Capitolo trentatré

829 49 19
                                    

Capitolo trentatré

  

Norimberga, 25 dicembre 1990

Aveva iniziato a farsi buio, ma il giorno non aveva portato via con sé la neve: leggeri fiocchi bianchi continuavano a cadere dal cielo e a coprire sempre di più la città. Gli alberi in giardino si facevano sempre più carichi e pesanti e ormai quella fredda coperta bianca aveva nascosto le luci colorate più basse.

Suzanne non poteva fare a meno di pensare a quella sera in cui, sotto i fiocchi di neve, Anna e Boris avevano danzato – seguendo le note di una musica invisibile – per le strade di una Berlino deserta. Sembrava così vicina quella scena, eppure così lontana... quasi come se appartenesse ad un altro mondo. Quello in cui viveva Suzanne, la sua Germania, sembrava essere ancora divisa in est e ovest, nonostante la Wiedervereinigung* fosse avvenuta da più di due mesi. Quello di Anna, della storia della nonna... sembrava così diverso, così lontano, non importava quanto i segni della guerra – prima quella mondiale e poi quella fredda – fossero ancora ben visibili.

Sembrava così libera quell'Anna Schmidt, nel bel mezzo della sua prima giovinezza...

E la trovava così cambiata, in quella Svizzera idilliaca che dipingeva la nonna!

Cosa le stava succedendo?

Anche lei stava scivolando via, trascinata dalla corrente degli eventi, mentre voleva nutrire il mondo intero con la sua bugia: si preoccupava, eccome se si preoccupava! Per suo fratello, per la sua famiglia... di certo anche per Juliane, che aveva lasciato indietro e chissà se aveva mai più ritrovato. Era così cambiata, quella ragazza, così in fretta che quasi nemmeno se ne era accorta.

«A che pensi?» La voce di Franz la sottrasse ai suoi stessi pensieri e solo in quel momento, quando la sua vista tornò ad essere messa a fuoco, si accorse che – molto probabilmente – aveva fissato nel vuoto troppo a lungo.

«Ad Anna» sospirò stanca. Dentro di lei, nonostante non lo desse a vedere, scorreva un fiume in piena: la odiava. Improvvisamente non le piaceva più. La natura umana era troppo umana per poter rimanere calma e pacifica a lungo.

Anche lei aveva iniziato a rovinare tutto, ora che aveva cambiato il proprio nome in Katharina. Anche lei aveva iniziato a sgretolare l'edificio del suo matrimonio e del suo amore e Suzanne non poteva fare a meno di pensare ai propri genitori, che si erano addentrati troppo nella foresta dei litigi, rimanendo insieme solo per amore dei figli.

«Insomma, perché deve comportarsi così? E ora che Alina era disposta ad aiutarla...» Suzanne grugnì mentre lei e il ragazzo aspettavano che la nonna tornasse dal bagno.

Franz ridacchiò. Doveva ammettere che erano proprio quegli attacchi, che Suzanne aveva quando teneva davvero a qualcosa che poi finiva con il crollare, che lo avevano fatto innamorare di lei. Certo, forse era solo un amore passeggero, un amore da adolescenti, ma si sarebbe ricordato di quella ragazza anche quando al suo fianco ci fosse stata un'altra donna e allora avrebbe sorriso. Avrebbe sorriso perché c'era ancora qualcuno in grado di aggrapparsi ad un amore come quello della storia di Anna e Boris, qualcuno che sarebbe stato capace di lottare affinché si avverasse, perfino in quella nuova Germania segnata dalla divisione eppure euforica per la riunificazione.

«È la vita» si ritrovò a dire, pensando che – dopotutto – era vero. «C'è un motivo per ogni cosa. E se questa situazione aiuterà Katharina a crescere... ben venga.»

Suzanne annuì, anche se non c'era un motivo per ogni cosa. Spesso, il caso si divertiva a scherzare con le vite degli uomini senza che ve ne fosse una ragione.

Ma ciò che la colpì di più fu il fatto che quel ragazzo a cui teneva così tanto aveva chiamato Anna con sua nuova identità. Per lei non sarebbe mai stata Katharina. Non c'era nessuna Katharina perché quella persona stava rovinando l'idillio che tanto voleva sognare, che tanto voleva sentire raccontare e – chissà? – vivere, prima della fine di tutto. Quella diciottenne sarebbe stata per lei sempre Anna. Anna l'aspirante pianista. Anna la sognatrice. Anna la ribelle. Anna la ragazza che si era presa una cotta per Wilhelm. Anna l'amica fedele che avrebbe portato i segreti di Juliane fin nella tomba.

L'amore ai tempi della guerraWhere stories live. Discover now