Capitolo quattro (OLD)

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CAPITOLO QUATTRO (VECCHIA VERSIONE)


Berlino, novembre 1940.

L'ultima campanella era suonata nel grande edificio grigio che era il conservatorio musicale e gli studenti avevano iniziato ad uscire. Anna li guardava varcare l'enorme cancello, davanti al quale stavano i due vecchi sorveglianti della scuola, pronti ad allontanare in qualsiasi modo gli ebrei che osassero avvicinarvisi. Trasse un respiro profondo prima di decidersi ad uscire da scuola e ad affrontare qualsiasi cosa la stesse aspettando, magari nascosta in un vicolo laterale.

«Anna» sentì una voce dietro di sé e si girò di scatto, pronta a scappare al minimo segnale sbagliato.

«Juliane, mi hai spaventata!» esclamò Anna, sospirando di sollievo tra sé e sé.

«Shh!» sibilò lei, prendendo l'amica per il gomito e camminando con lei fino a quando il cancello della scuola era ad un centinaio di metri da loro. «Lo hai detto a qualcuno?» le chiese di getto, fissandola con un paio di occhi stralunati.

«No!» esclamò Anna, strappando il gomito dalla presa dell'amica. «Stai tranquilla. Ci conosciamo da quando abbiamo tre anni, e quante volte ho rivelato a qualcuno i segreti che mi dicevi?».

«Mai» rispose Juliane, cercando di sorridere all'amica. «Scusa, ma... se i miei dovessero venire a sapere una cosa del genere, non mi crederebbero e anzi mi manderebbero via! Via in chissà quale buco di chissà quale paese...».

«Non dirò niente, Jul. Promesso» le sorrise. «E ora è meglio andare a casa, dai».

«A domani» sorrise Juliane e Anna ricambiò.

Si avviò con il cuore in gola, ripercorrendo la strada che faceva ogni mattina presto e ogni sera alle cinque. Non voleva accettarlo, perché Wilhelm le piaceva come mai nessuno l'avesse colpita, ma per una volta non voleva vederlo.

«Ciao» sentì una voce maschile alle sue spalle e istintivamente allungò il passo, mentre nella mente le comparivano tutte le immagini che aveva visto ripensando alla confessione dell'amica. «Anna!» la chiamò di nuovo la voce.

Quando Anna si mise a correre, pregando di scamparla, anche i passi alle sue spalle si affrettarono.

«Ehi» la bloccò Wilhelm, prendendole il gomito più o meno come aveva fatto Juliane, ma con più dolcezza.

«Lasciami!» si divincolò lei e si lasciò sfuggire uno schiaffo sulla guancia del ragazzo. 

Non appena si rese conto di quello che aveva fatto, si portò le mani alla bocca. «Scusami» mormorò, girandosi per tornare verso casa.

«Ma che ti succede?» le chiese Wilhelm, che per qualche secondo era rimasto fermo con la bocca leggermente aperta. Fece qualche passo in avanti e costrinse di nuovo la ragazza a girarsi verso di sé.

«Niente. Ora devo andare».

«Lascia almeno che ti accompagni...» la supplicò il giovane soldato, prendendo tra le sue la mano di Anna.

«No, grazie. Ci... ci vediamo» concluse lei velocemente. Sciolse la presa sulla sua mano e si affrettò a tornare a casa. Non si guardò mai indietro, non vide mai lo sguardo triste di Wilhelm.

Non appena varcò la porta di casa, una delle cameriere accompagnò Anna in salotto, dove il padre, appoggiato alla mensola del camino, fissava le fiamme, dandole le spalle.

Suo fratello, in divisa, era seduto sul divano e, accanto a lui, c'era anche la madre. La riunione doveva essere di una certa importanza se la signora Schmidt aveva lasciato la tranquillità della sua camera da letto, dove trascorreva le sue giornate, immersa in un mondo tutto suo, sempre intenta a fissare fuori dalla finestra, sentendosi come imprigionata in quell'enorme edificio massiccio.

«Padre?» chiamò lei.

Author's note (old): molto probabilmente questo è l'ultimo capitolo che pubblico prima di andare in Germania per uno scambio scolastico. 

Spero di riuscire a combinare qualcosa quando sarò tornata...

Nel frattempo, che ne dite di questo capitolo? Personalmente non sono molto soddisfatta di come mi è uscito. L'ispirazione mi ha un po' abbandonata, ma spero vivamente che torni presto perché non ho assolutamente intenzione di dover mettere in sospeso questa storia.
Al prossimo capitolo (probabilmente nei giorni successivi al 13 aprile, se riesco)

L'amore ai tempi della guerraWhere stories live. Discover now