Chapter 78

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"Ragazzi, è stata una serata fantastica, di una settimana fantastica, ma ora sarebbe meglio che andassi a letto" disse Alfredo, alzandosi.
Eravamo ancora tutti attorno al fuoco e si era fatto davvero tardi, soprattutto sapendo che il mattino seguente avremmo dovuto lasciare l'isola. 

Katherin lo guardò annuendo, seguendolo nell'alzarsi. 

"Sì, avete ragione: si è fatto davvero tardi" disse anche Ryan, guardando l'orologio prima di alzarsi e porgere una mano a Kelsey. 
"Avete ragione, ragazzi: andate pure tranquilli" disse Justin, rimanendo seduto al mio fianco.

"Ma come, non salite?" chiese, nuovamente, Alfredo. 
Il biondino si girò verso la mia direzione, incrociando i miei occhi con i suoi, cercando di capire se quello che stesse per dire andasse bene anche a me.
"Vorrei rimanere qui ancora per un poco, dato che è l'ultima sera. Ti va?" disse, sempre attendendo una mia conferma, che non tardò ad arrivare tramite un mio cenno del capo ed un sorriso gentile.
"Okay, sicuri che vogliate rimanere qui? Non vi servirà una mano a spegnere il fuoco?" chiese nuovamente Fredo, accertandosi che non ci servisse aiuto. 
"No bro, andate pure: ci penserò io" disse ancora Jay, congedandolo cortesemente. 
"E tu che fai, Chazzy Chaz?" parlò nuovamente la popstar. 
"Amore, lo so che mi vorresti qui, ma mi è appena venuto in mente che devo ancora finire di fare la valigia" rispose il moro, alzandosi dal suo posto.
"Sei sempre il solito" ammise Justin, scuotendo la testa, ma non del tutto in disaccordo dato che stava sorridendo. 
Demmo la buonanotte ai nostri amici, rimanendo soli sulla spiaggia, risistemandoci di fianco al fuoco.

"Non fare storie domani mattina, quando dovrai alzarti e prepararti psicologicamente per l'estenuante viaggio" dissi, sorridendogli ironicamente. 
"Farò il bravo solo se mi sveglierai dolcemente e mi farai le coccole" disse, anch'egli sorridendo e accerchiandomi la vita con un braccio, baciandomi una guancia. 
"Va bene! Ma solo perché abbiamo già preparato i bagagli e possiamo prendercela con relativamente più calma" risposi ancora, interrompendo il contatto visivo per appoggiare la mia testa sulla sua spalla. 
"Okay, mamma" replicò, sfregandomi teneramente il fianco che avvolgeva con la mano.
"Scemo" dissi ridacchiando, e tirando un buffetto sulle sue costole, ma senza spostarmi dalla posizione. 
"Beh, dato che siamo soli" dissi, alzandomi tutto d'un tratto dal suo abbraccio caloroso, per guardarlo negli occhi prima di continuare. "Qui? Adesso?!" chiese incredulo, strabuzzando gli occhi e guardandosi repentinamente intorno prima di far comparire un sorriso malizioso sulle sue labbra.
"Cosa stai capendo? Lasciami finire, maiale!" mi lamentai, non troppo sul serio dato che stavo ridendo, e colpendo nuovamente il suo torace, questa volta in maniera più vigorosa ma non realmente dolorose. Rise, aspettando che continuassi.
"Suoneresti qualcos'altro solo per me? Per favore" chiesi gentilmente, facendo sporgere il mio labbro inferiore e porgendogli la chitarra acustica che era appoggiata sulla sabbia dietro di noi. 
Sorrise, impugnandola, prima di rispondere: "Va bene piccola. Cosa vorresti che suonassi?" 
Sorrisi gioiosa per il fatto che avesse accettato, ed apparentemente di buon grado, non sembrando annoiato dal favore che gli avevo chiesto. Subito pensai a cosa avrei preferito che suonasse, ma la realtà era che qualsiasi cosa da lui sarebbe stata splendida. 

"Non lo so, stupiscimi: ogni cosa suonata o cantata da te è splendida e perfetta ai miei occhi, perciò fa quello che ti viene" dissi sincera, facendo spallucce. 
"Penso che suonerò questa, dato che so che ti piace. E poi, ho ancora in mente il tuo falsetto mentre la cantavi nella mia cucina" disse sorridendomi, aspettandosi che lo capissi al volo. 
In realtà lo guardai confusa ed interdetta, non ricordandomi di aver mai cantato nella sua cucina, fortunatamente. 
Sorrise scuotendo la testa, intuendo che non avessi idea né ricordo di cosa stesse parlando, abbassando lo sguardo verso le corde e portando la mano sinistra su di esse. 
Rimasi in silenzio aspettando che cominciasse. 
Non appena le note si diffusero nell'aria attorno a noi sorrisi, ripensando all'ultima, nonché unica, volta che avevo ascoltato quella canzone in sua presenza, arrossendo subito al ricordo di quella mattinata: era la mattinata dopo che avevamo fatto l'amore per la prima volta, quella in cui mi aveva beccata aggirarmi di soppiatto nella sua cucina per preparare i pancakes. 

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