14. The way you touch, the way you taste.

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Capitolo 14:

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Capitolo 14:

«The way you touch, the way you taste.»


La mia rabbia raggiungeva livelli altissimi, così alti che avrebbero potuto tranquillamente giocarsela con l'orbita celeste. Nella mia testa si alternavano immagini piuttosto colorite. Sentivo sulla pelle il segno delle sue mani e al ricordo di ogni schiocco del suo palmo sul mio sedere rabbia ed eccitazione si alternavano.

Quanto avrei voluto prendere a schiaffi la sua stupida, attraente e perfetta faccia. Come avevo fatto a ridurmi così? Certo, non ero mai stata un genio dello spionaggio, ma credevo che il piano sarebbe stato facile, evidentemente avevo sopravvalutato la mia intelligenza.

«Ti vedo troppo pensierosa. È successo qualcosa?»
La voce di Drew spezzò il silenzio. I miei nervi tesi furono sul punto di spezzarsi, mi sarebbe dispiaciuto imbrattare la macchina di Drew con il sangue, perché al momento l'unica cosa che riuscivo a pensare era quella di tirargli un pugno sul naso.
Ero un filino nervosa.
Dovevo darmi una calmata.

Presi un bel respiro, cercando la mia parte zen che a quanto pare era andata ad ubriacarsi da qualche parte.

«Bella Addormentata?» Chiese di nuovo.
Se avessi aperto bocca avrei combinato un disastro quindi decisi sapientemente di tenere le labbra cucite.
«Amaris? Mi stai facendo preoccupare.»
«Che fottuto bastardo!» Esclamai.
«Ecco, ora ti riconosco» abbassò il volume della musica. «Mi spieghi che avevi intenzione di fare?»

Scoppiai a ridere. Una grossa, grassa risata isterica ovviamente.

«Come ho già detto al tuo capo, ho bisogno di risposte e se lui non vuole darmele me le cercherò da sola andando da chi ne sa sicuramente qualcosa!»
Ancora non riuscivo a crederci, ero di nuovo nell'auto di Drew ma stavolta seduta sul sedile del passeggero e viaggiavamo in direzione della casa da cui avevo cercato di scappare. Dieci minuti dopo essere stata lasciata nel locale vuoto come una cogliona da quel bastardo, era apparso Drew con l'odine di riportarmi a casa con lui.

«Ha detto proprio queste parole?»
Non risposi subito. Ero consapevole di aver manipolato le parole di Ezra ma il senso era quello.
«No» sospirai dopo qualche minuto.

Gli alberi lungo la strada sembravano una parete verde illuminata dai fari. Era scesa la sera e in cielo non c'era neanche una stella.

«Allora perché hai messo a rischio la tua vita e anche quella di tutti noi?»
Mi conficcai le unghie nei palmi. Non era mia intenzione mettere nessuno in pericolo ma non capivano che io avevo bisogno di comprendere quello che mi era stato fatto?
«Sai bene che l'unico mio obiettivo era quello di andare da mio padre e chiedere risposte!»

Drew strinse le mani sul volante. Le nocche bianche.
«Si, ma questo avrebbe comunque messo in pericolo te. Ti è stato detto che di tuo padre non ci si può fidare, l'hai anche visto.»

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