5. When you lose something you cannot replace

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Capitolo 5

«When you lose something you cannot replace»



C'erano diverse foto lungo le pareti del corridoio, alcune ritraevano paesaggi mentre altre raffiguravano alcune persone impegnate a fare diverse attività, in alcune erano in un campo da basket, in altre invece erano a bordo di auto o a cavallo delle moto. Venni distratta da una porta aperta e quando ci passai davanti notai che all'interno vi erano una serie di macchinari e un paio di sacchi da boxe appesi al soffitto, la parete in fondo era fatta completamente di specchi. Continuai a camminare fin quando non raggiunsi l'altra porta, quella in fondo al corridoio che era socchiusa così l'aprii e mi ritrovai in un ufficio. Come il resto della casa anche i suo ufficio era moderno. C'era una semplice scrivania posta al centro della stanza con due poltrone poste davanti. Sulla destra della porta c'era invece un divano in pelle nero dall'aria usata. Dietro la scrivania c'era una libreria piena si schedari e libri. Ezra era in piedi accanto al mobiletto del bar, mentre si versava un bicchiere di quello che sembrava whiskey. Mi chiusi la porta alle spalle e mi accomodai su una delle due poltrone.

«Allora?» Chiesi.

Lui si voltò e mi porse il bicchiere pieni di liquido ambrato. Scossi la tesa. «Non voglio vedere alcol per le prossime settimane.»

Ezra sorrise e venne ad appoggiarsi con i fianchi alla scrivania. «Sei più intelligente di me.»

Lo guardai. «Su questo non ho dubbi.»

«E hai una lingua biforcuta anche in pieno post sbronza.»

Strinsi i denti e contai fino a dieci, per evitare di urlargli in faccia e perdere la pazienza. «Vuoi parlare sul serio o continuiamo con i convenevoli?»

Buttò giù il liquore e appoggiò il bicchiere dietro di sé.

«Che vuoi sapere?» Chiese.

«Parti con il dirmi che è successo al locale.» Mi appoggiai allo schienale della poltrona e il mio ginocchio prese a muoversi nervosamente. Dovevo in qualche modo cercare di scaricare l'ansia e il nervosismo. «Nulla che non eravamo pronti ad affrontare.»

Strinsi i pugni. «Puoi essere più chiaro?»

«Il tizio che ha cercato di metterti le mani addosso è stato allontanato dai miei ragazzi ma qualche ora dopo è tornato con i suoi amici del cazzo e ha cercato di sfasciarmi il locale. La fortuna ha voluto che la serata era terminata.»

Midnight CityWhere stories live. Discover now