Chapter 32

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Mi girai verso Justin, sorridendogli e guardandolo negli occhi, godendomi la perfezione di ogni suo tratto mentre l'acqua raggiungeva la temperatura adatta. 
Mi tolsi lentamente la camicia prima di lasciarla cadere sul pavimento a lato dei nostri piedi, non interrompendo il nostro contatto visivo. Dopodiché mi rigirai ed entrai nel grande box doccia in vetro, abbandonandomi sotto al getto d'acqua calda, per poi rivolgere la mia attenzione al ragazzo poco distante da me, trovandolo intento ad osservarmi quasi ammaliato. Gli rivolsi un sorriso di quelli timidi, ma in maniera complice, ricevendone uno perfettamente smagliante e caloroso da parte sua, prima che sfilò velocemente i boxer e mi seguì all'interno della doccia. 

Mi spostai leggermente, facendolo bagnare completamente al contatto con l'acqua, studiando ogni suo singolo movimento come se fosse qualcosa di strepitoso: il modo in cui apriva e chiudeva gli occhi ed in cui le sue ciglia lunghe ed imperlate di goccioline si muovevano a seguire, il modo in cui si muovevano le sue mani sfregandosi sul suo viso, ed il modo in cui le sue dita riavviavano i suoi capelli. Era un dio, ed era davvero lì con me. 
Non riuscii a reprimere un sorriso da ebete e a non mordermi il labbro inferiore facendo scendere il mio sguardo lungo il suo corpo dai muscoli tonici completamente accarezzati dall'acqua che li rendeva lucenti. 
"Bambolina, pensavo di non farti più questo effetto" disse beffardo cogliendomi a scrutarlo in quel modo. Pensai di essere arrossita leggermente, ma ben poco poteva farmi ancora imbarazzare con lui, dopo la notte scorsa. "Sei sempre un bel panorama Bieber, mi dispiace" ammisi sincera, facendo passare entrambi le mani a pettine sul mio cuoio capelluto, cercando di districare leggermente i capelli. "Anche tu sei piacevole da guardare Comparin. Anzi, sei proprio una gioia per gli occhi" replicò lui con un sorriso sghembo ed avvicinandosi a me, guardandomi negli occhi dall'alto. 
"Mi dispiace per questi" ammise poi con voce seduttiva, quasi volesse comprare il mio perdono, facendo sfiorare una mano al di sopra del mio seno, rivolgendosi a tutti i succhiotti. 
Non potei fare a meno di rimanere incantata prima sui suoi occhi e poi sulla sua mano e viceversa.
Mi risvegliai dal mio stato di trance, sforzandomi di rispondere a tono: "Penso di poterti perdonare, ma solo per questa volta". 
Abbassò il suo viso all'altezza del mio sussurrandomi un 'grazie' all'orecchio e baciando poi a stampo il mio collo. Rabbrividii, come sempre a quel tipo d'attenzione. "Mi piace come rabbrividisci ogni volta che ti bacio il collo, piccola" disse con voce maliziosa al mio orecchio ed avvertendo il suo sorrisetto sexy, per poi avvolgermi entrambi i seni con le mani, massaggiandoli. Solo all'ora mi occorsi di avere i capezzoli turgidi per via della pelle d'oca. 
Mi sfuggì un piccolo gemito al suo tocco piacevole, poco prima di alzarmi in punta di piedi ed avvolgere le mie braccia attorno al suo collo, baciandolo lentamente e sensualmente. 
Tirai leggermente i suoi capelli, per poi far sfiorare la mia mano destra su e giù per la sua spalla sinistra, solleticandogli piacevolmente la pelle sotto al mio tocco. Gemette in maniera contenuta nella mia bocca, mentre il suo membro si irrigidiva sempre di più, premendo contro il mio basso ventre. 
Mi staccai altrettanto lentamente dal bacio, guardandolo negli occhi prima di parlare: "Mi passeresti lo shampoo dietro di te, per favore?" 
Mi guardò, dapprima con illusione nelle iridi, e subito dopo sorridendo e scuotendo la testa, girandosi per passarmi il flacone del prodotto e mugugnando un qualcosa come 'stronza'. 
Sorrisi trionfante prendendo il sapone dalle sue mani, ringraziandolo, prima di prelevarne un po' nel palmo della mano e ripassandoglielo, cominciando a massaggiare la cute del mio capo, mentre lui faceva lo stesso. Sciacquai il tutto rapidamente, per poi applicare anche il balsamo su tutta la lunghezza della mia chioma. 
"Vieni qui, dovevo lavarti, stronza" disse Justin prendendo il bagnoschiuma dietro di lui. 
Spremette un po' di prodotto nella sua mano e poi sfregò entrambi i palmi insieme per creare schiuma, prima di cominciare a frizionare il tutto sul mio corpo. 
Cominciò dalle mie spalle, insaponandole con un'innata delicatezza, per poi scendere lungo la mia mano destra, afferrandola e lavandone il braccio arrivando all'ascella, prima di passare al lato sinistro, dove ripeté lo stesso procedimento. Ero davvero ammaliata: non riuscivo a staccare lo sguardo dalle sue gesta così inaspettatamente eleganti. Non avevo ricordi di qualcuno che mi lavasse così, nemmeno tra i miei ex più importanti. 
Fece passare le mani tra i miei seni e sul mio addome, sfiorando il mio pube, per poi abbassarsi e lavare le mie gambe. Mi sentii davvero importantissima vedendo Justin Bieber prostrato ai mie piedi. 
Si alzò dopo aver finito il suo accurato capolavoro prima di parlare: "Girati piccola", disse a bassa voce guardandomi negli occhi. Ascoltai il suo comando, dandogli le spalle e, intuendo le sue intenzioni, scostando i capelli da un lato. Cominciò a frizionare con vigore il bagnoschiuma sulla pelle delle mie spalle, per poi scendere su tutta la schiena, arrivando al mio sedere. Fece passare lentamente le mani sul mio davanti, risalendo dall'addome al seno, che palpò forte come per le natiche. Scossi leggermente la testa sorridendo, mentre lui baciò la mi guancia. Scese lentamente lungo il mio ventre, raggiungendo il mio pube, sfregandolo con movimenti circolari per qualche secondo, prima di scendere verso le labbra della mia vagina. Non potei fare a meno di abbandonare il capo all'indietro, appoggiando la nuca al suo pettorale, lasciandomi sfuggire un piccolo gemito compiaciuto.
Continuò a stuzzicare la mia intimità, riproducendo gesti circolari sempre più estesi. "Direi che sei abbastanza pulita, dolcezza. Tocca a te ricambiare il favore" disse con tono sexy al mio orecchio. Il bastardo voleva farmela pagare per come lo avevo lasciato in precedenza, lasciandomi eccitata ed insoddisfatta.
"Sei sicuro di voler giocare a questo gioco, Justin?" dissi con tono fermo ed un'aria maliziosa girandomi verso di lui ed incontrando il suo sguardo. Il sorriso beffardo sul suo volto si spense leggermente, mentre deglutì: non era più così sicuro di se stesso. Tutta via riprese il controllo e non si fece prendere dal panico: "Sicuro piccola. Ora lavami" disse passandomi il sapone. E Dio, adoravo quella fragranza: sapeva di fresco e di pulito, con una nota leggermente floreale e fruttata, e di Justin. Versai una quantità di prodotto nelle mie mani prima di chiedere al ragazzo di girarsi. Obbedì senza riserve, ed io cominciai a massaggiare la sua schiena, ritrovandomi ancora una volta a fissare i suoi tatuaggi. Insaponai anche le sue natiche, strizzandole con vigore. "Ehi!" gridò Justin scoppiando a ridere e girandosi verso di me. "Scusami, anche tu hai un bel culetto" dichiarai a mia discolpa, mordendomi un labbro per trattenere un sorriso. Fece un passo verso di me, annullando la distanza tra i nostri corpi, mantenendo le iridi puntate nelle mie. C'era un qualcosa di affascinante nelle sue iridi, qualcosa che mi ipnotizzava ogni volta che fissavo il suo sguardo, qualcosa di ammaliante che catturava sempre la mia attenzione. Mi accorsi troppo tardi che ero intrappolata con le spalle appoggiate alle piastrelle fredde della parete, non mi ero nemmeno accorta di essere indietreggiata così. Justin appoggiò le mani al muro, all'altezza delle mie spalle prima di abbassare il viso al mio livello e parlare: "Sei bellissima".
Era così strano strano come quella due semplici parole mi fecero sentire tremendamente bene: avevano il potere di farmi rabbrividire, di rendermi più felice e di farmi sentire bella davvero. Tutti i complimenti che mi rivolgeva sembravano così..veri e sinceri.
Non riuscii mai a capire per quale ragione mi sentissi così attratta da lui, perché fossi così contenta e felice nello stare con lui, erano due settimane che lo conoscevo e mi aveva fottuto il cervello.
"Anche tu sei bellissimo" gli risposi a fior di labbra, prima di poggiare delicatamente le mani i lati del suo volto e baciarlo in modo casto, sfiorando appena la sua bocca.
Ci allontanammo lentamente di qualche centimetro, guardandoci negli occhi, poco prima che lui parlò nuovamente: "Mi sento così stupido, sono solo due settimane che ci conosciamo, ma c'è qualcosa in te che mi fa impazzire" disse quasi a denti stretti, ma mantenendo la tranquillità.
"Spero sia una cosa positiva" dissi cercando di sdrammatizzare. Mi sorrise, rassicurandomi "Lo è! Lo è assolutamente." aggiunse poi. Restammo un paio di secondi in silenzio, guardandoci ancora, prima che lo rispezzò: "Direi che siamo abbastanza puliti, risciacquati bellezza, dobbiamo uscire da qui".

Una trentina di minuti dopo eravamo usciti dal bagno ed eravamo in camera sua, lui nella cabina armadio mentre io avevo appena finito di asciugarmi i capelli. Ero senza biancheria pulita e senza vestiti, cercando conforto ancora avvolta nell'asciugamano bianco. Decisi di farmi coraggio e chiedere a Justin altri indumenti.
"Justin" dissi, ricevendo una risposta da parte sua, ancora intento a scegliere i vestiti da indossare: "Sì" "Mi presteresti una maglietta, per favore? Non ho voglia di rimettermi il vestito di ieri sera, sembrerei ridicola a quest'ora con quell'abito, ma non ho altri vestiti puliti, né della biancheria ad essere sincera".
Non ricevetti risposta, ma qualche decina di secondi dopo, Justin uscì dalla cabina armadio con un sorriso ed in mano un paio di boxer neri Calvin Klein ed una sua canottiera bianca e lunga, porgendomi anche un borsone vuoto, che guardai perplessa. "E' per il tuo vestito, mettilo qui" disse poi, rispondendo alla mia domanda inespressa e rientrando nella cabina. Indossai velocemente i boxer e la canottiera, mettendo poi l'abito della sera precedente nel borsone e portando l'asciugamano nell'apposita cesta in bagno. Tornai in camera afferrando la mia pochette ed avvertendo Kay del nostro imminente arrivo tramite un messaggio, preparandomi mentalmente ad un interrogatorio da parte sua. Misi anche la pochette nel borsone per poi accorgermi si trattasse di un Gucci. Scontato!
Infilai le Louboutin nude ai piedi e chiamai Justin, che si presentò davanti a me indossando un jeans lungo e strappato, una t-shirt nera piuttosto lunga ed un paio di Yeezy grige.
Mi guardò dall'alto in basso per poi rivolgermi uno sguardo seccato ed infastidito e parlare: "Piccola, metti giù il borsone e vieni con me a sceglierti degli altri vestiti. E metti in borsa anche quelle scarpe."
Non ebbi il tempo di replicare che mi porse la mano e mi invitò insistentemente ad afferrarla con dei cenni del capo. "Perché mi fai cambiare? Dobbiamo solo arrivare a casa mia" risposi sfilandomi, però, velocemente le scarpe ed infilandole in borsa. Afferrai la sua mano e lo seguii. Prese in fretta un paio di Havaianas nere, un paio di pantaloncini da basket Air Jordan neri con il marchio di Michael e il numero 23 rossi, ed una t-shirt identica alla sua. "Piccola, non fingere di non sapere. A parte il fatto che quella canottiera ti copre a malapena il sedere" disse lanciando uno sguardo di fuoco alle mie gambe nude "Posso vedere lontano tre miglia che sei senza reggiseno" riprese puntando il mio sguardo.
Abbassai lo sguardo al mio seno, imbarazzata, accorgendomi che in realtà si intravedeva poco e niente, ma poi gettai uno sguardo allo specchio al nostro fianco e vidi che dai tagli delle maniche si vedeva chiaramente non solo il mio seno, ma anche il mio addome.

"Scusami, non me ne ero accorta" confessai, guardando il pavimento. Presi le infradito dalle sue mani ed infilai i pantaloncini, poi sfilai velocemente la canotta ed infilai, altrettanto velocemente, la t-shirt. "Grazie, ora possiamo andare" dissi, sorpassandolo e dirigendomi all'uscita della cabina.
Poco prima che uscissi, però, mi sentii afferrare per il polso e tirare indietro, dove sbattei contro un addome di marmo e un paio di morbide labbra umide. Mi bacio con passione spingendomi la lingua in bocca, tenendomi salda e stretta, arrivando poi al mio sedere che strizzò energicamente, prima di prendermi in braccio e far allacciare le mie gambe intorno al suo busto. Ci dirigemmo fuori dalla stanza e prima che le cose degenerassero, Justin, mi fece riposare i piedi al suolo. "Okay, andiamo prima che ti scopi violentemente sul mio letto" disse, così mi chinai per prendere le mie cose, ma fui anticipata da lui. Prese il mio borsone e poi la mia mano, uscimmo dalla camera e scendemmo in garage. Prendemmo la Range Rover nera ed uscimmo di casa sua, dirigendoci verso casa mia.

"Grazie mille per i vestiti. Cioè, in realtà, grazie mille per la splendida serata, per la cena e..per la notte" dissi un po' impacciata, mi sentivo in dovere di ringraziarlo, ma per cosa? Per il sesso?
Mi rivolse uno sguardo ed un sorriso sghembo. "Grazie a te, piccola" disse poi, fingendo di non aver intuito il mio vero pensiero. Fui grata per il gesto magnanimo di risparmiarmi una figuraccia.
Per un attimo mi sfiorò l'idea che ora che lo avevamo fatto probabilmente Justin sarebbe sparito, ma cercai di scacciare il negativo pensiero dalla mia mente, rendendomi conto per l'ennesima volta di quanto sarebbe stata amara la sensazione del suo abbandono. 
Arrivammo a casa mia, parcheggiando l'auto sul vialetto e scendendo dirigendoci alla porta d'ingresso, alla quale suonai il campanello.
"Il pensiero che come intimo tu stia indossando solamente i miei boxer mi eccita" sussurrò Justin al mio orecchio. "Il pensiero che avremmo potuto fare altro sesso sul tuo materasso mi eccita" gli risposi, sempre sussurrando. La porta si aprì e Kathe ci osservo con un sorriso enorme in volto. "Buongiorno ragazzi, spero che abbiate dormito bene questa notte!" strillò facendomi alterare e ridere Justin. "Dormito benissimo, stronza"dissi, "Notte fantastica" rispose Justin. Katherin rise e ci fece entrare. "Papi, ci sono Lucy e Justin" urlò nuovamente la mia coinquilina, dedussi rivolgendosi ad Alfredo, che poco dopo entrò dalla cucina, a petto nudo con un paio di pantaloncini. Lanciai uno sguardo a Kay: indossava un'enorme t-shirt bianca, i due urlavano 'sesso' da ogni poro.
"Ciao bro!" esclamò contento a Justin stringendogli la mano e colpendo la sua spalla con la sua, "Ciao bambola" disse poi baciando me sulla guancia.

"Ragazzi, vado su a cambiarmi, fareste meglio a farlo anche voi, vorrei uscire. O fare qualcosa e chiamare anche gli altri" dissi, dirigendomi verso le scale. "Aspettami" disse il biondo seguendomi.
"Tranquillo, accomodati pure qui con loro, arrivo" dissi, pensando preferisse stare col suo amico. "Voglio salire" insistette guardandomi negli occhi. Riprendemmo a salire le scale e solo quando arrivammo al piano di sopra sentimmo la voce di Fredo: "Niente sesso finché ci siamo anche noi, per piacere!" Ridemmo alla sua stupidita, sapendo benissimo che la loro presenza non ci avrebbe fermati mai. 


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