena e la ammirò soddisfatta. «Abbiamo fatto un ottimo lavoro».
«Già» dissi stiracchiandomi e sdraiandomi sul letto.
«Lajyla?»
«Mmh?»
«Mi prometti una cosa?»
«Cosa?»
«Se non troverai un ragazzo che corrisponda a tutte quelle caratteristiche, non accontentarti. Cerca sempre il meglio».
«Ti odio quando fai la saggia» dissi con una smorfia.
«Lo so, ma una di noi deve assumere questo arduo compito» rise lei. «Allora, me lo prometti?»
«Certo Lib, e lo stesso vale per te».
Ci abbracciammo.
«Bene, ora tolgo il disturbo e vado a lezione di pianoforte» disse lei. «Ciao» mi salutò e chiuse la porta.
«Hey» qualcuno la riaprì.
«Hey» risposi allegra correndogli incontro.
Logan mi baciò e ci sedemmo sul mio letto.
«Com'è andato l'incontro?»
«Indovina» borbottò lui.
«Forza e coraggio, magari scoprirai anche tu qualcosa che non sapevi» cercai di rincuorarlo.
«Ne dubito, al massimo posso scoprire che Derek è più stronzo di quanto pensassi» rise lui. «Cos'è quello?» chiese guardando il foglio del "fidanzato perfetto".
«L'ultima follia di Lib» gli risposi e lui si alzò e lo osservò più da vicino.
«Avrei dovuto immaginarlo».
Scorse i punti con un sorriso, poi si fermò sull'ultimo ed il suo sorriso divenne malinconico.
«Mi dispiace che le sia successo quel casino con quel ragazzo» disse scuotendo la testa.
«Non incolparti anche per questo» mi alzai e gli andai vicino.
«Non mi incolpo, preferirei solo che non fosse stata così sciocca» strinse le labbra.
Gli sorrisi e cercai di cambiare argomento. «Oltretutto mi ha detto che non mi devo accontentare ma cercare un fidanzato che abbia tutte quelle caratteristiche, quindi stai attento che non si sa mai tu venga sostituito» dissi con finta aria superiore e sul suo viso si dipinse un sorriso furbo.
In un attimo mi accorsi di ciò che realmente avevo detto.
«Mi hai definito il tuo fidanzato?» chiese accentuando quello stupido sorriso.
«Io... Ehm... Cioè» arrossii e mi passai le mani nei capelli, mentre il criceto nel mio cervello girava rapidamente sulla ruota alla ricerca disperata di una risposta. Sentivo che stava per schiattare.
Logan rise e si sdraiò su di me sul letto. «Vedrò di rispettare tutti i punti» si posò una mano sul cuore.
Io mi coprii la faccia con le mani, potevo morire. Speravo vivamente che qualcosa mi risucchiasse e mi teletrasportasse sulla luna.
Logan scostò le mie mani e mi baciò, sorrisi.
«Mia piccola Lajyla, sei così rossa che potresti competere con un pomodoro» mi prese in giro.
Gli feci una linguaccia. «Fottiti».
«Sai, forse dovrei fare anche io una lista. La mia fidanzata dovrebbe solo venire a vedere le mie partite e applaudire, e comprarmi del cibo».
«Sei così romantico» dissi sarcastica alzando gli occhi al cielo.
«Lo so» rispose lui con un sorrisetto, giocando con una ciocca dei miei capelli.
«Posso chiederti una cosa importante?» fece ad un certo punto.
«Cioè?»
«Ma i tuoi capelli sono tinti o naturali?»
Lo fissai stralunata. «Mi prendi in giro?»
«Me lo sono chiesto dalla prima volta che sei finita nel mio letto» disse con disinvoltura e mi fece arrossire per l'ennesima volta.
«Comunque sono naturali» risposi sbuffando.
«Mi piacciono» sorrise lui.
«Mi fa piacere» ridacchiai e Logan mi lasciò un bacio sulla fronte.
Finalmente la quiete dopo la tempesta.

Ciao fiori di campo!🙊

Chiedo umilmente perdono per aver pubblicato dopo un'infinità di tempo.😅

Vi ringrazio per aver avuto pazienza ed aver aspettato il capitolo.♥️

Un grazie di cuore a quelle ritardate delle mie amiche che mi hanno stressata ogni giorno per farmi continuare questa storia, vi ano.💕

Lasciate un mi piace e un commentino.🙈👇🏼

Alla prossima.💁🏼

-A.

Il tuo pericoloso sorrisoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora